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Una valigia blu e 200 mila firme per protestare contro il Tg1

Fu prescrizione e non assoluzione, e su questo non ci piove. Ma quando si provò a farlo notare al Tg1, nella persona del suo direttore Minzolini, chiedendo una rettifica, nessuno rispose, zero, le classiche orecchie da mercante. Ci fu uno stentato “ma al Tg delle 20 la notizia era data come prescrizione”, che però non risolse la notizia errata data in quello delle 13.30. A quel punto una rompiscatole di nome Arianna Ciccone decise che non era più il caso di fare finta di niente dal momento in cui per molti il Tg1 minzoliniano non era più sinonimo di obiettività, e decise di romperle davvero le scatole, creando un movimento su Fb, “La dignità dei giornalisti e il rispetto dei cittadini”, che ad oggi conta 204.000 membri, e chiedendo in continuazione e senza tregua la rettifica che a tuttoggi non è ancora arrivata.

Il Tg1 è da tempo sotto l’occhio vigile di migliaia di persone che ogni giorno ne commentano le notizie e le aperture, con un occhio a quel “colore” che non manca mai. Proprio ieri ne parlava Stella nella sua rubrica sul Corriere della Sera, riprendendo l’osservatorio costante del trio Medusa: “Basta scorrere i titoli: ‘A Milano il primo corso di galateo per cani metropolitani e soprattutto per i loro padroni’. ‘In Italia esistono ancora scuole per maggiordomi’. ‘Ai primi caldi prese d’assalto le gelaterie di Milano. I produttori si scatenano con i gusti e le forme più stravaganti’. ‘La corsa all’aria aperta, una passione assai diffusa’. ‘È tra gli animali più pericolosi al mondo, ma una bimba australiana riesce a sopravvivere ai tentacoli della medusa-cubo. Fino ai capolavori. Come questo: ‘Negli Stati Uniti i ragazzi si salutano dicendosi "hey guys". Più o meno sarebbe a dire "ciao ragazzi"’. Oppure: ‘Anche le corde vocali invecchiano. Per tenerle in forma, secondo gli esperti, cantare è uno dei mezzi più sicuri e va ancora meglio se si canta sotto la doccia’. Quale dei due è la ‘"Monna Lisa"? L’opera d’arte assoluta? I cultori sono macerati dal dubbio’”, insomma di materiale ce n’è, e non ultimo il servizio suilla corsa delle capre ripreso dal blog ilNichilista che titola “Al Tg1 capre e pecore cavalcate da fantini di pezza” fino al venditore di t-shirt newyorkese che per primo “a dato l’allarme” per la bomba a Times Square.
 
Il colore servirebbe per alleggerire il Tg e nessuno lo contesta, ma prima di tutto c’è colore e colore, e poi spingerlo fino a farlo diventare un must ce ne corre. Scivoloni, quelli del Tg1 che ne minano la credibilità sia verso gli spettatori che tra gli stessi giornalisti, come hanno denunciato la Busi e la Ferrario, le due ex mezzobusto del telegiornale.
 
Sono passati più di due mesi e la rettifica non è arrivata. “Si pensava, si sperava (?) che ci saremmo arresi, stanchi, avviliti, sfiduciati, disillusi da un sistema di potere chiaramente più forte, che se decide di non rispondere tu puoi solo subire e basta perché poi c’è la vita ed è un impegno grande e non puoi dedicarti con costanza, passione e ostinazione a una semplice richiesta di rettifica. E invece no, dopo un mese noi siamo ancora lì davanti ai cancelli della Rai e chiediamo RISPETTO” scrivono gli amministratori della pagina Fb e così dopo due mesi il gruppo ha raccolto le sue duecentomila firme e con la sua Valigia Blu le andrà a portare stasera davanti alle sedi rai nazionali e regionali e davanti alla Bbc di Londra. L’appuntamento è per stasera 6 maggio a partire dalle 18 davanti alle sedi Rai: qui trovate tutti gli indirizzi dove radunarsi.
 
Abbiamo contattato e fatto qualche domanda proprio ad Arianna Ciccone
 
Cosa vi aspettate dalla protesta di stasera? Credi che arriverà questa rettifica?
 
«Il punto non è più la rettifica ormai, il punto è questo doloroso silenzio da parte dei vertici rai interpellati da noi ormai da più di 2 mesi. I cittadini vanno rispettati e dai vertici rai ci aspettiamo almeno una risposta alle nostre sollecitazioni».
 
Non avete ricevuto proprio nessuna risposta dalla Rai in questi mesi?
 
«No nessuna, silenzio totale. Hanno sottoscritto la richiesta di rettifica oltre 203.000 cittadini. Ma anche uno solo ha diritto a una risposta. Almeno una risposta. Il silenzio è inaccettabile».
 
Al festival del Giornalismo ci fu un forte attacco della Ferrario a Minzolini e anche diversi giornalisti non sono stati morbidi con l’attuale scala di valori delle notizie del Tg di Minzolini. Quale credi sia il rimedio allo stato dell’informazione italiana oggi?
 
«Per l’informazione pubblica sicuramente una riforma della rai. I partiti devono togliere le mani dalla più grande azienda culturale del paese. La stanno umiliano e distruggendo. I cittadini hanno adesso il dovere di impegnarsi in questa battaglia che è assolutamente apartitica: fuori i partiti dalla rai».
 
Immagino che la rettifica in fondo sia solo la punta di un iceberg. Semmai dovesse arrivare, la vostra protesta si fermerà o proseguirà? In che modo?
 
«Il nostro è un movimento di opinione. La rettifica non arriverà ma la nostra iniziativa ha un forte valore simbolico: l’impegno dei cittadini a difesa del giornalismo. Andremo avanti, ci piacerebbe essere promotori di un dibattito pubblico sull’informazione rai».
 
Come mai anche Londra tra le città della protesta?

«Perché alcuni cittadini italiani che studiano lì hanno deciso di manifestare il loro disagio per una informazione pubblica come quella attuale e il loro appoggio alla nostra iniziativa. Mi sembra un ottimo segnale di partecipazione».

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