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 Home page > Attualità > Cronaca > Un vigile spara in piazza a Napoli. Una città anestetizzata

Un vigile spara in piazza a Napoli. Una città anestetizzata

Napoli, piazza Bellini, cinque minuti dopo la mezzanotte. Una serata come tante. I capannelli dei Mastiffs, i tifosi ultrà del Napoli calcio, al centro della piazza, seduti sugli scooter a chiacchierare. I tavolini dei locali ingombri di birre e caffè e cicchetti di alcol. Corone sottili di gocce di pioggia a imperlare i tubolari delle sedie di alluminio.
 
Al centro della piazza un enorme salsicciotto bianco e nero gonfiabile – quindici metri per tre - galleggia per aria, qualcosa a metà tra il maiale gigante dei Pink Floyd e una sequenza di Fellini. A venti metri da quello, dall’altro lato della piazza, un pallone bianco illuminato internamente svetta al di sopra degli alberi. Danno alla scena un tocco surreale e vagamente malinconico. Poco oltre, la vista inconfondibile di una troupe televisiva al lavoro. Cavi, strutture di ferro montabili, telecamere, video montati su predellini d’acciaio, aste di microfoni, riflettori, tecnici con le cuffie alle orecchie. “Girano uno spot per mediaset”, dice uno.
 
Le persone in piazza collaborano volentieri con quello che sembra l’assistente di regia, che chiede ai gruppi di spostarsi, di liberare quello spazio, di fare un secondo silenzio.
 
Dal centro della piazza guardiamo incuriositi. Un camion dell’Asìa, l’azienda municipalizzata della nettezza urbana, tinge la scena col colore del lampeggiante arancione che gira indolente, mentre i bracci meccanici sollevano un cassonetto che vomita il suo contenuto nella pancia tritatutto del mezzo. 
 
Mentre il salsicciotto compie l’ennesima evoluzione attorno alla colonna che divide a metà piazza Bellini, un urlo. Una sgasata di motorino che accelera lungo via Santa Maria di Costantinopoli. Uno scooter verde che schizza subito fuori dalla nostra visuale. Dietro, di corsa, un uomo armato. Il braccio teso, insegue il mezzo. La pistola alzata davanti a sé. È un attimo. Il tempo che anche lui esca dalla portata della nostra vista e si sentono i colpi. Ravvicinati. Uno, e un secondo dopo l’altro (*). Due schiaffi secchi. Qualcuno urla: “Lo uccidi!”. Ci alziamo di scatto, una sedia cade a terra. Mentre corriamo stupidamente verso gli spari, a ruota un agente della polizia municipale in divisa corre in direzione dell’uomo armato. “Collega!”, chiama.
 
Il vigile urbano in borghese sta tornando sui suoi passi, la pistola ancora nella mano, stavolta lungo la coscia. È visibilmente scosso. Si tiene una mano sulla guancia. Dal giubbino gli spunta una paletta della Polizia municipale, il disco rosso plastificato rotto a metà. Si guarda intorno, chiacchiera brevemente col collega in divisa, poi entra in un ristorante che si affaccia sulla via, forse per chiedere un po’ d’acqua.
 
Si fa un piccolo capannello di gente smarrita.
“Questi so’ pazzi”, dice un signore basso e magro vestito con una pettorina fluorescente.
 
“Questi chi?”, chiedo.
“Questi” e fa un gesto vago con la mano. “Noi stavamo col camion,” e allora sulla pettorina vedo il nome dell’Asìa “caricavamo la munnezza, e c’erano questi due vigili che impedivano il passaggio alle macchine, sia per facilitare noi che, penso, le riprese. A un certo punto arriva ‘sto guaglione che vuole passare, il vigile gli dice che deve aspettare, il ragazzo aspetta fermo qualche secondo, poi dice che deve andare a casa presto, il vigile dice aspetta, quello dà un colpo con l’acceleratore ma resta fermo, il vigile lo guarda come a dire ma sei scemo allora?, e quello dà un’altra botta di acceleratore, allora il vigile gli dà un calcio sulla coscia, qua,” e si tocca il quadricipite con la punta delle dita “il ragazzo dice ahi, m’hai fatto male!, e lo colpisce col casco al volto, poi parte a tutta velocità, quello gli corre dietro ed estrae la pistola”.
 
“Ha sparato in aria per fermarlo?”
“In aria?” sorride amaro quello. E fa una L orizzontale con le dita e tende il braccio dritto davanti a sé.
 
È una scena che abbiamo tristemente imparato a vedere nelle aule di tribunale italiane, negli ultimi anni. Tommaso Leone, il poliziotto che sparò e uccise un giovane di Pianura su uno scooter. Luigi Spaccarotella con Gabriele Sandri, sull’autogrill di Badia al Pino ad Arezzo. Mario Placanica e Carlo Giuliani al G8 di Genova.
 
Braccia tese armate.
Facciamo un po’ avanti e indietro sulla via. Un ragazzo raccoglie qualcosa da terra e la porta al vigile in divisa. Sembra un bossolo esploso, poi ci accorgiamo che è un proiettile intero, ancora con l’ogiva. Non capiamo.
 
“Forse nella foga il vigile ha scarrellato col colpo in canna e il proiettile è uscito”, azzarda una teoria qualcuno.
 
Intanto la pattuglia della polizia Municipale sta all’inizio della via col lampeggiante acceso. Il vigile sparatore siede in macchina, in silenzio. Ci aspettiamo le sirene della polizia da un momento all’altro. Un’ambulanza. Un’auto dei carabinieri. Qualcuno che venga a vedere, a fare rilievi. Apparentemente non ci sono comunicazioni radio da parte dei vigili urbani.
 
Passano i minuti, passano i quarti d’ora, passa mezz’ora. La piazza torna a fare quello che stava facendo. I tecnici arrotolano i cavi. Il pallone bicolore viene spento. Due operai lo riportano nel camion come un cane nella cuccia dopo i bisogni. Le persone sedute ai tavolini riprendono a chiacchierare. Non arriva nessuno. Non un’ambulanza. Non un’auto della polizia, non una dei carabinieri. Nemmeno una pattuglia di supporto della stessa Municipale. Questa città sembra ormai preparata a tutto, pronta a tutto. Che un agente della polizia Municipale del comune di Napoli spari correndo dietro a un ragazzo in motorino in una via pubblica, sulla quale i flussi di traffico e pedoni sono solitamente notevoli a tutte le ore, sembra non stupisca più di tanto nessuno.
 
Dopo tre quarti d’ora decidiamo di andare a casa.
“Facciamo la scena sette,” gracchia nel megafono l’assistente di regia.



*La redazione ha contattato l’ufficio stampa della Polizia Municipale che ha confermato la versione dell’articolo, sostenendo che gli spari erano in aria e non facendo riferimento al calcio del vigile; gesto sostenuto però dalle numerose testimonianze raccolte sul luogo.

Commenti all'articolo

  • Di nadia (---.---.---.64) 24 aprile 2009 11:05

    Una città non credo anestetizzata, nell’esasperazione delle sollecitazioni e delle relazioni umane, ma in cui l’ordine dell’accettabile e dell’inaccettabile, della norma e della devianza, sono ribaltati... Ciò in un contesto nazionale in cui l’abuso di forza da un lato, l’assoluta impreparazione e incapacità delle forze del suddetto ordine (per non entrare nel merito delle ipocrisie, delle connivenze e talvolta semplicemtente del grottesco delle azioni) dall’altro, contribuiscono a rafforzare quest’attitudine irrazionale dei cittadini, che quotidianamente sembrano districarsi, nervosamente, negli spazi della città, senza poter fino in fondo viverne i territori, in un limbo nel quale la dimensione dello spazio pubblico è costantemente intaccata dall’agire altrui - che sia quello del vigile che si sente giustiziere fumettistico, del coglione di turno in motorino, dell’amministratore locale o di chi a Napoli si consente di venire a girare spot televisivi...
    Fortunatamente alcuni resistono, si sforzano di non perdere un orizzonte di senso, ancora si pongono domande e agiscono con lucidità...

  • Di il Don (---.---.---.54) 24 aprile 2009 14:28

    Assurde le cose che accadono in questa città..il racconto di Piero Sorrentino è, poi, così minuzioso che mi sembra quasi di aver assistito al fatto...non so se la notizia è l’aggressione al vigile o lui che spara all’aggressore..boh..
    Fujtevenne, come disse Eduardo De Filippo...fujtevenne come fece 0002... :)

  • Di 000003 (---.---.---.123) 24 aprile 2009 15:25

    Non posso che concordare, l’articolo è scritto benissimo e i fatti al quanto ho capito sono anche confermati dalla Polizia Municipale, è tremendo. Don hai perfettamente ragione. Eppure è un peccato per una delle città più belle d’Italia...

  • Di FABIO (---.---.---.119) 24 aprile 2009 19:23

    Purtroppo mio malgrado devo costatare un’ennesima volta la strumentalizzazione dei media per distorcere la cronaca napoletana.
    Sinceramente credo ch il sig. Sorrentino dovrebbe informarsi bene prima di scrivere certe cose e muovere accuse ad un agente di polizia.
    IO ERO PRESENTE, infatti partecipavo come comparsa allo spot, e i fatti raccontati nn sono proprio andati così.
    Infatti i due ragazzini (se cosi possiamo chiamarli) nn si sono fermati all’ALT imposto del Vigile, il quale usava toni decisi, per intimare ai due delinquenti di fermarsi e far proseguire i lavori per lo spot, allorquando uno dei due afferrava un casco e colpiva in pieno volto l’ufficiale di polizia dandosi alla fuga e superando il blocco.
    e’ stato allora che il Vigile, FERITO inseguiva i due malviventi (che credo essere anche minori) ed esplodeva un colpo in aria e uno palesemente verso il basso mirando alla ruota del motociclo, COSì COME PREVISTO DALLA LEGGE IN TEMA DI AGGRESSIONE E FUGA A PUBBLICO UFFICIALE.
    Quindi, caro giornalista, ti invito a raccontare i fatti con un pò più di imparzialità. NON PUOI FAR PASSARE UN TUTORE DELLA LEGGE, NEL PIENO DELLE SUE FUNZIONI, COME UN ASSASSINO E 2 MICROCRIMINALI COME 2 RAGAZZI NORMALI CHE HANNO RISCIATO LA VITA PER UN RAPTUS DI FOLLIA DI UN AGENTE.
    RIFLETTA, E LO FACCIA TUTTA LA STAMPA
    RESTO A SUA DISPOSIZIONE PER QUALSIASI CHIARIMENTO.
    SALUTI

    • Di piero (---.---.---.201) 24 aprile 2009 21:18

      Gentile Fabio,

      non posso che constatare la pressoché totale identità dei nostri racconti. E ne sono felice. Se rilegge con un minimo di attenzione quello che ho scritto, e i dialoghi che ho riportato, vedrà che quello che dice è quello che dico io. Sulla reazione armata devo però simpaticamente riprenderla: il pubblico ufficiale è tenuto a rispondere con una reazione commisurata all’offesa. Non c’era minaccia immediata ed evidente nei confronti della vita dell’operatore; e l’aggressore non era armato (altra cosa è usare in modo improprio un casco da motociclista).
      Nessuno intende giustificare una reazione immotivata e violenta dei ragazzi (del ragazzo); ma non giustifichiamo per favore un uso altrettanto immotivato dell’arma di ordinanza. 

  • Di D.M. - PM emilia romagna (---.---.---.4) 24 aprile 2009 21:13

    Vorrei rispondere all’ultimo commento.
    Io sono un Agente di Polizia Municipale dell’Emilia Romagna e la tua testimonianza mi lascia sconcertato (quando dice ha sparato per colpire la gomma), probabilmente il collega si è reso conto della cazzata che aveva fatto e di quali conseguenze potesse avere solo successivamente ed è per quello che è rimasto in auto senza chiamare nessuno via radio, forse pensava e ringraziava chi dall’alto l’aveva graziato.
    Il collega ha sbagliato ed è stato salvato dalla fortuna, sparare ad altezza uomo a due in fuga in Italia non è possibile a meno che questi non stessero ponendo un atteggiamento tale per cui potesse mettere in pericolo la vita dell’agente o di altri (ad es. alla guida di un veicolo vi è una persona che mi vuole investire volontariamente)... Per il c.p.p. si considera legittimo l’uso dell’arma solo in presenza della necessità di respingere una violenza o superare una resistenza attiva... Già sparare in aria in pieno centro con tante persone non è che sia poi così poco rischioso...
    Poi lei parla...voleva colpire la gomma... già è difficile a 8m al poligono fare centro nel bersaglio fisso... figurarsi colpire la gomma di un veicolo in movimento senza centrare un soggetto alla guida... è roba da film.!.
    ... l’arma va usata in extrema ratio... fortunatamente questa storia finira nel nulla in quanto nessuno si è fatto male... perciò tutto è bene quel che finisce bene.



    • Di Napoletano (---.---.---.192) 24 aprile 2009 21:35

      Caro Fab suppongo che sia Napoletano, beh conoscerà la zona. Se non c’era pericolo di vita non c’era bisogno di sparare, anche perché sparare in aria in quella zona è altamente pericoloso no?
      Nessuno, credo, voglia far passare quei ragazzi come santi, ma se fosse scappato il morto o il ferito? L’intervento che deve essere fatto è un altro, maggiore controllo in tutta la zona del centro storico. Un problema che esiste e va avanti da anni. Ha mai provato a passeggiare per San Biagio dei Librai dopo le 9 di sera? Impossibile, eppure stiamo parlando di una delle vie principale di Napoli. Non è un’accusa a una intera categoria, io la vedo come una amara riflessione di una sconfitta. Sparare a uno o due ragazzi in sella al motorino è una sconfitta...di tutti.
      Saluti

  • Di Napoletano (---.---.---.192) 24 aprile 2009 21:52

    Fabio, ovviamente, scusa sono saltate due lettere

  • Di vincenzo marrone (---.---.---.236) 24 aprile 2009 22:21

    Il vigile ha agito correttamente. Quei due microdelinquenti andrebbero presi e puniti così come prevede la legge. Altro che povere vittime.

  • Di (---.---.---.186) 24 aprile 2009 23:18

    Il vigile ha fatto una cazzata assurda. Ma così a intuito dubito che ne farà ancora.
    I due ragazzini hanno fatto una cazzata. Così a intuito li vedo come futuri killer.

  • Di fabio (---.---.---.141) 25 aprile 2009 13:55

    Per tutti:
    Sono pienamente daccordo con voi, la reazione del Vigile non è stata commisurata all’offesa (anche se non sempre deve essere così), ma, nel racconto del sig. sorrentino, la sua reazione era stata stigmatizzata come come l’unica cosa a destare scalpolre, quando credo sia molto più deplorevole il comportamento dei due minori che, attaccando il Vigile tra tanta gente senza nessun timore dell carica istituzionale che questi ricopre, ci dovrebbe far riflettere molto di più sul futoro che aspetta la nostra città.
    saluti a tutti e soprattutto a te piero (e perdonami per il tu, ma credo sia una forma più diretta per confrontarsi), grazie per avermi risposto.
    fabio

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