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Un ponte ideale fra cielo e terra

Osho per indicare il percorso spirituale dell’uomo, usa spesso la metafora dell’albero che per poter svettare in alto i suoi rami e resistere alle intemperie, deve avere radici profonde conficcate nella madre terra. Ciò per dire che l’uomo che intende elevarsi spiritualmente deve necessariamente passare per la sua animalità, altrimenti il suo cammino rimane privo di basi naturali e stabili per superare le asperità della vita. Le sue radici primordiali affondano nella madre terra, e l’istinto, quello sano e non deviato della modernità, la passione, l’emozione, sono l’alimento per far germogliare le foglie, i fiori, i frutti della sua potenziale capace anima.

I dipinti dell’artista nissena Enza Lomonaco, esposti dal 4 all’11 Gennaio nel Locale Spazio Arte di Largo Aosta a Canicattì, narrano questo indispensabile percorso umano attraverso un più o meno sapiente, o forse inconscio accostamento di colori caldi quali il rosso, l’arancio e le varie terre, e di colori freddi come il blu e l’azzurro nelle loro svariate tonalità. Ella riesce ad armonizzarli, cosa niente affatto facile, a renderli gradevoli e mai stancanti all’occhio del fruitore, pur trattandosi di tinte molto forti e vivaci tipiche dell’espressionismo.

Con i suoi colori e il suo stile riesce a sintetizzare e a soddisfare molto bene le istanze terrene e quelle spirituali, avendole molto probabilmente interiorizzate e appagate per prima dentro lei stessa, esponendo dei quadri che nel contempo appaiono sensuali e spirituali. I suoi soggetti, infatti, in prevalenza donne, manifestano la volontà dell’artista stessa e della donna in generale di compiere il tragitto prettamente umano che dalla terra conduce al cielo.

Le donne di Enza Lomonaco sembrano aver percorso buona parte di questo cammino che si può scorgere nella serenità dello sguardo, nella profondità degli occhi e nella grazia del sorriso o, se questo non c’è, nella leggera e mai grave serietà dell’espressione, senza malinconie, senza rabbie, senza propositi guerrieri per scendere in campo nella vita e prendersi lo spazio che più meritano. In esse il femminismo esasperato, le lotte per la conquista dei sacrosanti diritti sono già superati, forse perché hanno già ottenuto quello che vogliono, o forse perché lo hanno sempre avuto, e si sentono pienamente donne, realizzate ed esenti da inutili confusioni di ruoli, e di cui anzi sono molto coscienti e felici.

Esse sono finalmente rilassate, serene, hanno abbandonato le armi potendo così ritornare alla originaria innocenza, alla naturale grazia e dolcezza femminile. In loro la sensualità è naturale e non forzata, procace o prorompente per meglio attirare nel vortice della maliziosa seduzione da femme fatale o, peggio, malvagia o comunque manipolatrice da dark lady, l’incauto maschio, solitamente maschilista, insoddisfatto e voglioso. Piuttosto sono donne per uomini equilibrati e realizzati.

Inoltre ci sono i suoi colorati Mandala. Il termine deriva dal sanscrito. “Manda” che significa “essenza” e “la” che è “possedere” o “contenere”; ma è tradotto anche come “cerchio” o “circonferenza” o “ciclo”. Infatti, attraverso figure geometriche inscritte dentro un cerchio, essi rappresentano la sacra geometria, la perfezione del creato. Realizzarli e colorarli aiuta a riequilibrare la propria interiorità e ad armonizzarla col cosmo. La pittrice e anche poetessa Enza Lomonaco li ha pure pubblicati in bianco e nero in un libretto edito da “Banca del Tempo” di Bari. I Mandala da lei realizzati in libretti da acquistare possono essere colorati piacevolmente come gioiosa meditazione. E’ un divertimento assicurato per tutti, bambini e adulti, che serve per riconnettersi con se stessi e il creato, con effetti terapeutici (Jung è stato il primo ad introdurli e ad usarli in Occidente, ottenendo clamorosi risultati). Nella concezione buddista dei Mandala, il vero Mandala è soltanto quello mentale e le immagini fisiche servono solo per aiutare a costruire quello autentico che si forma nella mente.

Una giornata della mostra sopra detta è dedicata alla colorazione dei mandala dell’artista. I visitatori potranno approfittarne per trascorrere qualche momento di relax, divertendosi a usare i colori a loro piacimento per colorare i mandala messi a disposizione all’interno della mostra, riuscendo magari a percorrere per un po’ quel ponte ideale che unisce la nostra terra al cielo. 

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