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Un giovedì al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia

Un giovedì al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia

Prima di arrivare a parlare di quello che è successo ieri, quello che per noi, è successo ieri al Festival Internazionale del Giornalismo di Perugia, una menzione va sicuramente all’intervento di uno dei più grandi giornalisti italiani di sempre: Gianni Mura.
 
L’incontro di mercoledì con lo scrittore (ché giornalista potrebbe anche essere limitativo), intervistato da Giuseppe Smorto, con-direttore di repubblica.it, è stato, come sempre capita quando si sente Mura parlare, ricco. Uno dei pochi veri maestri rimasti, un giornalista (torniamo a definirlo come quel maledetto tesserino vuole) in grado di dire tutto quello che c’è da dire in tre parole, senza fronzoli e senza ipocrisie, che ricorda i tre inviati in Spagna per i Mondiali dell’82: Arpino, Soldati e Brera e li paragona ad oggi, che racconta dei suoi inizi e fa dell’aneddotica il più grande dei generi letterari – come basta leggere nella deliziosa raccolta di racconti sul Tour che è stata “La freccia rossa”. Mura che non ritiene fondamentale la tecnologia applicata al giornalismo – e qui punzecchia amichevolmente Smorto – e che non ha problemi a criticare il suo giornale – quel giornale dal quale però non è mai andato via grazie alla libertà e stabilità che ha sempre avuto – e che è pienamente consapevole di come oggi “ i giornali siano troppo vicino al palazzo e lontani dal popolo”. Ma Mura bisogna ascoltarlo, bisogna immergersi nelle sue parole, anche quelle a metà, nel suo accento e nei suoi racconti per goderne appieno. E siamo sicuri che avrà apprezzato al meglio, lui gastronomo dal palato fino la splendida cucina umbra.
 
Quando esci da un teatro, da una sala conferenze etc... ovvero quando esci da quello spazio limitato da un tema e ti immergi nella città, c’è una cosa che ti schiaffeggia con violenza, e per me, novellino di questo appuntamento, novità assoluta. Se c’è una cosa che salta all’occhio qui al Festival Internazionale del giornalismo è la quantità di giovani che si trovano in giro per strada a qualunque ora del giorno. Una quantità enorme di giornalisti e aspiranti tali che si aggira per il corso principale della città umbra, che corre da una sala all’altra per cercare di perdersi il meno possibile, data l’impossibilità di seguire tutto, ma proprio tutto, ragazzi che fermano i loro (spesso inconsapevoli) maestri per intervistarli o solo chiedere consigli, che intervengono con domande intelligenti e riflessioni complesse. Una categoria forte di cui probabilmente, purtroppo, non vedremo i frutti se non in pochi casi.
 
Ospiti nazionali e internazionali, giornalisti, ma non solo, come abbiamo visto in questi giorni. Dalle 9 del mattino a sera inoltrata si susseguono discussioni, workshop, incontri speciali su tutto lo scibile del giornalismo odierno.
 
Anche ieri, giovedì, è stata una giornata impegnatissima. Alle 9 si comincia con Democrazia, informazione e sapere comune a cui hanno partecipato Vittorio Zambardino, Brooke Gladstone presentatrice e caporedattrice della rubrica di cronaca della National Public Radio (NPR) statunitense On the Media, Justin Peters, direttore responsabile dell’edizione online del Columbia Journalism Review e co-autore del magazine Press Forward e Megan Garber, scrittrice per la Columbia Journalism Review.
 
Il giornalismo diventa civile con la giornalista Chiara Spagnolo, l’attore, autore e regista Giulio Cavalli e il giornalista “abusivo” Pino Maniaci, moderati da Paolo Esposito di Caffe News. Una discussione intensa, a tratti incontrollabile, come spesso sa essere incontrollabile Pino Maniaci, ma sempre amara, come i racconti dei tre attori protagonisti.
 
Perugia è una selezione naturale, una continua corsa, in perenne affanno, alla ricerca della soluzione migliore. Un luogo di scambio, di saperi, ma spesso biglietrtini da visita in cui, certo si parla spesso del proprio ombelico, ma di cui si sentirebbe, e molto, la mancanza.
 
Mezza giornata si passa tra la strada e la sala stampa, lottando con una connessione salterina e la tentazione di baci perugina in quantità industriale, sgomitando per una sedia – quando va bene – o per un posto a terra con una presa non troppo lontano.
 
La discussione sulla terza pagina vede protagonisti Wlodek Goldkorn de L’Espresso, Caterina Soffici de “Il Riformista”, Giovanna Zucconi di “Che tempo che fa”, tra le altre cose, e come moderatore il vice direttore de La Stampa Massimo Gramellini. Una discussione sul cambiamento del modo di scrivere e fare cultura sulle pagine dei giornali e ai cambiamenti dovuti all’avvento del web. Una discussione che non ha propriamente entusiasmato, che ha ammesso una superiorità del web nel creare dibattito, e il sito Nazione Indiana l’ha fatta da padrone... non propriamente imperdibile.
 
Perugia si è raffreddata oggi, nonostante fosse una giornata “calda”, stando agli ospiti (alcuni dei quali hanno dovuto dare forfait). La chiusura è stato con l’incontro con Lippi e la serata con Il Fatto. Mentre si svolgono noi stiamo lavorando... e ci spiace.
 
Le attese per oggi sono enormi, soprattutto per l’evento che stasera vedrà di fronte Al Gore e Roberto Saviano, nell’incontro moderato dalla direttrice di "A" Maria Latella.
 
Se anche voi siete a Perugia aspettiamo anche le vostre considerazioni...

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