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Ucraina, la legge fai da te del deputato Lyashko

Non sarà la notizia più grave tra quelle che ci arrivano quotidianamente dalla linea mobile del fronte dell’Ucraina orientale, dove le forze armate del governo di Kiev si scontrano coi separatisti filorussi.

Però la storia del (poco) onorevole Oleg Lyashko è sintomatica dell’assenza di legge e ordine nell’est del paese, anche nelle zone riconquistate dall’esercito ucraino.

Oleg Lyashko è il leader del Partito radicale ucraino, fa parte del parlamento di Kiev ed è stato candidato alla presidenza della repubblica. Dovrebbe essere uno che fa le leggi, ma la legge è la sua e la applica brutalmente.

Da mesi, Lyashko scorrazza indisturbato per il paese, al grido “Gloria all’Ucraina, morte agli occupanti”, accompagnato da una muscolare scorta armata e da un videocamera che riprende le sue imprese. Sul suo sito, lo si vede entrare con fare aitante in abitazioni private e luoghi pubblici, sequestrare persone o ordinare loro di seguire le sue istruzioni. Su YouTube le sue gesta sono immortalate in numerosi altri video.

Il 10 marzo Lyashko e i suoi bravacci sequestrano Arsen Klinchayev, un esponente del consiglio regionale di Luhansk. Lo trascinano su un autobus e lo interrogano, ammanettato e a dorso nudo. Dopo un giro, lo scaricano di fronte al suo ufficio. Se non obbedirà ai suoi ordini, lo ammonisce Lyashko, finirà in carcere per 15 anni.

A maggio, altro sequestro con interrogatorio, stavolta nei confronti di una persona ammanettata e in mutande, che si qualifica come Igor Khakimzuanov, ex “ministro della Difesa dell’autoproclamata Repubblica popolare di Donetsk.

Tre video risalgono all’8 luglio. In uno, Lyashko impone al sindaco di Slovyansk a scrivere una lettera di dimissioni “volontarie”. Il sindaco resiste e Lyashko lo minaccia di scaraventarlo dal quarto piano dell’edificio in cui si trovano.

Nel secondo video, Lyashko minaccia di uccidere il procuratore locale e il capo della polizia di Slovyansk, colpevoli di non aver ancora arrestato Vitaly Rybalko, un leader separatista. Il capo della polizia, per evitare conseguenze peggiori, fornisce a Lyashko l’indirizzo di Rybalko. Lyashko e i suoi si presentano a quell’indirizzo, sequestrano Rybalko e lo consegnano al capo della polizia.

L’ultimo video riprende Lyashko mentre interroga un uomo di 62 anni, accusato di stare dalla parte dei separatisti, col volto coperto da una busta di plastica, mani e gambe legate col nastro adesivo.

Il 27 luglio un telegiornale ucraino mostra le immagini dell’ennesimo sequestro, stavolta nei confronti di Yuriy Borisov, sindaco pro-tempore di Stakhanov (nella zona di Berdyansk). Nelle immagini, Borisov viene preso a calci. Il giorno dopo, un altro video mostra Borisov in ginocchio mentre chiede scusa al popolo ucraino per aver organizzato il referendum del 10 maggio a Stakhanov, all’indomani del quale i separatisti proclamarono l’indipendenza da Kiev.

Alla fine di giugno, Amnesty International aveva incontrato esponenti del Consiglio per la sicurezza nazionale, del ministero dell’Interno e dei servizi di sicurezza. In ciascuno di questi incontri, era stato detto che Lyahsko non è autorizzato a compiere arresti. Da allora, Lyashko continua a godere della più completa impunità.

Amnesty International ha scritto al procuratore generale dell’Ucraina sollecitando indagini immediate sulle violazioni commesse da Oleg Lyashko e su altri casi di sequestro e maltrattamenti da parte delle forze pro-Kiev denunciati in un rapporto dell’11 luglio.

 

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