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Twin Peaks 25 anni dopo. Tutti i misteri ancora irrisolti

Tutti quelli nati negli anni '80 (ma anche prima) se lo ricordano bene. Twin Peaks li ha colpiti come una badilata in faccia, non si era mai visto nulla del genere. Un film, realizzato da un regista affermato e visionario, distribuito sui tempi lunghi della serialità televisiva. Personaggi complessi e borderline, i luoghi e le atmosfere che, lentamente, diventano elementi centrali della narrazione, il mistero, la paura. La loggia nera, con la musica jazz e le tende rosse, le poltrone in tinta, il nano al contrario e le urla raccapriccianti di Laura Palmer. Avevo dodici anni, guadavo quella scena attraverso le fessure tra le dita e pensavo... miseria, ma da dove esce questa roba?

Twin Peaks ha aperto la strada che oggi molti percorrono, con alterne fortune, ma all'interno di un paradigma ormai consolidato. La serialità del piccolo schermo è divenuta, negli ultimi 25 anni, il vero spazio di sperimentazione delle immagini e del racconto, dove registi e sceneggiatori si muovono liberi, o quasi. Il cinema, Hollywood e le sue regole, i cliché, i timori della grande distribuzione: questi elementi hanno lentamente soffocato la creatività dei narratori americani, costringendoli a rifugiarsi tra le spesse mura della ripetizione. È così iniziata la grande migrazione verso il tubo catodico. Dopo Twin Peaks sono arrivate altre serie sontuose, dai Sopranos a Six Feet Under, da The Wire a Breaking Bad. Impossibile ricordarle tutte. Ognuno, poi, ha le sue preferenze.

Il 3 ottobre scorso David Lynch ha deciso di riprendere in mano il badile e ha calato un tweet, tra capo e collo, sugli attempati fan della serie: #damngoodcoffee.

Dear Twitter Friends: That gum you like is going to come back in style! #damngoodcoffee

— David Lynch (@DAVID_LYNCH) 3 Ottobre 2014

Per chi ha memoria, il riferimento ad un “caffé dannatamente buono” è cristallino. L'Agente Speciale Dale Cooper, interpretato da Kyle MacLachlan, era il protagonista della serie. La sua passione per il caffé nero e le torte ai mirtilli servite al Double R Diner, ristorante nel centro della cittadina di Twin Peaks, era uno dei tanti piccoli elementi fondamentali che segnarono il successo della serie, innescando all'epoca una moda che fece schizzare alle stelle, in tutti i caffé degli Stati Uniti, il consumo di quel tandem gastronomico.

David Lynch annuncia dunque la sua intenzione di riprendere in mano la serie, con una terza stagione che dovrebbe essere lanciata nel 2016, a 25 anni dalla sfortunata conclusione delle due precedenti. Nessuno all'epoca si aspettava che un prodotto di tale successo potesse schiantarsi contro un muro, lasciando gli spettatori orfani e lividi di rabbia. Nelle intenzioni degli autori la storia non era destinata a durare così poco; i boschi, i fiumi, le case di legno, i tronchi tagliati e le segherie immerse in una nebbia leggera custodivano ancora tanti misteri. Ma quello principale, la morte di Laura Palmer, era stato svelato troppo presto, a metà della seconda stagione, su pressione della ABC che trasmetteva lo show. Fu un grave errore, come lo stesso Lynch aveva previsto:

“È un'assurdità che questo sia potuto succedere. (...) C'era spazio per tantissimi altri misteri. Ma quel mistero era sacro, teneva in piedi tutti gli altri. Era l'albero e gli altri erano i rami. È, come ho detto, una tristezza”.

Da quel momento il racconto divenne meno fluido, meno potente. Gli ascolti calarono e la ABC decise di non rinnovare i finanziamenti per una terza stagione. Gli autori, per convincere i vertici del network ad un ripensamento, o forse solamente come forma di ribellione alla sospensione della serie, confezionarono gli ultimi due episodi in modo da lasciare ogni sotto-trama della narrazione in sospeso. Piuttosto che scrivere un finale frettoloso e incoerente, preferirono non scriverlo affatto.

Quando la terza stagione si affaccerà sugli schermi a led delle case del 2016, dovrà riuscire a riprendere in mano tutti i fili tagliati e a fornire delle risposte. Dopo 25 anni non sarà facile, perché le domande lasciate in sospeso sono parecchie, nonostante i chiarimenti parziali offerti da Fuoco cammina con me, il prequel cinematografico realizzato da Lynch nel 1992, a circa un anno dalla chiusura dello show.

Per ora si sa che le nove puntate previste saranno ambientate nel presente, a distanza di 25 anni dagli ultimi avvenimenti. Quali personaggi ritroveremo? Cosa sarà successo in tutto questo tempo nella piccola località dello stato di Washington, a 5 miglia dal confine col Canada? Riannodare i fili dopo un quarto di secolo è una bella sfida, anche per gente come David Lynch e Mark Frost.

Per fare un po' di chiarezza e rinfrescare la memoria al pubblico, il sito TvLine.com ha stilato un elenco delle cose rimaste in sospeso. Vediamone alcune:

1 – Che è successo all'Agente Cooper, posseduto dallo spirito di Bob e, al contempo, prigioniero della Loggia Nera? E che ruolo avrà il diario di Laura Palmer nella sua eventuale liberazione?

2 – Che ne è stato di Annie, la ragazza con cui Cooper è intrappolato nella loggia? Grazie a Fuoco cammina con me, sappiamo che è riuscita a scappare e che è stata ricoverata in un letto di ospedale.

3 – Audrey Horne, la ragazza ricca e problematica che aiuta Cooper nelle indagini sull'omicidio di Laura Palmer, è all'interno di una banca nel momento in cui esplode una bomba. Con lei ci sono anche i personaggi di Andrew e Pete. Sopravviveranno alla deflagrazione? Quel che è certo è che gli attori che interpretavano i personaggi degli ultimi due, nel frattempo, sono passati a miglior vita.

4 – Come se la sarà cavata Leo Johnson, lasciato da Windom Earle con una gabbia piena di tarantole sospesa sulla testa, trattenuta solo da un filo stretto tra i denti?

5 – E lo stesso Windom Earle, psicopatico ex-agente dell'FBI antagonista dell'Agente Cooper, sarà sopravvissuto all'assalto del demone Bob nella Stanza Rossa?

6 – Sarah, la madre di Laura, sarà riuscita a sopravvivere al dolore per le morti della figlia, del marito e della nipote, tutte avvenute in circostanze drammatiche, o avrà scelto di farla finita?

7 - Poi c'è da spiegare la scomparsa di James Hurley, ex-amante di Laura Palmer, che collabora alle indagini sul suo omicidio. Alla fine dell'episodio 16 si allontana in sella ad una moto per non fare più ritorno.

Ma sopratutto, che diavolo di fine avrà fatto la mitica Signora Ceppo? Potrebbe essere proprio il pezzo di legno che stringe tra le braccia a svelare la soluzione di alcuni dei misteri rimasti irrisolti.

Un ceppo è una porzione d'albero. Alla fine della sezione trasversale di un ceppo - molti di voi lo sanno - ci sono anelli. Ogni anello rappresenta un anno di vita di un albero. Quanto tempo ci vuole per far crescere un albero? Non mi dispiace dirvi alcune cose. Molte cose non posso dire. Notate solo che il mio camino è sbarrato. Non ci sarà mai un fuoco là. Sulla mensola del camino in quell'urna ci sono le ceneri di mio marito. Il mio ceppo sente cose che io non posso sentire, ma il mio ceppo mi rivela delle cose. Mi dice delle nuove parole. Anche se ha smesso di crescere, il mio ceppo è cosciente”

 

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