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Troy Davis, l’innocente che verrà ucciso oggi dallo Stato della Georgia (USA)

Un cittadino statunitense, Troy Davis, verrà ucciso oggi (21/9) dallo Stato della Georgia negli Stati Uniti d’America con una iniezione letale. E’ quanto ha deciso il Comitato per la grazia della Georgia negando ieri la grazia all’afroamericano condannato da un tribunale nel 1991 per la morte di un agente di polizia.

L’innocenza di Troy Davis è però una certezza per molte ong, organizzazioni internazionali e per semplici cittadini sparsi in tutto il mondo. Non ci sono prove fisiche della colpevolezza di Davis, ma solo testimonianze che sono state ritrattate nell’arco degli anni. Sette dei nove testimoni, infatti, hanno modificato e/o ritrattato la loro deposizione, accusando la polizia di averli costretti a dichiarare il falso. L’ottavo testimone è lui stesso un altro sospettato dell’omicidio.

Monty Holes, uno dei testimoni su cui si basa la condanna inflitta a Troy Davis, ha affidato queste parole ad Amnesty International:

“Nell’Agosto del 1989 la polizia venne a parlare con me a proposito dell’agente assassinato nel Savannah. Volevano sapere se Troy Davis prese parte al delitto e se lui mi avesse detto qualsiasi cosa a riguardo. Mentre la polizia stava parlando, credevo che fossi nei casini. Ho detto loro che non sapevo chi avesse sparato all’agente, ma loro continuavano a farmi domande. A quel tempo ero veramente giovane e il loro interrogatorio era posto in modo da farmi sentire colpevole di qualcosa. Ero davvero spaventato. [...] Sembrava che non si sarebbero fermati fino a quando non avessero sentito da me quello che volevano sentire. Cosi io glielo disi. Firmai una dichiarazione nella quale sostenevo che Troy mi avesse confessato tutto”.

Amnesty International ha organizzato diverse iniziative negli scorsi giorni per chiedere la grazia a Troy Davis. Tra le altre sono state raccolte quasi un milione di firme in tutto il mondo. Un momento della raccolta firme a Milano. ©2011Trozzi/iEsperanto.eu

All’udienza del Comitato della Grazia, che si è svolta lunedì e ha visto gli avvocati della difesa e dell’accusa, ha partecipato anche Brenda Forrest uno dei giudici che ha condannato Troy Davis nel 1991. Forrest ha dichiarato che “Davis non sarebbe nel braccio della morte” con le nuove testimonianze che di fatto lo scagionano. A testimoniare a favore della clemenza c’era anche Quiana Glove, una donna del luogo che sostiene di aver sentito la confessione dell’altro sospettato, Sylvester “Redd” Coles, ubriaco ad una festa.

Numerosi sono stati gli appelli da parte della comunità internazionale per chiedere la clemenza a Troy Davis. Amnesty International ha raccolto in tutto il mondo quasi un milione di firme contro l’esecuzione dell’americano, e uguali richieste sono state avanzate dall’ex Presidente Jimmy Carter, Papa Benedetto XVI, l’ex direttore dell’FBI William Sessions, la figlia di Martin Luter King e molti altri.

La sezione italiana di Amnesty International esprime “rammarico” per la decisione del comitato e crede che “i dubbi sulla colpevolezza di Davis, un elemento costante nei 20 anni della vicenda giudiziaria, costituiscono una ragione ampiamente sufficiente per la commutazione della condanna a morte”. “In un sistema giudiziario imperfetto che prevede la pena di morte, gli errori sono inevitabili e, soprattutto, irrevocabili. Anche per questo, la pena capitale dovrebbe essere abolita” hanno continuato dalla ong.

L’ufficio centrale di Amnesty International ha inoltre lanciato un ultima disperata campagna virale per bloccare l’esecuzione della condanna definendola “Oltraggiosa. Semplicemente oltraggiosa”. Si può aderire alla campagna, aggiungendo il proprio nome, su questa pagina.

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