• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tempo Libero > Recensioni > Treeless mountain, di So Yong Kim

Treeless mountain, di So Yong Kim

 

 

Film minore e molto semplice, del 2008, in coreano coi sottotitoli, di quelli che passeranno in qualche sparuta sala di affezionati o … nello streaming di mymovies che ne ha permesso la visione. Chi ha sperimentato l’abbandono della propria madre nell’infanzia può capire bene che significato possa assumere la fermata dell’autobus da cui essa è partita, un punto di riferimento nella città sconosciuta. Presso questa fermata le due bambine, Jin di 5-6 anni e Bin forse di 4 anni, aspettano tutti gli autobus in arrivo, col porcellino-salvadanaio in mano pieno di tante monete perché la mamma aveva loro promesso che sarebbe tornata quando esso fosse stato riempito.
 
In qualche testo di psicologia è detto che a una mancanza così grande si reagisce da bambini in tre fasi: la prima di incredulità, negazione, “non è possibile, non è vero”; la seconda di dolore sordo e malinconia estesa nei propri giorni; nella terza fase, anche se la madre tornasse, la si rifiuterebbe. Jin faceva la pipì a letto già quando viveva con la madre, allora mancava solo il papà. Ma era una scolara promettente e una bambina ubbidiente. Improvvisamente tutto questo viene meno: la mamma parte, ufficialmente per cercare il marito che si è eclissato, di fatto perché vorrà procurarsi un lavoro e sa di non poter allevare le due bambine. Le affida dapprima a una loro zia in un’altra città, una zitella non molto umana con loro e che non sa curarsene; un po’ di calore troveranno in una signora vicina di casa (“ajiummà!”, signora, così invocano la sua attenzione) . Dopo verranno affidate ai nonni, alla nonna soprattutto che riesce a tenersele vicine, in un posto di montagna,treeless. Uccellini implumi in cerca di calore.


 
A Jin viene così a mancare la scuola, invidia gli altri bambini che ci vanno. Piange spesso ma deve farsi forza, ci sono drammi che aiutano a crescere ma lasciano una diffusa malinconia, che non manca in tutto il film. Si attrezza anche un po’, raccoglie cavallette che cuoce e rivende con la sorellina, sa pure mercanteggiare. Finiscono per cantare nel paesaggio montano accompagnando la nonna nelle opere sue, ma certi vuoti non si riempiono mai. 

 

 

 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità