Tre domande a... Massimo Alberizzi
Citizen Journalism: grande opportunità per la democrazia.
Questa domanda l’abbiamo rivolta ad un certo numero di giornalisti per renderci conto di quanto apprezzino o disprezzino questo straordinario strumento di comunicazione.
Qui di seguito le risposte di Massimo Alberizzi, corrispondente dall’Africa del Corriere della Sera, specializzato nei conflitti che sconvolgono il continente, consigliere Nazionale della FNSI.
Conosce il Citizen Journalism? Che cosa ne pensa?
Credo che il Citizen Journalism possa essere un valido supporto al giornalismo tradizionale, possa quindi affiancarlo e talvolta sostituirlo. Il Citizen Journalism può essere utile in diversi settori essenzialmente però la sua forza è nella cronaca.
Ricordo le riprese fatte con i telefonini a Londra durante gli attentati alla metropolitana tre o quattro anni fa. Lo scadimento dei giornali tradizionali, sempre più usati come strumento di lotta politica e non come mezzi di informazione, ovviamente favorisce il giornalismo dei cittadini.
In Italia la professione giornalistica è disciplinata dall’Ordine, un organismo obsoleto e vecchio che, secondo me, andrebbe abolito al più presto. Il rischio del CJ è che venga utilizzato per fini di parte, per diffondere notizie false e tendenziose, che il Italia – tra l’altro - costituisce un reato.
Insomma il CJ deve essere un giornalismo contro, che non deve guardare in faccia nessuno.
Commenti all'articolo
Lasciare un commento
Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina
Se non sei registrato puoi farlo qui
Sostieni la Fondazione AgoraVox