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 Home page > Tribuna Libera > Travaglio e l’indignazione della sanità pubblica

Travaglio e l’indignazione della sanità pubblica

“D’ora in poi solo chi presenterà e voterà una riforma che smantella le Regioni, costruisce un federalismo comunale e riporta la sanità in mano allo Stato avrà diritto di parola e di indignazione”

Queste le vibranti parole pubblicate il 14 aprile, sul Fatto Quotidiano, nell’editoriale a cura di Marco Travaglio, dopo l’ennesimo scandalo della Sanità dell’Umbria dove una allegra brigata di politici, massoneria, Vaticano, compari e concorrenti tra loro, si spartivano concorsi, nomine, assunzioni.

Ma il maggior focolaio di corruzione che avvolge e soffoca la Sanità pubblica è il suo rapporto di convenzione con le strutture sanitarie private all’interno del quale si creano le condizioni per ogni tipo di imbroglio (Formigoni è in galera per questo) e qui avviene il passaggio fraudolento di soldi pubblici nelle tasche dei privati. Occorre separare nettamente la medicina pubblica e quella privata convenzionata e obbligare i medici ad una scelta etica, o scegliere di essere al servizio dei cittadini, o essere al servizio dei profitti di imprenditori privati, che fanno della loro attività speculazione.

La medicina privata appartiene al mercato con le sue logiche, non ha alcun bisogno di essere sostenuta dallo Stato, se non fa profitti semplicemente chiude come accade a qualunque attività imprenditoriale. La medicina pubblica non è un’azienda e i politicanti che oggi la gestiscono devono sparire e lasciare il posto a funzionari del Ministero della Sanità. Prevenzione, educazione alimentare, informazione sessuale, per uno stato civile si trasformano in enormi risparmi di denaro e di sofferenze per i suoi cittadini, e ricordiamo che la maggior voce di spesa sociale (110 miliardi di euro l’anno) è quella della Sanità. Comunque complimenti a Travaglio che oltre a criticare si fa carico anche di fare proposte e questo è il giornalismo che ci piace. Paolo De Gregorio

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