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Traffico illecito armi leggere: “Veri strumenti di distruzione di massa"

I numeri nel nuovo report “Illicit small arms and light weapons”. 

Il traffico illecito di armi leggere come veri strumenti di distruzione di massa. Il dato emerge dal recentissimo rapporto “Illicit small arms and light weapons” elaborato dall’”European Parliamentary Research Service” in collaborazione con le Nazioni Unite. Si parla di un fenomeno con cifre da vertigine tali da aver catalizzato una crescente attenzione internazionale, dopo gli sforzi passati dedicati in gran parte al controllo della proliferazione di armi nucleari.

Le stime indicano in 875 milioni le armi leggere circolanti a livello mondiale ed appartenenti a privati cittadini. Tra guerre civili, o tra Stati, e criminalità organizzata, la proliferazione delle cosiddette “Salw”, sia in contesti di conflitto che di non conflitto, risultano essere la causa principale dell'aumento della violenza armata a livello globale. Ma anche fonte di insicurezza, di destabilizzazione di paesi e regioni, e di ritardo nella risoluzione dei conflitti. Senza contare le ricadute umanitarie e socio-economiche afferenti alla violenza domestica e di genere.

Stilare un nuovo trattato sul commercio di armi per farne uno strumento internazionaledi tracciabilità, è diventato uno dei principali impegni di ONU e Stati Uniti. L’Unione Europea ha deciso di sostenere gli sforzi in questa direzione considerando giuridicamente vincolante il rispetto di questo nuovo strumento, che promette di affrontare al meglio il trasferimento di armi convenzionali, e munizionamenti, e il controllo sulla proliferazione delle Salw. Proprio a settembre i leader mondiali si incontreranno presso le Nazioni Unite dei per adottare il nuovo quadro di sviluppo sostenibile internazionale che sarà valido fino al 2030. Si parla di 17 obiettivi in tutto di cui 16 orientati ai processi di pacificazione, inclusività, giustizia e responsabilità.

Al centro del dibattito il “Global Burden of Armed Violence 2015. In numeri: tra il 2007 e il 2012 sono morte violentemente almeno 508 000 . Tra queste vittime 70 mila sono decedute in conflitti diretti, 42 mila per omicidio colposo, 19 mila in esecuzione di pene capitali, mentre 60 mila sono solo le donne uccise in tutto il mondo ogni anno. Nell’insieme dei casi di morte si stima che il 44% è avvenuto per utilizzo di armi.

(A cura di Ines Macchiarola, giornalista freelance - [email protected])

Fonte di ricerca e di elaborazione: “Illicit small arms and light weapons” a cura di EPRS | European Parliamentary Research Service

 

Foto: Sir Mildred Pierce/Flickr

 

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