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Tortura, l’ONU: il Niger rischia di diventare un’altra Libia

Il Niger rischia di trasformarsi in una nuova Libia. L’Unione europea sta cercando di spingere o trattenere i migranti lì.

Un esperto del Comitato contro la Tortura delle Nazioni Uniteriporta il sito dell’ONU, ha dichiarato di essere « preoccupato per l’uso della detenzione degli immigrati ».

Il governo nigerino, infatti – spiega il rapporto del Comitato -, sin dal 2015, ha approvato una legge che « autorizza la detenzione dei migranti vittime di tratta ». Detenzione che si presta anche ad abusi: violenze, uso eccessivo della forza. Nel merito, il Comitato invita il governo ad « utilizzare la detenzione dei migranti solo come ultima risorsa ». Inoltre preme perché il governo possa « garantire indagini rapide, approfondite e imparziali e che i responsabili siano perseguiti e puniti ».

Il Comitato « raccomanda di accelerare la modifica del codice penale per perseguire la tortura e garantire il divieto di detenzione in isolamento ».

Ha espresso, ancora, la propria preoccupazione per i casi dei procedimenti di estradizione. « Misure adottate nonostante i rischi comprovati di tortura o maltrattamenti nel paese di ritorno ».

Il rapporto fa riferimento, in particolare, « al caso di 145 cittadini sudanesi rientrati in Libia nel maggio 2018, da cui erano fuggiti a causa della brutalità locale, nonché al caso di Saadi Gheddafiche è stato consegnato alle autorità libiche nel 2014, nonostante l’asilo concessogli dal governo del Niger e al grave rischio di tortura o maltrattamenti in caso di ritorno in Libia ».

Secondo gli esperti dell’ONU, il Niger dovrebbe garantire di astenersi dall’espellere, rimpatriare o estradare una persona verso un altro Stato in cui vi siano fondati motivi di credere che rischia di essere sottoposta a tortura o a maltrattamenti.

Infine, il Comitato dell’ONU hanno espresso preoccupazione per le cattive condizioni dei centri di detenzione, la pratica tradizionale dannosa della Wahaya e gli effetti dello stato di emergenza e della lotta contro il terrorismo sui diritti umani.

L’Italia addestra l’esercito nigerino contro i migranti e le sommosse

Il Niger, ricordiamo, è sede, dal 2018 (governo Gentiloni, PD) di una da sempre poco chiara missione delle forze armate italiane (MISIN). Tra i suoi obiettivi, lo scorso febbraio, l’allora ministro della difesa Elisabetta Trenta (M5S) ha dichiarato : « frenare e ridurre il flusso incontrollato dei migranti verso il nostro Paese ».

Poco comprensibili, anche, le attività addestrative, condotte sul posto, in agosto, dai carabinieri italiani per addestrare la Guardia Nazionale nigerina « a pianificare, organizzare e condurre in modo efficace le attività di intervento antisommossa ».

Qui il RAPPORTO ONU SUL NIGER.

Credits fotoMathieu Dessus (Flickr)

 

Questo articolo è stato pubblicato qui

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