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Torna la transumanza in Molise, 300 mucche sprintano verso l’Unesco

Riecco la transumanza, rito secolare dei pastori del mondo, che dal Molise ha preso il volo per destinazioni inedite, per esempio Parigi dove, forti di un partenariato internazionale di qualità, si scommette sul riconoscimento tra i beni immateriali dell’Unesco, magari già tra un anno.

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Il guado del Biferno
Le circa 300 mucche della famiglia Colantuono attraversano il fiume dei Sanniti (il Biferno) all’alba del’ultimo giorno di viaggio.

La tradizione agropastorale che si perpetra sulle antiche autostrade verdi, i tratturi, torna come ogni anno nei quattro giorni finali dell’ultima settimana di maggio, solitamente con la luna piena, perché un tempo si viaggiava anche di notte. Parliamo della transumanza orizzontale di bovini, unica in Italia, che dal lato più alto del Tavoliere delle Puglie, proprio ai piedi del Gargano, partirà mercoledì 23 maggio con la regia della famiglia Colantuono, molisani di Frosolone. Un gruppo di fratelli e cugini efficacemente rappresentato sul piano mediatico da Carmelina, l’ultima cowgirl con speroni a cappello. I Colantuono producono formaggi di qualità, risultato della transumanza, del tramando e della straordinaria biodiversità dei pascoli di riferimento.

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L’arrivo a Castropignano
La mandria sale verso il tratturo Lucera-Castel di Sangro

Il viaggio è lungo 180 km. Partenza in Puglia, dalla masseria di San Marco in Lamis, dove le oltre 300 mucche di razza podolica e marchigiana hanno trascorso gli ultimi sei mesi. E’ un riposo interminabile, intervallato dalla mungitura e dal pascolo in totale libertà, che s’interrompe ai primi caldi pre-estivi. Quando arriva il grande giorno la mandria si raggruppa, trepidante, perché sa che qualcosa di speciale sta per accadere. Il cammino verso le alture molisane comincia così. Sono giorni che richiamano il passato, lungo i tratturi, alcuni dei quali sono ancora intatti, cioè d’erba e ghiaia, e larghi 60 passi napoletani, che corrispondono a 111 metri.

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Tra la pianura pugliese e e le colline molisane
La varietà del paesaggio della transumanza
La transumanza sale piano verso il Molise, seguendo le tappe e i bivacchi. Il fuoco è una costante delle notti dei mandriani, così come le chiesette disseminate sul percorso, che caratterizzano la ‘sacralità’ di un rito legato alla devozione e, in passato, anche allo scambio di beni. Tre i tratturi attraversati: il Magno L’Aquila-Foggia, incrociato per un breve tratto nei pressi del fiume Fortore a San Paolo di Civitate, il Celano-Foggia e il Lucera-Castel di Sangro. Tratturelli e bracci tratturali fanno da raccordo. Paesaggi verdi, distese di grano, colline e ascese più sensibili: c’è tutto nella transumanza, anche il guado del fiume dei Sanniti, il mitico Biferno, altro momento imperdibile che apre l’ultimo giorno di cammino. Le mucche attraversano le acque gelide all’alba, stentando dapprima sui sassi, poi può compatte e sicure. L’incontro è con la storia più nobile di una regione piccola, il Molise, ricca di esperienze ancora lontane dal ‘grande giro’. Una nicchia che respira e in parte resiste. In parte, perché non è tutt’oro quello che luccica.
 
Ogni edizione la transumanza vive le difficoltà tipiche dell’evento borderline. Scarsi finanziamenti, infinite autorizzazioni da ‘strappare’ per attraversare tutti i territori e l’incombenza del cemento. Quest’anno la prima tappa vivrà un momento unico nel suo genere, che probabilmente rappresenta al meglio la tenacia dei Colantuono e le insidie evidenti di questi tempi per chi opera nel mondo rurale: la mandria dovrà attraversare un cantiere di una strada d’asfalto che sta per raddoppiare le carreggiate. Le mucche nella polvere, che però non è quella naturale dei tratturi. La resistenza è straordinaria. D’altronde il sogno Unesco è fresco come il foraggio di primavera, che alimenta le mucche dei Colantuono. Vale la pena di camminare ancora a lungo. E sostenere la transumanza, magari anche solo vivendola sulla pagina facebook ‘Transumanza e altre meraviglie dal Molise’ dove l’evento sarà seguito in presa diretta fino all’arrivo, sabato 26 maggio, agli oltre 800 metri di Acquevive, frazione di Frosolone, Molise.

(Maurizio Cavaliere)

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