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Tormentone di Natale: Monti sì, Monti no

Quest'anno non avremo il cine-panettone, ma in compenso abbiamo il tormentone di Natale: Monti sì, Monti no.

La fine della legislatura è stata anticipata, causa la sfiducia espressa da Berlusconi all'attuale governo Monti. A mio avviso, egli pensava da un lato di intercettare il "treno dell'antipolitica" scatenato da Grillo e di sfruttare il malumore sociale innescato dagli effetti cocenti dell'austerità-recessione, dall'altro lato di riparare alla meglio lo sconquasso del PDL in liquefazione. Nel frattempo il PD ha celebrato alla grande, con un certo effetto di ritorno, vista la partecipazione, le sue primarie, offrendo, nello stesso tempo, l'esca del competitor Renzi, sirena per le orecchie di gente moderata.

Monti, da politico consumato, è sfuggito alla morsa della lenta agonia preparata da Berlusconi, annunciando le sue dimissioni a partire dal momento stesso dell'approvazione della "legge di stabilità". Così facendo, ha provocato un processo a catena, che, sul piano europeo, si è sviluppato in una sequenza ininterrotta di attestati di stima alla sua persona ed al suo governo, congiunta con un'esplicita diffida al ritorno di Berlusconi.

Sul piano nazionale si è incrementato il movimento filomontiano di aree politiche trasversali, ed ormai siamo davanti ad una "fibrillazione" degli organi d'informazione (o di disinformazione?), i quali imbastiscono ogni loro servizio con questo quesito di fondo: Monti sì, Monti no.

In un paese di democrazia normale ci si preoccuperebbe piuttosto di stimolare i protagonisti della dialettica politica a chiarire meglio le questioni di fondo e le peculiarità delle risposte di ciascuna area politica. Dentro l'esasperante "battage" mediatico si possono ritrovare alcune note preoccupanti. Per prima cosa, un cedimento incondizionato alla politica in chiave di leaderismo carismatico (Monti superman al posto di Berlusconi in declino, anche se lui non si è mai dichiarato l'"unto del Signore").

In seconda battuta, una coalizione ad excludendum - non nuova, per la verità! - con la gerarchia ecclesiastica in prima linea, artificiosamente protesa ad inficiare la qualità democratica della prossima competizione elettorale.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.6) 18 dicembre 2012 15:22

    Monti-Bersani si, Monti-Bersani no! Entrambi tassano i più deboli. Con la differenza che Monti èè più tenero di Bersani. Chi scegliere? Normalmente, nessuno dei due, e tanto meno il trio ABC supportato da Re Giorgio. Ma gli italiani, nella loro cronica stupidità, sceglieranno Bersani. Per poi mordersi le mani. Come fecero con Prodi. La storia si ripete, purtroppo, senza insegnar nulla al volgo.

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