Tim Cook a Firenze e i benefattori dell’umanità
Coloro che pensavano che i benefattori dell'umanità fossero i Pasteur o i Fleming, o quelli che soccorrono le vittime delle guerre e delle carestie, faranno bene ad aggiornare i loro parametri. I tempi stanno cambiando. The times they are a changin'.
I benefattori dell'umanità oggi operano nel settore dei dispositivi elettronici. Lo sostiene il numero uno di Apple, che a Firenze ha incontrato gli studenti italiani che, secondo quando riportano i cronisti, lo hanno accolto con ovazioni da rockstar. (Valli a capire poi, questi studenti.)
I moderni filantropi, dunque, nascono dall'incontro tra gli standard lavorativi delle megafabbriche di Pegatron a Shanghai e Foxconn a Shenzhen e l'aliquota agevolata d'Irlanda, che per Apple era dell'1%, poi è scesa allo 0,5%, e poi allo 0,005%. Cioè, in proporzione, 1/20, 1/40 e 1/4000 di quanto paga un normale lavoratore dipendente.
Che dire, ce ne devono essere parecchi in giro, di questi benefattori, se le condizioni dell'umanità sono quelle che sono.
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