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The verygOLD Empire State Building Mind

 

Nell’articolo “Il vaso di Pandora” ho riportato lo scambio epistolare con Giulietto Chiesa al quale ho ribadito l’importanza ‘strategica’ di caratterizzare ontologicamente la critica ‘di sistema’. In caso contrario, sostengo, è improbabile poter contrastare in modo efficace la fede dominante ed il ‘dio’ che essa sottende. In “La materia di Dio” ho anche cercato di tracciare la possibile linea di demarcazione fra le due versioni della ’divina’ volontà. 

Dell’esigenza di considerare con attenzione il piano ontologico avevo già anche anticipato più in generale nel mio primo articolo su AgoraVox.. Sul piano storico concreto, quello che ci vede tutti ‘complici’ e quello nel quale gli ‘schiavi’ legittimano i ‘padroni’, la maggioranza dei più o meno liberi popoli si aggrega intorno al ‘dio’ che li ‘mantiene’ al di sopra di una soglia minima di sopportazione psicologico-economica.

 

Sempre in materia, visto che ormai non se ne può più uscire, riporto qui alcuni estratti significativi del libro Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione nel quale Michael Hardt ed Antonio Negri sviluppano un complesso excursus critico che sembra poter ‘supportare’ la mia tesi di fondo. 

 

Ancorché gli autori tendano ad essere ‘allergici’ all’approccio formale alle questioni, a dimostrazione di quanto esso sia invero essenziale anche per le implicazioni concrete del loro discorso, ne ho caratterizzato un doppio livello semantico

 

1) evidenziando in neretto i passaggi ed i concetti chiave che attestano l’importanza del senso e del fondamento al quale più o meno implicitamente ci si ‘ispira’

 

2) dando altresì rilievo in corsivo alle specifiche scelte terminologiche, che testimoniano in maniera inequivocabile il carattere intrinsecamente ’divino’ del ‘sistema’ in oggetto.

 

Per quanti hanno letto i miei ultimi articoli, a riconferma del nesso che riconduce l’ontologia delle differenti discipline alla stessa comune ‘materia’, il titolo del presente scritto si è a sua volta ‘ispirato’ alla stretta correlazione fra la versione sociologica e quella fisica dello ‘Stato delle cose’, richiamando fra l’altro implicitamente La nuova mente dell’imperatore del notissimo fisico Roger Penrose, ma dandone contemporaneamente una dorata tradizionale lettura. Beninteso il nesso simbolico fra oro, denaro, potere, tradizione, Impero, religione, Stato ed il nomignolo dell’autore è puramente cosuale. E, a proposito di cosualità (mistico intreccio fra cosa e caso),sembra anche simpatico notare la dimensione olistica della ’vecchia’ D che compare nel titolo. 

 

E’ davvero curioso constatare che, mentre ognuno è disposto a riconoscere il carattere piramidale della struttura sociale, pochissimi sappiano riconoscere in esso la convergenza in Uno di tutti i suoi aspetti. 

Della guerra ‘santa’ fra le interpretazioni di quell’Uno si occupa la psicosinergetica che ne tratta le Reti ed il Senso e con esse la più intima R&S.

 

 

Da: Impero. Il nuovo ordine della globalizzazione

 

pag. 27 - Mentre analizziamo e sottoponiamo a un vaglio critico le nuove forme del diritto internazionale, veniamo contemporaneamente spinti verso il cuore della dottrina politica dell’Impero, in cui le questioni della sovranità sovranazionale, del suo fondamento di legittimazione e del suo esercizio chiamano in causa problemi politici, culturali e, in ultima analisi, ontologici.

 

pag. 28 - l’Impero supera la dimensione del tempo storico, sospende la storia e riassume il passato e il futuro nel proprio ordine giuridico. In altri termini, L’Impero rappresenta il proprio ordine come un che di permanente, eterno e necessario.

 

pag. 31 - Soprattutto, sia il processo di costituzione, sia gli attori che in esso agiscono, sono attratti in anticipo verso il vortice centrale definito positivamente.

 

pag. 36 - L’Impero sta emergendo come un centro che sostiene la globalizzazione delle reti produttive, tesse una rete ampia e comprensiva per includervi tutte le relazioni di potere all’interno del suo ordine mondiale.

 

pag. 37 - (...) la teoria e la prassi possono trovare, ancora una volta, una base ontologica dell’antagonismo all’interno dell’Impero, ma anche al centro e al di là dell’Impero, allo stesso livello della sua totalità

 

pag. 75 - Come può trovare un centro il lavoro produttivo disperso nelle reti? In che modo la produzione materiale ed immateriale dei cervelli e dei corpi della moltitudine può costruire un senso e una direzione comuni? 

 

pag. 93 - Le forme politiche democratiche, plurali e popolari, potranno anche essere proclamate, ma la sovranità moderna avrà sempre una sola configurazione politica: un unico potere trascendente

 

 

 

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