• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > The fighter: voglia di riscatto sociale

The fighter: voglia di riscatto sociale

The fighter è un film del 2010 di David O. Russell. Il film prende libera ispirazione dalla vita del pugile americano Micky Ward. Il film parla anche del suo fratellastro Dicky Eklund, allenatore del fratello per una parte della sua vita sportiva.

Il film comincia con il farci vedere Micky che viene allenato da Dicky. Quest’ultimo è tossicodipendente e spesso è assente agli allenamenti del fratello perché si droga in una crack house. Agli allenamenti di Micky assiste anche la madre Alice. Prima di un incontro nel quale viene massacrato Micky incontra Charlene, una barista molto carina e prorompente.

Una sera Micky sta cenando con la famiglia e fuori il locale il fratellastro Dicky sta avendo una violenta colluttazione con dei poliziotti. Mickey interviene e viene arrestato insieme al fratellastro. Mentre Micky esce di prigione Dicky vi resta per le sue tante azioni criminali. A questo punto Micky prende una decisione drastica: lasciare fuori dai suoi allenamenti e dalla sua preparazione sia Dicky che la madre. A supportarlo nella sua decisione è Charlene, la quale pensa che il fratellastro e la madre siano per Micky solo fonte di problemi.

La sera della diretta televisiva di un documentario sulla vita di Dicky, quest’ultimo si sta godendo il suo momento di gloria. Egli è accolto nella stanza della televisione dall’entusiasmo di tutti gli altri detenuti. Il documentario, però, non presenta i successi sportivi del pugile ma ritrae la sua tossicodipendenza. A questo punto Dicky decide di cambiare vita e di chiudere con la droga. Intanto, Micky vince un incontro dopo l’altro e ora deve affrontare Sanchez, un pugile imbattuto. Micky riesce a sconfiggerlo con delle tecniche insegnate a lui dal fratellastro.

Dicky esce di prigione ed ha una discussione violenta con Charlene. Dopo tale discussione la ragazza è d’accordo sul fatto che torni ad allenare Micky. È proprio grazie all’aiuto di Dicky e ai suoi consigli, che Micky diventa campione del mondo della sua categoria. Nonostante tutti i guai combinati in passato Dicky è riuscito a riscattarsi e a portare il fratellastro al successo. Sia Dicky che Micky ora sono un orgoglio per Lowell, la loro città di appartenenza, mentre prima rappresentavano una vergogna. Il film finisce con una scena che ritrae i due fratellastri “reali” al posto degli attori che li hanno interpretati.

Riguardo gli attori, Micky è interpretato da Mark Wahlberg, Dicky da Christian Bale, Charlene da Amy Adams e Alice da Melissa Leo. Il quartetto di attori è strabiliante e rende davvero entusiasmante una storia a tratti tragica e a tratti esplosiva e avvincente. Christian Bale crea un personaggio istrionico e profondo allo stesso tempo. Amy Adams e Melissa Leo danno vita a due donne in cui è preponderante la fisicità e l’irruenza. Mark Wahlberg, invece è un personaggio tormentato alla ricerca del riscatto per sé, per la sua famiglia, per la sua intera città. Il tema principale del film è proprio il riscatto, il recupero di una vita sia dignitosa che entusiasmante. Riscatto che include anche la voglia di successo e di realizzazione personale.

Un film davvero elettrizzante per alcune scene di un impatto considerevole. Il personaggio di Charlene è anche sensuale e sexy, un personaggio che si distingue anche per il suo coraggio e per la sua determinazione. È inevitabile anche lo scontro tra Charlene e Micky da un lato e Alice e Dicky dall’altro lato: uno scontro appassionante, che sembra poter essere paragonato agli scontri che vediamo sul ring, certamente uno scontro fra differenti modi di vivere.

Il film ha vinto gli Oscar per miglior attore non protagonista e migliore attrice non protagonista, attribuiti rispettivamente a Christian Bale e Melissa Leo, i quali, con la loro prova, hanno trasmesso al film consistenza e tenacia, come anche fisicità ed energia. Il film ritrae personaggi di classi sociali discretamente basse oltre a ritrarre il problema della tossicodipendenza.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità