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The elephant man

Vedere il film The Elephant Man la prima volta a 40 anni dalla sua uscita, lacuna colmata. Un tributo che si deve a questa personalità del cinema, David Lynch, creatore eclettico non solo di cinema ma pittore, scrittore, musicista, cantante. 

Persona geniale che questo film realizzò già all'età di 34 anni, catalogandosi come disallineato rispetto alle etichette dei benpensanti, non da Oscar insomma, ma nonostante le candidature svanite fu il film di maggiore incasso a quei tempi. Una vita intellettuale ben spesa, è sua la frase “le idee arrivano nei modi più impensati, basta tenere gli occhi aperti”. Fu ben spesa anche la vita del protagonista del film, il John Merrick effettivamente esistito (1862-1890, affetto da neurofibromatosi), utilizzato come attrazione per le sue deformità nei baracconi di periferia, i quartieri sordidi e maleodoranti della Londra dell'800. Da questo punto di vista, antropologico, ricorda la Venere Nera, film del 2011 sulla giovane donna ottentotta dall'apparato genitale ipersviluppato. Il b/n di questa pellicola fotografa Londra agli albori dello sviluppo industriale, le tante manovalanze, il carbone, la netta distanza tra upper e lower class. Il tema è il pregiudizio, è John Merrick stesso a dire la gente teme quello che non capisce, quando è approdato ad una parte più elevata della società per merito di un medico (Anthony Hopkins) che lo vuole studiare ma che ne scoprirà le grandi doti d'intelligenza e cultura. Merrick (John Hurt è l'attore) sarà grato a costoro per semplicemente sentirsi amato e rispettato come persona e non più come attrazione curiosa.

 

Anche i nuovi “impresari” di Merrick, i medici, verranno accusati di manipolarlo o sfruttarlo pei loro studi, e la upper class per utilizzarlo come lavacro di coscienza, lo tratterebbero bene per impressionare i loro amici. L'accoglimento sarà incoraggiato perché la regina Vittoria, tramite la sua principessa, comunicherà all'ospedale dov'è ospitato il rinnovo del suo sostegno economico per la ricerca. Merrick avrà anche il bacio e l'amicizia di una grande attrice del tempo e, come succede sempre, se gente elevata o in vista ha buona considerazione di qualcuno, costui verrà rispettato e finanche riverito.

 

La poetessa Alda Merini sostenne che “E' l'imperfezione a scandalizzare, come fosse una colpa”. Si potrebbe aggiungere che sono le apparenze, i modi di presentarsi a sguardi esterni che generano pregiudizi sbagliati, soprattutto da parte di persone ignoranti che si fermano alle esteriorità. Merrick qui appare senza alcuna virtù estetica, considerato un “rifiuto umano” da gente rozza, è come nudo agli occhi altrui, non attrezzato di forme di qualche eleganza, e come “rifiuto umano” non se ne vede l'umanità che emana e la sua sensibilità. Un ottimo film, interpretazioni ottime, specie dei figuri più cattivi.

 

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