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 Home page > Attualità > Ambiente > «The age of stupid» ? in risposta ad un commentatore ostinato

«The age of stupid» ? in risposta ad un commentatore ostinato

L’articolo da me redatto Riscaldamento globale : «The age of stupid» ? ha avuto la laude di un commento ad opera di Renzo Riva. Ho avuto la curiosità di conoscere questo signore. E a mio stupore decine di pagine di google non bastano a contenere il suo operato in rete. In effetti il signor Riva lascia con decisione ferma i suoi connotati completi sulla strada del suo proselitismo in favore della risurrezione del nucleare e a proseguire il suo impegno a esorcizzare ogni parola, atto o persona che allontani da questo scopo da lui difeso. In questa crociata non esita a avvalersi di modi e argomenti contundenti. Così ho avuto l’occasione di sapere che il Sign. Renzo Riva è membro e espressione di un Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare ormai da diversi anni, originario e residente del Friuli-Venezia Giulia è tesserato del Nuovo Psi-Fvg. In un suo blog, per il momento in stallo, nell’unico post da lui redatto in datato del 19 aprile 2009 scrive:

Con questi politici il nucleare non vedrà l’alba in Italia.
Le energie alternative significano soldi da gestire e per questo tutti i politici le vogliono: dal sindaco del più piccolo comune ai presidenti delle regioni.
Per di più la regione fvg è la mosca cocchiera dell’insensatezza di dover raggiungere il 25 % con le rinnovabili (vedi mia lettera al Messaggero Veneto del 8.4.2009).
Tutti vogliono spendere e nessuno sa e propone come rimpinguare le casse nazionali.
Se si spende nelle rinnovabili non ci sono soldi da spendere nel nucleare; con l’aggravante che dopo aver installato pannelli fotovoltaici, pal(l)e eoliche, turbine per le maree ecc. saremo energeticamente con il culo per terra e senza potenza elettrica quando serve.
Ieri al convegno che vedeva relatore il prof. Franco Battaglia all’istituto Kennedy di Pordenone ho potuto verificare i gravi danni recati alle menti degli studenti, attraverso l’analisi delle loro considerazioni e domande, in venti anni di pensiero unico "Verde".

[i passaggi in grassetto sono del redattore di questo articolo]

Vorrei rispondere al signore Renzo Riva con una fiaba.

IL LUPO E L’AGNELLO [LUPUS ET AGNUS] di Fedro (Nato nel 15(?) A.C., morto nel 50(?) D.C.)

Un lupo e un agnello, spinti dalla sete, vanno allo stesso ruscello.
Il lupo sta più in alto e, un po’ più lontano, in basso, l’agnello.


Allora il malvagio, incitato dalla gola insaziabile, cerca una causa di litigio.
"Perché - dice - mi hai fatto diventare torbida l’acqua che sto bevendo?
E l’agnello, tremando:
"Coma posso - dice - fare quello che lamenti, lupo? L’acqua scorre da te alle mie sorsate!"
Quello, respinto dalla forza della verità:
"Sei mesi fa - aggiunge - hai parlato male di me!"
Risponde l’agnello:
"Ma veramente... non ero ancora nato!"
"Per Ercole! Tuo padre - dice - ha parlato male di me!"
E così, lo afferra e lo uccide dandogli una morte ingiusta.
Questa favola è scritta per quegli uomini che opprimono gli innocenti con falsi pretesti.

Nota.
Per seguire l’opera di semina di Renzo Riva, Nuovo Psi-Fvg/Comitato Italiano per il Rilancio del Nucleare, sul sito di AgoraVox Italia seguite questo link

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 5 ottobre 2009 13:45

     


    Chi era Stanislao Barnaba morto avvelenato nell’anno 1904 per mano di potentato economico/sociale? E perché fu ucciso?


     

    Figlio di numerosa famiglia annoverava, fra gli altri, due fratelli ed una sorella con abito talare ed un altro fratello il “mestri di Buç”.

    Imbarcato su navi fece poi molti mestieri (oggi si direbbe polivalente).

    Successivamente lavorò “pes Gjermanies” dove il suo nome Stanislao subì una modifica da parte dei colleghi perché a loro dire impronunciabile.

    Da lì il soprannome che distinse la sua discendenza.

    Slabar divenne pertanto uno pseudonimo riconosciuto ed una volta rientrato e sposatosi con ”Minse”, Anna Maria Taboga deceduta poi all’età di 79 anni il 2 ottobre 1939, ebbe la figlia Lucia il 12 maggio 1885 deceduta 16 marzo 1967, si dedicò a qualsiasi attività per sbarcare “il lunâri”.

    Uno spirito da uomo libero; liberalsocialista ante litteram?

    Nell’anno 1904 accadde che qualcuno dei “potenti” di Buja prese di mira la costruzione e l’area del Municipio: posizione strategica con antistante piazza e Duomo a lato.

    Questi brigò per venirne in possesso, montando un “ambaradam” per spostare in altra posizione la sede municipale, artatamente fatta passare per migliore ed idonea: Villa Barnaba (una volta Villa Eustacchio: altra storia che meriterebbe un discorso a parte).

    Come sempre accade in questi casi l’opinione pubblica bujese si divise in due parti: c’era chi parteggiava a favore e chi si schierava contro.

    Fu pertanto indetta un’assemblea pubblica a Santo Stefano e qualcuno artatamente condusse l’assemblea “pro domo sua”: come certe assemblee sindacali e politiche odierne, di cui conservo imperitura memoria.

    Ad un certo punto il mio avo, che si era recato colà con il suo mulo, visto che la gente parlava, parlava e non concludeva nulla, con il rischio che un’oligarchia potesse poi arrogarsi il diritto di decidere, propose di fare scegliere al suo mulo, in una specie di testa e croce.

    La prima domanda fu: ”Il municipo deve essere trasferito a “Villa Barnaba”?” Il mulo scuotendo la testa rispose no.

    Alla riprova con la seconda domanda se dovesse restare dov’era il mulo con il movimento della testa assentì.

    Al che il mio avo emise la sentenza: “Vedete! Anche il mulo dice che deve restare dov’è.”

    Immaginatevi la scena se al posto del mulo ci fosse stato un asino.

    Alla fine dell’assemblea fu invitato a bere qualcosa “lì di Cavalét” e senza alcuna sentenza di morte si ritrovò cadavere all’età di 50 anni, in data 28 dicembre 1904.


     

    Tutto questo l’ho in parte appreso da mia nonna “Lu(s)sie Slabar” e più compiutamente da mia zia Ines Riva ved. Covasso, tuttora vivente.

    Trasposto ad oggi quest’evento dico: “Devo stare attento a non accettare alcuna offerta “da bere” per evitare di finire come l’avo. Il fronte favorevole al fotovoltaico di Buja è ampio, forse perché le persone non sono state compiutamente informate?


     

    Alla meditazione delle persone bujesi la “vexata questio” con gli allegati informativi.


     

    Mandi, Renzo Riva

    Scritto in data 2006.05.22

    • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 6 ottobre 2009 12:36

      Cara Resistenza (neppure elettrica) donna o uomo che sia,
      Se vuole/vuoi avere un confronto con me sarei ben felice di poter dimostrare che sei un lupo o lupacchiotta.
      I miei dati sono pubblicati pertanto...

      Un amico m’invia e-mail con il seguente testo:

      Veramente divertente la favola del Lupo e dell’Agnello CON LE PARTI SCAMBIATE OSSIA COL LUPO CHE SI TRAVESTE DA AGNELLO E ACCUSA DI LUPERIA L’AGNELLO. 
      Renzix perche’ non ti fai una assicurazione sulla vita da un milione di euro e mi dichiari tuo beneficiario nel caso tu passassi a miglior vita come il tuo avo? Sta solo attento alle clausole che diano valida l’assicurazione anche in caso di morte violenta o comunque voluta e organizzata dai verdastri...
      Da me non hai certo nulla da temere (non sarò certo io a voler ridurre il numero dei congressi futuri da te organizzati con contorno di belle fanciulle) ma credo che un milioncino mi addolcirebbe il dolore della tua imminente dipartita (non temere ho toccato ferro anche a nome tuo)...

      Mandi,
      Renzo Riva
      [email protected]
      349.3464656
  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 6 ottobre 2009 13:09

    http://www.portadimare.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9893&Itemid=1

    Una mappa su Google Maps degli impianti fotovoltaici che stanno sorgendo a Nardò Scritto da Redazione   lunedì 05 ottobre 2009 NARDO’ - Il fotovoltaico selvaggio che uccide l’agricoltura e il paesaggio del Salento. Una proposta singolare di Nuova Messapia.

     

    Sembra assurdo ma una tecnologia utile e da favorire come l’energia fotovoltaica, assecondata da leggi regionali deregolanti e carenti di indicazioni come è il P.E.A.R. varato dalla Regione Puglia, ha dato il via ad una forsennata corsa verso attività speculative a discapito dell’agricoltura e dell’allevamento locali, distruggendo tragicamente flora, fauna e paesaggio, ma questo è quanto sta succedendo in molti paesi del leccese. 
    Una miriade di aziende che operano nel campo delle energie rinnovabili hanno scoperto il nuovo "Eldorado" nell’ottenere facilissime autorizzazioni (specie per impianti fino a 1 MegaWatt di potenza) e nell’installare per ettari ed ettari senza nessuna prescrizione pannelli fotovoltaici tra olivi secolari, prati rocciosi dedicati a pascolo e masserie storiche. Così il Salento sta svendendo la sua più preziosa e interessante risorsa rappresentata dalla tipicità territoriale, dove antiche masserie e territori rurali incontaminati formano un’originaria identità paesaggistica. 
    Tra pochissimi anni, se non si opera a tutelare subito questo immenso patrimonio di tutti i salentini, potremo ammirare al posto di estesi oliveti secolari tipici, di zone verdi in cui si trovano le ultime propaggini di macchia mediterranea, di zone umide, di prati rocciosi con gli armenti al pascolo, dei vigneti e dei boschi di conifere, (l’uniche e vere ricchezza delle nostre terre), distese sterminate di pannelli in silicio, con o senza inseguitore solare sostenuti da pali zincati, conficcati nel suolo con plinti di cemento accompagnati da chilometri di cavi elettrici. 
    L’introduzione di questa tecnologia al di fuori di ogni dubbio industriale camuffata da un’ipocrita eco-sostenibilità comporta stravolgimenti radicali della geomorfologia di estesissime parti del nostro delicato territorio rurale: basti pensare che un parco di 1 MegaWatt equivale a 3 ettari di terreno e il conto è presto fatto.
    In molti comuni sono previsti parchi che raggiungono la copertura complessiva di 100 ettari. Per entrare meglio nelle dimensioni basti pensare che un parco di 100 ettari di fotovoltaico dislocato su suolo agricolo equivale all’estensione di un paese di 3.000 abitanti. Quanti tetti dei nostri tanti paesi potrebbero ospitare dei piccoli impianti domestici con gratificazioni economiche distribuite a tutti cittadini?
     
    Questi territori interessati dai progetti di "parchi industriali" di pannelli fotovoltaici hanno subìto, subiscono e subiranno l’estinzioni delle fortemente caratteristiche rocce affioranti, i cosiddetti ‘cozzi’ o ‘cuti’, dove un tempo si facevano pascolare gli armenti, importantissimi per la termo-idro regolazione del microclima ed essenziali per una miriade di specie floro-faunistiche locali. Da oggi in poi si presentano dissodati e appiattiti come tanti campi da bocce posti uno accanto all’altro. 
    Tali campi saranno resi sterili e volutamente inquinati a suon di pericolosissimi diserbanti, già da tempo utilizzati in agricoltura con effetti altamente nocivi per gli agricoltori e i consumatori, nei campi fotovoltaici saranno utilizzati senza troppe attenzioni vista le finalità ‘non agricole’ dell’impianto e l’assenza di controlli e di indicazioni in merito da parte degli enti preposti. 
    Per non parlare della cementificazione indiscriminata e del forsennato consumo del territorio e del paesaggio bene collettivo tutelato finanche dalla costituzione repubblicana. 
    Difatti la trasformazione di ottimo suolo agricolo, o da pascolo, si vedrà violentato da chilometri di cavi elettrici e cabine ad alta tensione necessarie per il trasporto e il defluimento della corrente elettrica prodotta, pali di illuminazione posti nei parchi come dissuasori per prevenire furti e atti vandalici produrranno un ulteriore e dannoso inquinamento luminoso. 
    Sicuramente resterà qualcosa per i cittadini e per i lavoratori locali? 
    Pensiamo proprio di no! Difatti questa è una neo-colonizzazione energetica dove in loco ci sono solo i cosiddetti ’sviluppatori’ piccole aziende locali che fanno sì di ottenere tutte le autorizzazioni necessarie per poi venderle, o meglio svenderle, a grandi ditte delle energie rinnovabili del nord Italia o, peggio, a multinazionali dell’energia. Il vero affare è nel Conto Energia e nei Certificati Verdi. Il Conto Energia è un’agevolazione governativa che integra il costo di un kilowatt pagandolo tre volte tanto e rendendolo vantaggioso per l’azienda titolare della produzione energetica. I certificati verdi sono degli speciali attestati rilasciati alle aziende che producono energia da fonti rinnovabili che attestano la non immissione in atmosfera di gas serra prima fra tutti la CO2. Questi certificati possono essere venduti dalle aziende produttrici di energia elettrica da fonti rinnovabili ad aziende di produzioni inquinanti, quali Cerano e ILVA di Taranto, al fine di permettergli ancora di inquinare e mortificare le genti che lavorano e vivono intorno. È un vero e proprio mercimonio dell’ossigeno in cambio di gas nocivi. 
    E il cittadino che vedrà sorgere questi parchi fotovoltaici intorno alle sue zone agricole che ci guadagna? 
    Beh, gli unici ad avere un contentino, a dire il vero molto misero, sono i proprietari dei terreni.
    Ai proprietari spesso annichiliti dal miraggio del guadagno facile, vengono pagati indennizzi a seconda dell’entità del parco che possono variare da 3.000 € a 20.000 € l’anno. Ma una volta dismesso il parco spesso il costo di smaltimento dell’impianto, di ripristino dei luoghi e di bonifica se lo dovrà accollare il proprietario del terreno, e i costi superano di gran lunga i denari "guadagnati" per l’indennizzo.
     
    A volte non ci guadagno neppure questo poiché le stesse aziende acquistano direttamente i terreni dove localizzare l’impianto. 
    Di contro il resto dei cittadini non ne guadagna un bel niente, neppure una semplice riduzione della propria bolletta elettrica. 
    Veramente il cittadino, a conti fatti, ha tutto da perdere soprattutto in termini di salute e qualità della vita: inquinamento da diserbanti, aumento del processo di desertificazione del territorio, esponenziale aumento di fonti di inquinamento elettromagnetico, perdita irreversibile della tipicità dei territori salentini, riduzione dei suoli agricoli (il futuro prossimo si giocherà su risorse idriche e territori agricoli), cementificazione e industrializzazione dei territori destinati all’agricoltura e all’allevamento, perdita irreversibile di bellezze storico-paesaggistiche con gravissimo danno per le attività turistiche, inquinamento delle falde per aumento di diserbanti, dispersioni e scariche elettriche. 

    Di certo tutta questa energia ci serve per le nostre abitazioni e aziende? È da sottolineare che noi, come regione Puglia, produciamo il 90% in più del nostro fabbisogno energetico, quindi siamo già una colonia energetica, e l’energia elettrica prodotta i Puglia serve a coprire il deficit di altre regioni. Le rinnovabili sono tecnologie che mal si prestano alla produzione massima di energia poiché l’energia più lontano va e più si disperde nel percorso. Le rinnovabili sono energie che devono essere prodotte e utilizzate in loco! Senza il Conto Energia e i Certificati Verdi le grandi industrie non avrebbero nessun interesse verso la produzione di energia elettrica da fonti alternative e rinnovabili, di contro il cittadino, o l’azienda, che produce energia da fonti rinnovabili per l’autoconsumo ha maggiori e innegabili benefici. Cosa fare? 
    La cosa da fare da parte dei cittadini è chiedere agli amministratori locali, provinciali e regionali di bloccare e regolamentare tutte le richieste autorizzative inoltrate e valutare attraverso il coinvolgimento democratico di tutte le componenti della società civile, assieme ai cittadini, quale forma di sviluppo a vantaggio della collettività perseguire. Il cittadino, inoltre, può chiedere all’amministrazione pubblica di quantificare il reale bisogno di energia elettrica per il fabbisogno di autoconsumo comunale, delle utenze pubbliche e private, ridurre tutti gli sprechi applicando un sano risparmio energetico e pianificare assieme alla cittadinanza, con l’ausilio di tecnici terzi, l’introduzione del fotovoltaico domestico diffuso per le utenze pubbliche e private attraverso un opera chiara e trasparente di mediazione, attraverso un bando pubblico, tra ditte installatrici di pannelli fotovoltaici, banche per accedere a dei mutui a tassi agevolati e privati cittadini debitamente coinvolti e informati. 
    Pertanto si fa appello a tutti i cittadini di segnalare alla redazione di Nuova Messapia e al Forum Ambiente e Salute, inviando anche foto con brevi descrizioni, o articoli circa progetti e installazioni di parchi fotovoltaici su suoli agricoli e da pascolo dislocati nel Salento, al fine di fare una mappa con Google maps controllabile da tutti i cittadini. 
    Non svendiamo il nostro Salento per un salato piatto di lenticchie!
       

    Ringraziando per il tempo dedicatoci, porgo distinti saluti.   
    Per l’associazione Nuova Messapia - settore comunicazione
    Alfredo Melissano


    T’ha capì Resistencia?

    Mandi,

    Renzo Riva
    Via Avilla, 12
    33030 Buja - UD

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  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 6 ottobre 2009 13:17

    http://www.portadimare.it/index.php?option=com_content&task=view&id=9894&Itemid=1

    Soleto, la città del sole, Il dramma del fotovoltaico selvaggio, intervenga la Provincia con *FOTO* Scritto da Redazione   lunedì 05 ottobre 2009 SOLETO/SALENTO - Mhhh. Già l’assessore di Nardò all’Urbanistica, Mino Natalizio, si rese conto molto tempo fa che la proliferazione sarebbe stata incontrollabile. OGGI NE ABBIAMO LA PROVA MA SENZA UN CONSORZIO DI COMUNI VOLENTEROSI (CHE, PER ALTRO, NON NE GUADAGNANO NULLA DA QUESTO INFAME SCEMPIO SUL PROPRIO TERRITORIO) NON SI ANDRA’ DA NESSUNA PARTE.

     

    Appello al sensibile e attento Presidente Antonio Gabellone per risolvere la "calamità fotovoltaica" che sta cancellando la ruralità salentina e gli spazi verdi dell’intero Salento!

    "Terribile è il dramma del fotovoltaico selvaggio" che si sta abbattendo sul feudo di Soleto, città simbolo dell´antica Messapia, e cuore della Grecìa Salentina; l´assenza di una locale regolamentazione e il "lassismo" -denunciano le locali associazioni- con cui l´amministrazione locale sta rispondendo alle richieste degli imprenditori di istallare impianti industriali di fotovoltaico sul suo territorio, stanno facendo divenire Soleto l´eldorado per quanti vogliano speculare istallando sui suoli agricoli, "pratica immorale", impianti fotovoltaici della potenza di 1 Mega watt; per questi non serve ricevere dalla Regione, dopo un lungo iter burocratico, la cosiddetta autorizzazione unica, ma basta depositare una DIA (Dichiarazione di Inizio Attività) presso il Comune, per poter procedere all´istallazione in assenza di diniego da parte dell´amministrazione comunale.

    E questo diniego non sta avvenendo a Soleto, come ha lamentato la locale associazione Nuova Messapia, l´altra sera durante un incontro del Forum Ambiente e Salute a Lecce, punto di riferimento insieme al Coordinamento Civico di Maglie per tantissime associazioni culturali e ambientaliste del Grande Salento.

    Alfredo Melissano di Nuova Messapia ha espresso tutta la sua amarezza per quanto sta avvenendo nel suo comune: ben circa 40 impianti di 1MW l´uno di fotovoltaico si apprestano a nascere; circa in tutto 120 ettari di suolo agricolo e prezioso pascolo rischiano di sparire nella più totale connivenza delle autorità locali. Già alcuni uliveti secolari son stati intaccati paesaggisticamente da alcuni impianti e per questi si chiede l´intervento forte e urgente della Provincia e della Polizia Provinciale!

    Nuova Messapia da anni si occupa della valorizzazione, tutela, studio e promozione delle ricchezza culturali e ambientali della Città di Soleto, quanto sta avvenendo mortifica e vanifica l´attività di anni!

    «L´ubicazione dei pannelli fotovoltaici nei campi, nelle aree di naturalità e nei preziosi pascoli ricchissimi di biodiversità, è un attentato all´identità e all´anima del Salento, un reato la cui gravità etica va al di là di qualsiasi attuale tentativo di giustificazione legislativa - ha detto Oreste Caroppo presidente del movimento per " La Rinascita del Salento" e membro del Coordinamento Civico di Maglie, presente l´altra sera al Forum - se da un lato una iniqua legge regionale sta consentendo questa follia, dall´altro i comuni hanno il dovere di difendersi con regolamenti e imponendo il divieto di ubicazione di pannelli nei campi e pascoli, e tra gli uliveti.

    Il fotovoltaico va istallato su superfici biologicamente morte, come i tetti dei capannoni industriali, di case, edifici pubblici e privati, scuole, edifici sportivi e caserme, tettoie di parcheggi; al suolo, solo in aree industriali. Il carico in termini di inquinamento elettromagnetico, causa di tumori, provocato da tutti questi impianti industriali d´energia rinnovabile e dagli elettrodotti e cabine elettriche di trasformazione ad essi collegati, rappresenta un fattore di rischio volutamente e criminosamente sottaciuto, così i danni di desertificazione e al locale clima, che la sostituzione dei nostri prati, colture e pascoli erbosi, con diserbati sabbiosi deserti di pannelli, provocherà, costituiscono una violenza che nessun buon salentino può tollerare e avallare oltre!
    Est modus in rebus, "ci vuole misura nelle cose" dicevano i latini, così anche per un uso sano delle energie rinnovabili, ma nella solitudine della Città di Soleto, e del Salento tutto, questa misura si è smarrita del tutto! Dobbiamo tutti insieme, e al più presto, ritrovarla!»

     

     
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  • Di Giacomo (---.---.---.102) 7 ottobre 2009 12:46

    Perche’ Resist-Enza anziche’ descrivere con tono velatamente sarcastico i meriti o demertiti di questo signore non lo valuta,come normalmente si farebbe in un dibattito,sui contenuti ovvero su quello che ha scritto?
    A me,come lettore,poco importa sapere chi e’ e che cosa ha fatto il sig. Riva,a me interessa sapere che cosa ha da dire lei circa la questione.
    Oppure bisogna dedurre che non avendo nulla da controbattere si affida ad altri sistemi poco ortodossi per cadere in piedi?
    Saluti.

  • Di Giacomo (---.---.---.102) 7 ottobre 2009 12:55

    Dimenticavo.....un blog in stallo non vuol dire nulla.Probabilmente la persona preferisce avventurarsi dibattendo in casa d’altri piuttosto che affidarsi a noiosi monologhi nei quali ogni risposta appare scontata quanto inutile.

  • Di Renzo Riva (---.---.---.190) 14 ottobre 2009 14:01

    Simulazione di aeromobile contro muro esterno di protezione ad un reattore nucleare.

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    • Ecco le carte dei siti nucleari come deciso nell’anno 1979

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      Regione Friuli-Venezia Giulia




      Carta dei siti nucleari d’Italia

       



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