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Terremoto | Un "villaggio commerciale" nel Parco Nazionale dei Monti Sibillini

Ha suscitato grande scalpore l'annuncio della Regione Umbria di voler realizzare un "Villaggio commerciale" a ridosso del Pian Grande di Castelluccio di Norcia nel pieno del parco naturale dei Monti Sibillini. Il progetto avrà un costo compreso tra i 2 e 2,5 milioni di euro e sarà finanziato prevalentemente dalla Protezione Civile e al 5% da una raccolta organizzata dalla Nestlé

Per la gestione sono stati acquisiti circa 6500 mq di terreno in uno dei parchi più suggestivi della regione e questo ha allarmato le associazioni di volontariato che, tra le tante attività, stanno cercando di vigilare sulla gestione dei fondi raccolti per l'emergenza. Ricordiamo come, solo poche settimane fa, grazie alle proteste dei comitati e dei singoli terremotati, la Regione Marche ha dovuto fare marcia indietro sulla realizzazione di una pista ciclabile che sarebbe costata 5,5 milioni di euro raccolti con gli sms solidali

Tutto parte il 7 luglio scorso da un post pubblicato su Facebook dal vicepresidente della Regione Umbria Fabio Paparelli che annunciava l'approvazione del progetto. Dopo circa una settimana è arrivata la risposta delle Brigate di Solidarietà Attiva Terremoto Centro Italia che hanno chiesto maggiore chiarezza su un progetto che potrebbe avere un grosso impatto ambientale sul territorio. Inoltre non era chiara la gestione del finanziamento e il ruolo che avrebbe giocato la Nestlé nella gestione dell'opera progettata dall'architetto Francesco Cellini, docente di Progettazione Architettonica nella facoltà di Architettura di Roma Tre. Obiettivo del progetto è delocalizzare alcune attività commerciali, ristoranti e caseifici distrutti, o resi inagibili, dal terremoto.

L'idea del villaggio commerciale ha diviso anche gli stessi abitanti, tra chi lo considera una luce nel buio dell'immobilismo delle istituzioni - negli ultimi 11 mesi è stato raccolto solo il 10% delle macerie - e tra chi denuncia che non possono essere prese decisioni senza vigilare, giocando sull'esasperazione della popolazione pronta ad accogliere qualunque soluzione pur di uscire dal pantano. Le stesse associazioni hanno storto il naso davanti alla facilità con cui si è assegnato un terreno in un area protetta, quando pochi mesi prima è stato vietato agli abitanti di piazzare le casette provvisorie in prossimità delle proprie case terremotate, costringendo, così, gli abitanti a spostarsi, forse per sempre, dal proprio paese.

 

Il 20 luglio scorso, per chiarire tutti i dubbi sul progetto, la Regione ha organizzato un incontro e una conferenza stampa a cui hanno preso parte le stesse Brigate di Solidarietà Attiva insieme al Coordinamento dei Comitati Terremoto Centro Italia (composto da 66 comitati locali che si sono formati dopo il sisma). Dall'incontro si è appreso che l'area sorgerà su una superficie di 1500 mq, a 250 metri circa dalla Piana, lungo la strada che conduce al borgo. Dopo diverse riunioni con gli esercenti coinvolti nella delocalizzazione delle proprie attività commerciali si è cercato di ridurre l'impatto ambientale, per tanto il villaggio avrà la forma di un deltaplano e dovrebbe essere prodotto con materiali ecologici. 

 

"Siamo conviti che l'incontro abbia quanto meno avuto il merito di fare maggiore luce su un'opera che si collocherà nel pieno di un parco naturale e che vi rimarrà per molti anni ancora, modificando almeno in parte un paesaggio che ci auguriamo rimanga il più possibile estraneo a cementificazioni ed opere artificiali - affermano le BSA sulla loro pagina Facebook dopo il confronto con la Regione - Anche per questo, accanto ai comitati, raddoppieremo l'impegno alla vigilanza contro ogni speculazione sulla ricostruzione nel cratere, favorendo i processi di trasparenza e lavorando affinché il Governo acceleri sulla ricostruzione".

La Regione Umbria farà un incontro pubblico di presentazione il giorno 28 luglio, nel frattempo cerchiamo di offrire maggiori dettagli sul "deltaplano" pubblicando, di seguito, le domande poste dalle BSA e dal Coordinamento comitati Terremoto Centro italia con le risposte ricevute durante l'incontro chiarificatore del 20 luglio organizzato dalla Regione.

 

Riprendiamo dalla pagina Facebook delle Brigate di Solidarietà Attiva Terremoto Centro Italia:

QUALI DOMANDE ABBIAMO FATTO?
Di seguito pubblichiamo le domande e le risposte ottenute nell'incontro e tutti i materiali a noi forniti dalla Regione Umbria, esplicativi del progetto. Inoltre la Regione si è impegnata con grande disponibilità a rispondere su eventuali ulteriori quesiti ed a fornici tutto quanto verrà prodotto, onde consentirci di poterlo pubblicare.

Abbiamo chiesto:

1) Dove è la reale ubicazione del progetto?
Risposta e considerazioni: Il “deltaplano” è immediatamente a ridosso della piana (meno di 200 metri in linea d'aria) e vengono fornite le mappe e i render che ne visualizzano bene la posizione. La considerazione che i tecnici hanno svolto è che anche altre ubicazioni avrebbero comportato problemi da un punto di vista ambientale, mentre in funzione della bonifica della cava l'ubicazione scelta era la meno impattante. Questo, secondo noi, può essere vero in un solo caso: usando cioè la logica di concentrare le strutture in forma che dir si voglia di “centro” o “area” o “villaggio” commerciale. Siamo sicuri che non ci sia un altro modo?

2) Quale superficie coperta avrà considerando che sono state acquisiti terreni per circa 6500 mq?
Risposta e considerazioni: circa 1500 mq (come da documenti che pubblichiamo).

3) Quali altre costruzioni sono previste, dove e perché?
Risposta e considerazioni: Oltre a questa struttura sono previsti altri 400 mq coperti all'imbocco del paese per attività commerciali di vario genere. Sono poi previste tre strutture per tre caseifici ( foto) subito sotto l'area commerciale “Deltaplano”, sul terreno vero e proprio della cava. Infine un parcheggio (le cui aree non sono ancora state acquisite) lungo la strada che sale al paese. Verrà garantito bus navetta nel periodo della fioritura. Rileviamo quindi, considerati i dati per ora a disposizione, che da un punto di vista del consumo di suolo, l'area interessata sostanzialmente raddoppia rispetto ai metri quadri impegnati dal “deltaplano”.

4) Perchè la scelta di quell'area panoramica e quali accorgimenti per mitigare l'impatto, dato che inevitabilmente la platea di fondazione degli edifici e per le urbanizzazioni sarà in cemento? E successivamente perchè viene modificata la morfologia della cava in funzione del progetto?
Risposta e considerazioni: i punti dall'1) al 4) hanno le loro ulteriori risposte nella Relazione al progetto, nelle mappe e nei render che pubblichiamo.

5) Chi usufruirà delle strutture realizzate?
Risposta e considerazioni: Castelluccio è un paese da 120 abitanti (censimento 2016). Avranno una sede nelle nuove strutture esclusivamente i titolari di ristoranti e di attività per la vendita di alimenti preesistenti alla data del sisma e censite nel frazione di Castelluccio di Norcia.

6) Che ruolo ha la Nestlè che mentre fa la parte dell'impresa generosa e radicata sul territorio da un lato, dall'altro lato licenzia 340 persone (abbiamo evidenziato che Nestlè continua a fare comunicati stampa sul progetto)?
Risposta e considerazioni: Nestlè non avrà né punti vendita né altro all'interno delle strutture. Partecipa al finanziamento per un importo tra il 5% ed il 10% del costo complessivo, il quale è pari a circa 2,5 milioni di euro. Resta il fatto che faccia spot sulla propria generosità mentre licenzia 340 lavoratori della Perugina.

7) A chi rimarrà la proprietà dell'opera?
Risposta e considerazioni: rimane alla Regione Umbria. Quindi sul futuro della struttura (rimozione o nuovo utilizzo) sarà comunque l'ente pubblico a garantire. Nulla è stato prospettato in merito e la struttura viene comunque considerata ufficialmente provvisoria fino a ricostruzione completata.

8) Sono stati accantonati i fondi per lo smantellamento?
Risposta e considerazioni: la permanenza del villaggio sarà temporanea, ma non sono fissati limiti (malgrado nella delibera di acquisizione delle aree siano indicati 180+180 giorni). Ugualmente non sono stati accantonati fondi per la sua dismissione. Il "villaggio" permarrà pertanto per tutto il tempo della ricostruzione. Successivamente, gli ospiti che non rientreranno nelle proprie strutture ricostruite perderanno il 20% dei contributi ottenuti per la ricostruzione. Questo quindi rimane un punto enorme di criticità: le temporaneità non è affatto garantita e nulla si sa su chi in futuro utilizzerà la struttura e per cosa, qualora non fosse smantellata. Va sottolineato che questo enorme problema sussiste per tutte le strutture impattanti (ad esempio i villaggi SAE) che vengono realizzati in emergenza per iniziativa governativa, ma per i quali non sono stati previsti fondi per la rimozione.

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