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Terra di nessuno di Salvatore Lordi

Tra la metà degli anni ’70 e la metà degli anni ’80 l’Italia è stata teatro di infiniti attentati terroristici che hanno segnato profondamente la nostra storia. Proprio per questo forse sono passati decisamente in secondo piano un’altra serie di attentati terroristici che hanno avuto il nostro Paese come palcoscenico sebbene i protagonisti e le storie fossero lontani (almeno sulla carta) dal martoriato stivale.

Si tratta di tutta una serie di attentati di matrice nord-africana, mediorientale e perfino nordirlandese che hanno avuto luogo in Italia e sui quali è sempre stato difficile capirci qualcosa perfino per gli inquirenti… figuriamoci per l’opinione pubblica.

Di questi parla Salvatore Lordi nel suo interessante saggio Terra di nessuno(edizioni: Historica), il cui sottotitolo chiarisce meglio il tema affrontato: il terrorismo internazionale nell’Italia del dopoguerra. Tra l’altro introdotto da una lucida prefazione di Ferdinando Imposimato.

In quegli anni ero troppo piccolo per ricordarmi gli eventi ma molti li ricordo per averne poi visto ricostruzioni, naturalmente. Molti altri però, decisamente la maggior parte, sono per me completamente nuovi. Mai ne avevo sentito parlare e soprattutto non immaginavo la frequenza con cui si sono succeduti in pochissimi anni.

Una storia inquietante a leggerla come un filone unico. Affascinante per come Lodi la racconta, dettagliando i singoli attentati come fossero cronaca attuale ma con le conoscenze acquisite da 30-35 anni di storia passati. Ancor più affascinanti letti nel loro insieme.

Nel libro ci sono molte risposte ma si sollevano ancora parecchie domande. Molti di quegli attentati, da quelli che sembrano imporvisati da singoli a quelli (di gran lunga la maggior parte) che paiono invece perfettamente organizzati e orchestrati da governi esteri e servizi segreti, molti di quegli attentati – dicevo – rimangono ancora oggi coperti da mille dubbi.

Per non parlare della semplicità con cui terroristi, agenti segreti, personaggi più o meno inquietanti sono entrati in Italia e sono arrivati (spesso armati fino ai denti) fino al cuore degli obiettivi politici che volevano colpire.

Per i dettagli vi lascio alla lettura del saggio dicendovi solo ancora – ma probabilmente lo immaginate – che la parte del leone (se così vogliamo dire) la fa il colonnello Gheddafi, per decenni in grado di fare un po’ quello che gli pareva sul nostro territorio. C’è da riflettere.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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