Telekabul alla riscossa

Nei fatti Fini è impresentabile sotto ogni punto di vista. La storia di Fini è un continuo cambio di casacca, fatta di continui contrordini. Se si vuole illustrare la doppiezza di Fini, la semplice storia del personaggio offre una quantità impressionante di voltafaccia.

 

Da ultimo la storia di Montecarlo ha gettato luce sull'ennesima ipocrisia: la predica sulla moralità e sulla legalità. Ma poi salta fuori la vendita di quell'immobile a meno di un quinto del suo valore reale, l'acquisto da parte di alcune società offshore di cui è non è possibile risalire ai reali intestatari, grazie all'anonimato offerto da alcuni paradisi fiscali, e poi il contratto di "affitto" al cognato di Fini: l'evidenza dell'appropriazione indebita e la probabile evasione fiscale è gridata dai semplici fatti. Povero Gianfranco chissà come si deve essere ingrugnito per un contratto d'affitto volto solo a ridurre di un pochetto l'imponibile del cognato: dove porta l'avidità umana! Oltre a questo c'è tutta la vicenda del clan Tulliani, della bancarotta di Gaucci, dell'intestazione dei beni alla Tulliani, alla ridicola storia della vincita all'enalotto, le vendite di "pacchi" televisivi alla rai sfruttando le conoscenze politiche. Il tutto ha un filo comune: illegalità, furbizie e lucro ai danni della collettività. E in queste attività (bancarotta e rivendite di beni intangibili a società pubbliche) guarda caso FLI abbonda di soggetti esperti nel campo come Bocchino e Barbareschi. La difesa di Fini su tutto ciò è risibile ed inconsistente. Fini si lamenta della violazione della sua privacy e di quella dei suoi "cari". Ma non era lui che parlava della moglie di Cesare al di sopra di ogni sospetto? Ma non erano i suoi finiani che si crogiolavano negli approfondimenti sull'attività sessuale del premier? I rimandi di Fini agli esiti delle attività investigative sono poi stucchevoli e sanno di presa in giro. I magistrati si scontreranno con l'anonimato concesso ai proprietari delle società in questione e non potendo risalire ai reali beneficiari l'inchiesta non potrà che chiudersi nel nulla. Ma in questo caso non occorre la certificazione giudiziaria per capire cosa realmente è avvenuto. Il presidente della camera forse potrà incantare qualcuno ma non certo chi sa leggere i fatti e trarre conclusioni. E che dire poi delle epurazioni di giornalisti al Secolo, alla loro sostituzioni con "giornalisti" diplomatisi alla scuola di Fare Futuro con specializzazione in "apologia di Gianfranco". Anche qui davvero un bel quadretto squallido.

 

Ma tuttavia tutto ciò non viene neppure rilevato dal giornalismo di sinistra che procede oltre classificando il tutto come propaganda Feltresca ed esaltando invece l'uomo Fini, baluardo della legalità contro Berlusconi. Ma di Fini non se ne occupano più solo Libero ed il Giornale. Molti altri giornali non certo schierati col PdL come il Tempo, la Stampa, il Corriere della Sera si sono interessati alla vicenda. Risultato: la perplessità e lo schifo per tutto ciò esiste. A glissare sulla questione rimangono solo le testate di telekabul: l'Unità, la Repubblica, Rai3 e i vari Travaglio. Ma altri cominciano a essere sempre più critici anche sulle stesse posizioni politiche di Fini. Il sociologo Ricolfi fa notare che Fini predica sostanzialmente politiche assistenziali e economicamente illiberali. Anche Panebianco dal Corriere della Sera dimostra un notevole schifo per l'ipocrisia finiana. Più il tempo passa più le contraddizioni risultano evidenti.

 

Probabilmente a difendere Fini rimaranno Fare Futuro, Scalfari e Travaglio e il giornalismo da salotto della sinistra che l'anno scorso si cimentava nel gossip scrutando sotto le lenzuola del premier. Fini in un certo senso una mano al centro destra la sta dando: nel demolire l'attendibilità di Telekabul.