• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Società > Sui vantaggi della grammatica

Sui vantaggi della grammatica

Non ci si sarà mai dispiaciuti abbastanza dell’impoverimento di lessico nelle nuove generazioni. Perché è attraverso il linguaggio che pensiamo le cose, cerchiamo un ordine, proviamo a dare coerenza al nostro io. Siamo, in fondo, le parole che pensiamo, diciamo, bisbigliamo a noi stessi, ricordiamo, dimentichiamo; e più parole possediamo, e più ricche di sfumature, tanto meglio conosceremo il mondo e le sue mille vischiose trappole.

Una parola il cui uso tende sciaguratamente a perdersi, è "sbruffone". Ed è un vero peccato, poiché è bella e schietta voce della nostra bellissima lingua; di una potenza sonora che la eleva a “vocabolo ad alta intensità pedagogica”. Oggi non si fa più caso a quanto lo stesso suono di una parola possa contribuire a modellare un carattere. "Sbruffone" deriva dall’antico "sbruffare" (forse dal lombardo “sbrofà”) che letteralmente significa “spruzzare violentemente liquidi dalla bocca o dalle narici”. Nata dal solido mondo delle agresti faccende e da comuni accidenti di taverna, chissà quando e chissà come un benefattore del genere umano la traghettò al senso figurato, dimodoché la parola prese anche a significare “spruzzare, sbruffare, vantare, millantare senza ritegno qualità, capacità, virtù inesistenti; nonché aspergere rumorosa notizia di risultati ignoti ai più”. Nei cari, sciupati, vocabolari cartacei si trova registrato anche “sbruffo” che, con deliziosa variazione, può avere valore di “lesta dazione di denaro a scopo corruttivo”. Incredibili chiaroveggenze della grammatica. Ma a ben frugarci dentro, la parola rivela altre impreviste profondità e segreti passaggi che conducono dove mai vi aspettereste.

Nel monumentale Grande Dizionario della Lingua Italiana di Salvatore Battaglia troverete, ad esempio, che “sbruffo” è strutturalmente parente di “sbuffo” (Batt., XVII, 719), a sua volta discendente da “buffo” (soffio d’aria), da cui proviene il notissimo e ancora attualissimo “buffone”, cioè “persona che, gonfiate le gote e imbottiti petto e pancia, emette, sbuffa, spruzza a ciclo continuo, con clamore e sfrontatezza gioconda, chiacchiere, ciance vane, ridicole, pretenziose, nonché, talora, promesse immantenibili”. Che gran bella rivoluzione sarebbe, riuscire a convincere i giovani che il più sicuro antidoto contro gli imbroglioni è la grammatica.

 

 

 

Commenti all'articolo

  • Di Geri Steve (---.---.---.166) 28 febbraio 2013 10:08

    Certamente un linguaggio appropriato è necessario per comunicara chiaramente le proprie idee, e anche per "pensarle" chiaramente a se stessi.

    La comprensione del linguaggio è il presupposto della comprensione delle idee altrui, ma che senso ha affermare che la grammatica sarebbe: " il più sicuro antidoto contro gli imbroglioni" ?
    Quali mai sarebbero le argomentazioni per questa affermazione?

    Tanto per non sprecare parole, mi sembra proprio una affermazione da sbruffone.

    GeriSteve

  • Di Cesarezac (---.---.---.252) 28 febbraio 2013 21:58
    Cesarezac

    Grazie prof.Monello,

    in un Paese nel quale l’ottanta per cento della popolazione è semianalfabeta è veramente cosa rara vedere chi si occupa di belle lettere.
    Suggerisco ad AGORAVOX una rubrica ad esse dedicata. La lingua italiana è bella perché ricca di vocaboli e tale ricchezza consente di esprimere al meglio concetti profondi.
    cesarezac

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares