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Stretto di Messina, Saline Joniche: megacentrale a carbone o Parco Naturale?

Reggio Calabria: defunto il Ponte sullo Stretto, ora la italosvizzera SEI vuol fare una centrale elettrica a carbone. La Provincia si oppone e propone un parco naturale: conflitto turismo-industria. Comincia un’altra Lotta Ambientalista. 

Il paesaggio delle brulle colline che si tuffano nell’abisso blu del Mediterraneo calabro (3000 metri di profondità) già era stato sfigurato da uno dei peggiori crimini ambientali sulle coste del Belpaese. Cemento, asfalto, giganteschi serbatoi arrugginiti e un porto (riempito ed intasato dalla sabbia): è il fallito stabilimento della Liquichimica (costruito col denaro del Contribuente).
 
Ora arriva il progetto SEI per una centrale elettrica a carbone (con le ineluttabili “scie chimiche” nell’atmosfera, a proposito che fine hanno fatto quelle degli aerei coi relativi complotti internazionali?),1320 megawatt, costi per oltre 1 miliardo di euro.
 
Alla faccia delle energie pulite/rinnovabili e del Protocollo di Kyot! Misteriosissimo il parere della Commissione Valutazione Impatto Ambientale del Ministero (da 2 anni chiuso a chiave in un cassetto).
 
Fatale scoppia il conflitto turismo-industria e la Provincia di Reggio Calabria (d’intesa con l’Agenzia dei Borghi Solidali dell’Area Grecanica) indice un Concorso Internazionale di idee per “La riqualificazione del waterfront di Saline Joniche e la realizzazione di un Parco naturale e Antropico:
 
Iscrizioni entro 19.04.12, consegna entro 17.08.12.
 
Per Informazioni collegarsi qui e qui
Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.32) 15 aprile 2012 19:27

    Paolo Mazzanti

    Non avevo ancora sentito parlare dell’ipotesi di installare una centrale a carbone in Calabria, dove le energie rinnovabili (sole e vento) sono facilmente utilizzabili. Spero che la VIA non sia più nel cassetto del Ministero, ma nel cestino della carta straccia! 

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