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Stop Enel. Per un nuovo modello energetico, dalla parte della salute

Parlando, a 50 anni dalla fondazione, di Enel, il colosso dell’energia presente oggi in 22 nazioni oltre l’Italia, si potrebbe citare la frase attribuita a Carlo V: “Sul mio impero non tramonta mai il sole”. Ma la particolarità è che il sole utilizzato per produrre energia, oggi, è poca cosa rispetto al carbone, spacciato per pulito. Un combustibile non proprio innocuo se continua ad essere al centro delle proteste non solo dei soliti ecologisti ma anche dei medici, in particolare quelli dell’ISDE, l’Associazione internazionale dei medici per l’ambiente che fanno riferimento agli studi epidemiologici, ignorati da Ministeri e ASL almeno sino a quando, come insegna l’ILVA di Taranto, non si prospetti una vera e propria emergenza sanitaria.

Una sintesi efficace di Enel la ritroviamo nel titolo “Civiltàvecchia” sulla prima pagina del Manifesto di ieri a commento dell’apertura nell’aula consiliare del comune di Civitavecchia della campagna nazionale e internazionale Stop Enel, promossa da associazioni italiane e di altri paesi. E in America latina si è rafforzata l’opposizione ai progetti che l’azienda italiana, direttamente o attraverso le sue controllate, come la spagnola Endesa, sta portando avanti in varie nazioni del continente. Emerge la superficialità con cui finiscono in secondo piano, nell’individuazione dei siti degli impianti, l’impatto ambientale su ecosistemi incontaminati e i diritti delle comunità locali che hanno sviluppato le attività economiche nel corso di secoli intorno a quei luoghi.

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Giuseppe Onufrio Greenpeace Italia - Marzia Marzoli, No Coke Alto Lazio

Pur ignorate dall’informazione ufficiale, non sono state poche le proteste delle popolazioni locali contrarie ai progetti di centrali idroelettriche, tra cui la diga di El Quimbo in Colombia o del lago Neltume nel territorio della comunità Mapuche in Cile o anche quello di HidroAysen nella Patagonia cilena. E, a vedere i filmati proiettati durante l’assemblea, non è infrequente che queste manifestazioni vengano represse senza troppi riguardi dalle forze dell’ordine.

Ma nella manifestazione Stop Enel si delineano anche le responsabilità di Enel in Italia. Secondo Simona Ricotti del movimento No Coke Alto Lazio, la centrale TVN di Civitavecchia dopo essere stata riconvertita a carbone, contro il parere dell’87% dei cittadini, ha visto svanire l’occupazione delle poche centinaia di operai impegnati nel cantiere e lasciato a tutta la città un’eredità annuale di milioni di tonnellate di gas serra, 3450 tonnellate di ossidi di azoto, 2100 di anidride solforosa, 260 di polveri, 24 di sostanze altamente tossiche per la salute umana tra mercurio, arsenico, nichel, cadmio, cromo, vanadio. Queste emissioni mostrano, secondo gli ultimi studi epidemiologici, un incremento sensibile di patologie tumorali rispetto ai valori nazionali e regionali oltre che una dispersione degli stessi inquinanti sia in mare che sui terreni per decine di chilometri.

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Stop Enel

Lo stesso Giuseppe Onufrio, direttore esecutivo di Greenpeace Italia, nel saluto alle associazioni impegnate in questa campagna, ha sottolineando come il carbone di Enel “killer del clima” (fatto naturalmente condiviso con altri produttori come Tirreno Power a Quiliano-Vado Savona) “costa un morto al giorno”. E’ questo il dato emerso dalla ricerca effettuata dalla società indipendente Somo presentata a Roma nel maggio scorso e per la quale Greenpeace è stata citata in giudizio, uscendone vittoriosa a luglio.

Per Onufrio oramai, come dimostra il Giappone che ha posto come obiettivo il 30% di energia proveniente da fonti rinnovabili e fine del nucleare entro il 2030, il sole e il vento sono in grado di produrre energia pulita e senza emissioni di inquinanti pericolosi, a differenza del carbone che risulta più conveniente solo per chi intende privatizzare i profitti e socializzare le perdite. Ma sul nuovo Piano energetico nazionale che conferma la strada intrapresa sullo sviluppo delle rinnovabili, Greenpeace critica le concessioni che consentirebbero di perforare in mare persino a 5 chilometri dalla costa, in zone a diretto contatto con aree marine protette, un grave pericolo per il Mediterraneo.

Ma, nonostante studi e pareri, gli effetti delle centrali a carbone continuano a produrre conseguenze gravi ovunque come testimoniano gli interventi di delegati provenienti dalla SpeziaBrindisiRossano Calabro Porto Tolle dove Giorgio Crepaldi conferma come un ricorso di Enel al Consiglio di Stato ha rimesso in moto la procedura di conversione a carbone della centrale Enel, nonostante il sito sia nel Parco del Delta del Po.

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E non si salva in questo scenario neanche la centrale geotermica dell’Amiata visto che Roberto Barocci del Forum ambientalista grossetano denuncia la progressiva diminuzione dei livelli delle acque nelle falde acquifere sotto il Monte Amiata e rilancia l’allarme del comitato Sos Geotermia sul fatto che nei Comuni vicini agli impianti geotermici - Abbadia San Salvatore Castel del Piano, Santa Fiora, Arcidosso – si registra il 13% in più di mortalità, rispetto agli altri comuni della Toscana. Appare singolare come l’Azienda Regionale Sanitaria Toscana valuti le zone di ricaduta degli inquinanti “quasi del tutto non abitate”.

Insomma tutto sembra dimostrare che la presenza delle centrali oltre che dannosa per la salute delle persone, compromette, come ha chiarito Marzia Marzoli del Movimento No Coke di Tarquinia, le attività dell’agricoltura di qualità e del turismo d’arte su cui tradizionalmente si basa l’economia della Tuscia.

Insomma, l’Enel che da decenni con pubblicità, sponsorizzazioni o compensazioni economiche indirizza il consenso, sembra aver coalizzato una rete di associazioni che con Stop Enel, come spiegato nella pubblicazione “ENEL. Energia per chi? A quale costo?”, intendono promuovere un modello energetico alternativo con al centro diritti umani, difesa della salute dei cittadini e del territorio come bene comune. Esattamente il contrario di una visione industriale obsoleta dove la responsabilità sociale dell’impresa è solo un’operazioni di relazioni pubbliche.

E in questo scenario, ancora favorevole ad Enel, qualche problema per l’azienda sembra delinearsi sul terreno dei rapporti con gli enti locali. Infatti un segnale di attenzione alle richieste delle associazioni ambientaliste è arrivato dall’Assessore all’ambiente del Comune di CivitavecchiaRoberta Galletta, per la quale l’azienda deve adempiere a tutte le prescrizioni VIA a cui non ha ancora adempiuto.

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Manifestazione davanti alla sede Enel, Aprile 2012
(Foto di Stop Enel)

C’è anche un ulteriore problema in arrivo per l’Enel perché nel corso del mese di ottobre è previsto il rinnovo dell’AIA (Autorizzazione Integrata Ambientale) per la centrale TVN di Civitavecchia. E in vista di questo appuntamento l’assemblea di Stop Enel ha lanciato la raccolta firme per una petizione rivolta al Sindaco basata sui dati del rapporto di Greenpeace "Enel, il carbone costa un morto al giorno” e dai dati del “Rapporto 2011” da poco pubblicato dall’Osservatorio Ambientale che evidenzia un eccesso di mortalità nei residenti dell’area per tumore del polmone, della pleura, della trachea, dei bronchi, del fegato e del rene, nonché un eccesso di mortalità per infezioni acute delle vie respiratorie e per malattia dell’apparato genito-urinari.

Al Sindaco si chiede, tra i vari punti contenuti nella petizione, che pretenda il rispetto delle prescrizioni del decreto Via 680/2003 (realizzazione parco serbatoi, allontanamento scarico della pescicoltura, sistema di manipolazione carbone in depressione etc.), il rispetto dei limiti emissivi per il monossido di carbonio (CO), come attesi con l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili di 50 mg/Nm3; l’utilizzo di carbone con contenuto in zolfo non superiore allo 0,3%; la desecretazione e pubblicazione dei dati relativi al monitoraggio in continuo delle emissioni al camino.

Prossimo appuntamento della Rete Stop Enel: Firenze 

I commenti più votati

  • Di Renzo Riva (---.---.---.197) 3 ottobre 2012 00:38
    Renzo Riva

    Ne avrete ancora per poco di prendere per i fondelli il prossimo.


    Indice Mortalità per TWh prodotto
    .
    Fonte..........Morti/TWh.....% Energia Elettrica.....Totale per fonte
    ........................................Prodotta nel Mondo.......Morti/anno

    Carbone................161........................26................56 1’000

    Olio Comb..............36........................36................181’000

    Natural Gas.............4........................21..................11’700

    Bio/massa
    e biocombustibile...12.........................0,0X

    Torba.......................12..........................0,0X

    Idroelettrica...........1,4........................2,2................ ....431

    Nucleare................0,04......................5,9................. .....33

  • Di (---.---.---.192) 3 ottobre 2012 19:28

    Sconsolante questa assurda rappresentazione di ideologie che straparlano di estrapolazioni (come il Rapporto citato) che nulla hanno a che vedere con la realtà.

    Gli scenari apocalittici che vengono presentati da questi signori servono solo a confondere le idee del cittadino comune che non conosce a fondo la tematica e rischia quindi di farsi condizionare.

    Eppure basterebbero alcune logiche riflessioni ed osservazioni di dati certi per rendersi conto che le cose non stanno per come fantasiosamente descritte dai catastrofisti, che non si premurano neppure di apparire credibili.
    Es. parlano di Giappone dicendo che loro hanno pensato di produrre l’elettricità per il 30% con Rinnovabili e, forse, abbandonando il Nucleare. Ebbene, come dovrebbero produrre il "marginale" 70% di elettricità di cui necessitano per non ritornare alle condizioni di vita dell’inizio del secolo scorso?
    E poi, quel 30% non è poi così impressionante, se lo si compara con i dati della stessa Italia e della Germania. Quello che costoro non dicono è che TUTTI i Paesi più avanzati del Mondo (G8 - USA, Germania, Giappone, Canada, UK, Francia, Russia, ) hanno come prima fonte per produrre l’elettricità a casa loro usano il Carbone ed il Nucleare), mentre l’Italia è la cenerentola in questo contesto???. 

    Per es. la Germania (tanto decantata per essere la prima nel Solare FV e nell’Eolico, producono il 42% dell’elettricità (pari a 6 volte quantitativamente più dell’Italia !!!) con il Carbone, oltre al Nucleare che, forse, vorrebbero dismettere entro il 2022. Vi risulta che la Germania non abbia attenzione all’ambiente ed alla salute dei propri cittadini, oppure che la Germania è un "lazzaretto" ???

    Ma se fossero vere le teorie di costoro, perchè la Ue non bandisce il Carbone (visto che rappresenta circa il 32% della generazione elettrica (1° Fonte in assoluto), ed ha fissato stringenti regole sulle emissioni (che sono il doppio di moderni impianti come Civitavecchia e la futura P.Tolle) senza demonizzare questa fonte come fanno invece questi personaggi ?

    E’ noto che tutte le attività produttive hanno un impatto ambientale, ma tra le tante, quelle dell’industria Termoelettrica sono le più basse tra i vari settori industriali.

    Andrebbe anche detto che incidenza ben maggiore sulla qualità dell’aria nei grandi centri abitati sono le emissioni veicolari ed il riscaldamento domestico, oltre - anche se del tutto trascurato dagli ambientalisti (evidentemente molti di loro sono fumatori?) - il FUMO DI SIGARETTE, il cui effetto ed incidenza è assai noto! Ma dove credete che finisca il fumo rilasciato da costoro (che indubitabilmente ricade poi al suolo in termini di polveri sottilissime con i contenuti noti) e quale sarebbe l’incidenza globale se semplicemente si moltiplicassero il ns. di fumatori x il consumo giornaliero e quindi annuale ???

    Insomma, è semplicemente un’assurdità demonizzare qualsivoglia fonte energetica (abbiamo assolutamente bisogno di tutte quelle note, soprattutto in un Paese povero di risorse come il nostro), pena il ritorno a condizioni di vita che sono ben note nei Paese poveri (e senza energia ed elettricità) del Mondo 8Africa, Asia, America Latina, ecc.). 1,6 Miliardi di ns. simili non hanno ancora accesso all’elettricità e come vivono è purtroppo evidente.

    Suggerirei di fare qualche calcolo e poi

  • Di Renzo Riva (---.---.---.147) 5 ottobre 2012 00:27
    Renzo Riva
    Le centrali a carbone dell’Ermete e del Carletto sono pulite
    quelle dell’Enel invece...

    http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2011/04/legambiente-azionista-nelle-centrali-di-de-benedetti.html

    Legambiente starebbe "INTENZIONALMENTE" compartecipando all’inquinamento con materiale RADIOATTIVO dell’ambiente che per statuto dovrebbe proteggere...
    E conclude: Sul blog di Sorgenia si combatte lo spreco energetico ma non lo spreco di soldi pubblici, col prelievo forzoso sulle bollette dei poveracci, utile a finanziare il fotosolare sui tetti delle case di chi è "progre", "verde" e con un bel c/c...13 Aprile 2011

Commenti all'articolo

  • Di Renzo Riva (---.---.---.197) 3 ottobre 2012 00:38
    Renzo Riva

    Ne avrete ancora per poco di prendere per i fondelli il prossimo.


    Indice Mortalità per TWh prodotto
    .
    Fonte..........Morti/TWh.....% Energia Elettrica.....Totale per fonte
    ........................................Prodotta nel Mondo.......Morti/anno

    Carbone................161........................26................56 1’000

    Olio Comb..............36........................36................181’000

    Natural Gas.............4........................21..................11’700

    Bio/massa
    e biocombustibile...12.........................0,0X

    Torba.......................12..........................0,0X

    Idroelettrica...........1,4........................2,2................ ....431

    Nucleare................0,04......................5,9................. .....33

  • Di (---.---.---.5) 3 ottobre 2012 10:09

    Sarebbe bene spiegare meglio cosa significa prendere per i fondelli il prossimo, perché i dati cui mi riferisco sugli effetti del carbone non sono stati contestati neanche dall’Enel.

    Mancano nei dati della tabella di Riva i dati del solare, sarebbe interessante conoscerli.
    "Tutto deve andare a finire da qualche parte. Ovvero, in natura non si può mettere la spazzatura sotto il tappeto" Barry Commoner
  • Di (---.---.---.192) 3 ottobre 2012 19:28

    Sconsolante questa assurda rappresentazione di ideologie che straparlano di estrapolazioni (come il Rapporto citato) che nulla hanno a che vedere con la realtà.

    Gli scenari apocalittici che vengono presentati da questi signori servono solo a confondere le idee del cittadino comune che non conosce a fondo la tematica e rischia quindi di farsi condizionare.

    Eppure basterebbero alcune logiche riflessioni ed osservazioni di dati certi per rendersi conto che le cose non stanno per come fantasiosamente descritte dai catastrofisti, che non si premurano neppure di apparire credibili.
    Es. parlano di Giappone dicendo che loro hanno pensato di produrre l’elettricità per il 30% con Rinnovabili e, forse, abbandonando il Nucleare. Ebbene, come dovrebbero produrre il "marginale" 70% di elettricità di cui necessitano per non ritornare alle condizioni di vita dell’inizio del secolo scorso?
    E poi, quel 30% non è poi così impressionante, se lo si compara con i dati della stessa Italia e della Germania. Quello che costoro non dicono è che TUTTI i Paesi più avanzati del Mondo (G8 - USA, Germania, Giappone, Canada, UK, Francia, Russia, ) hanno come prima fonte per produrre l’elettricità a casa loro usano il Carbone ed il Nucleare), mentre l’Italia è la cenerentola in questo contesto???. 

    Per es. la Germania (tanto decantata per essere la prima nel Solare FV e nell’Eolico, producono il 42% dell’elettricità (pari a 6 volte quantitativamente più dell’Italia !!!) con il Carbone, oltre al Nucleare che, forse, vorrebbero dismettere entro il 2022. Vi risulta che la Germania non abbia attenzione all’ambiente ed alla salute dei propri cittadini, oppure che la Germania è un "lazzaretto" ???

    Ma se fossero vere le teorie di costoro, perchè la Ue non bandisce il Carbone (visto che rappresenta circa il 32% della generazione elettrica (1° Fonte in assoluto), ed ha fissato stringenti regole sulle emissioni (che sono il doppio di moderni impianti come Civitavecchia e la futura P.Tolle) senza demonizzare questa fonte come fanno invece questi personaggi ?

    E’ noto che tutte le attività produttive hanno un impatto ambientale, ma tra le tante, quelle dell’industria Termoelettrica sono le più basse tra i vari settori industriali.

    Andrebbe anche detto che incidenza ben maggiore sulla qualità dell’aria nei grandi centri abitati sono le emissioni veicolari ed il riscaldamento domestico, oltre - anche se del tutto trascurato dagli ambientalisti (evidentemente molti di loro sono fumatori?) - il FUMO DI SIGARETTE, il cui effetto ed incidenza è assai noto! Ma dove credete che finisca il fumo rilasciato da costoro (che indubitabilmente ricade poi al suolo in termini di polveri sottilissime con i contenuti noti) e quale sarebbe l’incidenza globale se semplicemente si moltiplicassero il ns. di fumatori x il consumo giornaliero e quindi annuale ???

    Insomma, è semplicemente un’assurdità demonizzare qualsivoglia fonte energetica (abbiamo assolutamente bisogno di tutte quelle note, soprattutto in un Paese povero di risorse come il nostro), pena il ritorno a condizioni di vita che sono ben note nei Paese poveri (e senza energia ed elettricità) del Mondo 8Africa, Asia, America Latina, ecc.). 1,6 Miliardi di ns. simili non hanno ancora accesso all’elettricità e come vivono è purtroppo evidente.

    Suggerirei di fare qualche calcolo e poi

  • Di (---.---.---.5) 3 ottobre 2012 20:22

    Tutte queste argomentazioni mi ricordano quelli che fanno affari sulla pelle degli altri, non sulla propria o su quella dei propri familiari.

    Ricordo e confermo all’interlocutore che il mondo non ha un camino da cui fuoriescono nell’iperspazio i fumi ed entra aria pulita di montagna. L’acqua che beviamo su questo pianeta è sempre quella che c’è sempre stata e quindi più inquiniamo i fiumi, le montagne e il mare e più sarà impossibile bere acqua potabile (legga i rapporti sulla qualità dell’acqua e capirà come dentro ci siano dai trialometani all’arsenico e altri elementi altamente tossici per la salute umana e animale.
    Per lei è tutto noto ma sembra che viva in una sorta di nuovo paradiso visto che non si pone alcun problema sulla vivibilità del pianeta, a lei non frega nulla se una sola centrale (TVN di Civitavecchia) emette per 6500 ore all’anno qualcosa come 6.300.000 mc di emissioni, non esattamente utili per le inalazioni..Ma dimentico che lei abita nel paradiso terrestre e quindi non è un problema suo. 
    Infatti è un problema nostro.
    Ma provi a immaginare cosa succederà applicando il suo ragionamento e lo stesso tipo di sviluppo che a lei piace così tanto a a tutti gli oltre 7 miliardi di abitanti del pianeta. Non credo che occorra Asimov per ipotizzare qualche scenario non esattamente idilliaco. 

  • Di Renzo Riva (---.---.---.147) 5 ottobre 2012 00:27
    Renzo Riva
    Le centrali a carbone dell’Ermete e del Carletto sono pulite
    quelle dell’Enel invece...

    http://lapulcedivoltaire.blogosfere.it/2011/04/legambiente-azionista-nelle-centrali-di-de-benedetti.html

    Legambiente starebbe "INTENZIONALMENTE" compartecipando all’inquinamento con materiale RADIOATTIVO dell’ambiente che per statuto dovrebbe proteggere...
    E conclude: Sul blog di Sorgenia si combatte lo spreco energetico ma non lo spreco di soldi pubblici, col prelievo forzoso sulle bollette dei poveracci, utile a finanziare il fotosolare sui tetti delle case di chi è "progre", "verde" e con un bel c/c...13 Aprile 2011

  • Di (---.---.---.50) 5 ottobre 2012 19:13

    PaoloM

    L’EEA ha classificato la centrale Federico II di Cerano (la più grande a carbone di Europa) prima in Italia per inquinamento, battendo persino l’ILVA di Taranto.
    Le centrali a carbone italiane producono circa il 15 % del fabbisogno ma inquinano per oltre il 30 % del totale degli inquinamenti da produzione di elettricità.
    Forse si può fare qualcosa (eolico, miniidroelettrico, ecc.) per ridurre questa spaventosa percentuale, riducendo nel contempo l’importazione (costosa) di carbone "pulito".

    • Di Giorgio Zintu (---.---.---.5) 5 ottobre 2012 20:57
      Giorgio Zintu

      Per la verità in Sardegna avremmo un carbone di qualità peggiore di quello cinese ma paradossalmente più costoso e per il quale sarebbe allo studio un progetto di sfruttamento di tipo diverso da quello previsto nelle centrali tradizionali e che rimane sempre nero.

      Poi è evidente che il nostro paese non ha investito nei grandi progetti (vedi Rubbia) e invece i governi preferiscono forare montagne per risparmiare un’ora e mezza su un percorso di scarso appeal economico.
      Naturalmente bisogna porsi il problema di come risparmiare energia con case più efficienti, con incentivazione dei trasporti pubblici ove possibile, etc..

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