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Spettatori indignati per il servizio della giornalista Daniela Orsello

Sabato 5 novembre. La giornalista è Daniela Orsello, incaricata dal Tg2 di raccogliere le testimonianze dopo l’alluvione di Genova.

Il suo microfono viene piazzato davanti alla bocca di un ragazzino di 16 anni che ha appena perso la mamma, trascinata via dall’acqua mentre lui era riuscito ad aggrapparsi ad un palo. (Corriere della Sera).

Da cronista a caterpillar: "Cosa hai provato?", "Hai avuto paura di morire?"e "Dov’era tua mamma?", le domande poste al ragazzo in lacrime in una spettacolarizzazione del dolore senza precedenti.

Per fortuna la rabbia della Rete è esplosa e su Twitter gli spettatori indignati hanno criticato il servizio per tutto il giorno, tanto che Marcello Masi, direttore del Tg2, si è dovuto dichiarare altrettanto indignato: “Sono fuori dalla grazia di Dio. Un servizio così nel mio telegiornale non può e non deve andare in onda”.

Ma intanto la strumentalizzazione del dramma aveva fatto il giro dei canali del nostro glorioso servizio pubblico, ed era stata ripresa anche da Tg3 e Tg1, indugiando con una crudeltà inaudita sul dolore di un ragazzino.

Quando vi verrà richiesto di pagare il canone, sapete cosa fare.

Commenti all'articolo

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.162) 7 novembre 2011 14:13
    Damiano Mazzotti

    Probabilmente ha esagerato con qualche domanda di troppo, ma non c’è nulla di scandaloso... Si è visto molto di peggio... Non esagerate anche voi...

  • Di Barev (---.---.---.22) 13 novembre 2011 15:46

    "Si è visto di molto peggio" significa: "Questo passi"? Non capisco.
    Se vogliamo costruire delle basi solide per un giornalismo serio, stiamo facendo il passo sbagliato. Perchè quella donna non è una giornalista, è una persona che vuole strappare lacrime ai telespettatori. E questo non è "dare notizie", come dice il commento sotto quello del sig. Mazzotti, è "fare audience".

  • Di Damiano Mazzotti (---.---.---.161) 13 novembre 2011 18:34
    Damiano Mazzotti

    Quando si è in gruppo le responsabilità in genere vanno suddivise... Il padre poteva andare via col figlio... la giornalista poteva evitare di parlare con un minorenne... perchè se anche sembrava un ragazzino forte, l’evento era ancora troppo caldo...

    E il tono della giornalista non era così idiota come molti altri giornalisti un altre occasioni.

    Questa società non ammette più la morte e nemmeno le sofferenze legate alla morte... gli italiani viziano i propri figli e le lacrime dei bambini per loro sono sacre...

    Che scandalo rappresentare la morte in Tv... la morte è il gran finale della vita, per chi c’ha la spiritualità... e le palle...

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