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Spese belliche non rietrano nel Patto di Stabilità: perché allora valgono quelle sanitarie?

Sono anni che conviviamo con l’austerità. Abbiamo visto i diritti politici dei cittadini limitati, i diritti sociali dei lavoratori e dei pensionati, bistrattati. Abbiamo visto i diritti di sopravvivenza degli immigrati e dei greci massacrati dall’austerità. Ma oggi la Francia ha detto chiaramente che il diritto alla sopravvivenza dei propri cittadini prevale sull’austerità.

Gli obiettivi di bilancio di questo Paese di un deficit del 3,4% per il 2016, e del 3,3% per il 2017, sono passati in secondo ordine, perché, come ha detto Hollande, il patto di sicurezza con i cittadni, prevale sul patto di stabilità. Una posizione che è stata immediatamente condivisa dalla Commissione europea. Le spese per il terrorismo, ha detto Junker, sono spese straordinarie e come tali vanno trattate nel patto di stabilità. Gli ha fatto eco Renzi, per il quale il patto di stabilità non si deve applicare alle spese per il terrorismo.

 Ma sicurezza significa diritto alla vita, che è uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Per questo, al di là degli aspetti economici, la posizione di Hollande solleva il problema del contrasto tra i diritti fondamentali della persona e la politica di austerità.

La posizione del presidente francese, ci dice che le esigenze economiche e le compatibilità finanziarie non sono automaticamente prevalenti rispetto ai diritti della persona. Si deve valutare caso per caso, comunque non valgono se è in gioco il diritto alla vita. Lo stesso diritto che aveva ed ha la Grecia quando la sua gente moriva e muore per assenza di medicinali. Lo stesso diritto che avevano ed hanno gli immigrati quando morivano e muoiono nelle acque del Mediterraneo.

E tutto ciò ci interroga sulle ragioni per cui le spese per la sicurezza, che servono a salvare vite umane, sono fuori del patto di stabilita, e le spese sanitarie che servono a salvare vite umane sono dentro. Perche l’austerità non vale per le spese belliche e vale per le spese sanitarie? Perché il principio di solidarietà giustifica la deroga ad un patto e non non induce una politica europea per l’immigrazione?

Il diritto alla vita, il principio di solidarietà, hanno contato e contano, come è giusto e doveroso, per la Francia. Perché non per la Grecia, e per gli immigrati?

Il fatto è che i diritti della persona non possono essere schiacciati dalle compatibilità economiche, siano essi collegati ad eventi bellici o a difficoltà economiche. E se non provvede l'uomo, provvedono i fatti e gli eventi. Sono due volte che la realtà delle cose sbatte in faccia all’Europa, i limiti dell’austerità e la necessità che essa sia superata. Un’ occasione per cambiare l'agenda della UE. Ieri si è persa con i rifugiati, con i Greci, oggi un'altra occasione, si presenta all’Europa per ripristinare un rapporto equilibrato, tra compatibilita economiche e diritti della persona.

Speriamo che non venga buttata via.

Foto: [email protected]/Flickr

 

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