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Soumahoro e i veri impresentabili

Il caso Soumahoro è sulla bocca di tutti. A torto o a ragione. Al momento non è accusato di nulla, se non di dabbenaggine, nel migliore dei casi. Eppure non si parla d’altro nella Repubblica dei Meloni.
Alfredo Facchini per Diogene

Mentre nel discorso pubblico i reati, quelli veri, compiuti dal partito degli “impresentabili” sembrano essere caduti in prescrizione.

Si perché il nuovo Parlamento ospita, tra deputati e senatori, una quarantina di eletti con pendenze varie con la giustizia.

Le accuse vanno dal falso alla corruzione, dal peculato al riciclaggio. Mica roba da ridire. Eppure nel mainstream tutti zitti e buoni. Come se fosse la cosa più normale del mondo.

27 appartengono alla Destra: 12 sono in quota Lega, 8 in Fratelli d’Italia e 7 in Forza Italia. 5 al Partito Democratico, 4 a Italia Viva e 2 al Movimento 5 stelle. Tra loro figurano anche dei ministri.

Lega. Sul podio c’è il segretario e vicepremier Matteo Salvini che è stato rinviato a giudizio con l’accusa di omissione di atti di ufficio e sequestro di persona per la vicenda “Open Arms”. A seguire il ministro per gi “Affari regionali e le autonomie”, Roberto Calderoli, condannato a 18 mesi per diffamazione con l’aggravante dell’odio razziale (pena poi sospesa). Anche i capigruppo del “Carroccio” hanno un cattivo rapporto con la magistratura.
Riccardo Molinari, capogruppo alla Camera è indagato per il reato di «Falsificazione materiale mediante alterazione e/o sostituzione di atto vero destinato a operazione elettorale» dalla Procura di Torino. Mentre l’altro capogruppo della Lega, al Senato, Massimiliano Romeo, è stato condannato a 1 anno 8 mesi dal tribunale di Milano per peculato nell’inchiesta delle “spese pazze” in Lombardia. In appello sospensione condizionale della pena .


Tra i legaioli spicca anche il nome di Umberto Bossi, condannato con sentenza definitiva dalla Cassazione a 8 mesi di reclusione per violazione della legge sul finanziamento pubblico ai partiti: al centro dell’inchiesta 200 milioni di euro della maxitangente “Enimont”.
Tra i big in camicia verde troviamo anche, Giulio Centemero, tesoriere del “Carroccio”: condannato in primo grado a 8 mesi per un finanziamento illecito alla Lega, mentre è a processo a Roma per un altro presunto finanziamento illecito ricevuto dall’imprenditore romano Luca Parnasi.

Fratelli d’Italia. Il più noto è Giulio Tremonti. Patteggiò 4 mesi di reclusione, convertiti in pena pecuniari per la vicenda dell’alloggio di via Campo Marzio a Roma, pagato da Mauro Milanese. Dalla “rimborsopoli” piemontese arriva al Senato, Augusta Montaruli, con una condanna a un anno e sette mesi. Un altro fratellino è Salvatore Caiata, ex presidente del Potenza Calcio, candidato in Basilicata, nonostante un’indagine per corruzione e riciclaggio.

Forza Italia. Iniziamo dal capo. Berlusconi, che è tornato in Senato dopo esserne stato espulso nel 2013 in seguito alla condanna a 4 anni per frode fiscale, è ancora sotto indagine dalla procura di Firenze nell’inchiesta sui mandanti “occulti” delle stragi mafiose del 1993. C’è il neoeletto, Claudio Lotito, presidente della “Lazio”, prescritto nel processo penale (dove era stato condannato in appello a 18 mesi) e squalificato 4 mesi in quello sportivo per “Calciopoli”. Condannato in via definitiva a 3 mesi convertiti in pena pecuniaria per omessa alienazione delle partecipazioni della “Lazio”. Da menzionare, Mario Occhiuto, fratello del presidente della “regione Calabria”, sotto accusa per bancarotta fraudolenta e Gianfranco Miccichè, chiesto per lui il rinvio a giudizio per finanziamento illecito al partito.

Pd. Piero De Luca, deputato e figlio del “governatore della Campania”, è imputato per bancarotta per il crac della società immobiliare “Ifil C&D”, coinvolta nel crac “Amato”.

Italia Viva. Il fondatore, Matteo Renzi, insieme alla collega Maria Elena Boschi, è indagato per finanziamento illecito nel processo sulla fondazione “Open”.

Movimento 5 stelle. Chiara Appendino ha subìto una condanna in primo grado a 1 anno e 6 mesi per disastro, lesioni e omicidio colposo per la tragedia di piazza San Carlo a Torino, di cui era sindaca, del maggio 2017.

Viene da chiedersi come sia possibile che ad ogni tornata elettorale si debba assistere a questo immondezzaio?

I partiti sono quello che sono: sempre più consorterie e comitati di affari. Non a caso siamo il terzo paese “OSCE” più corrotto. Cosa aspettarsi? Si sono fatti pure una legge che è una barzelletta. Si chiama legge Severino. Berlusconi docet: è di nuovo tra noi.

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