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Sotto il cielo di Roma si accende il rosso FIOM

Se Bersani voleva una risposta, l’ha avuta ed è stata netta, unanime ed è arrivata da piazza San Giovanni, un luogo simbolo di tutte le manifestazioni della sinistra da sempre, ma che la FIOM è riuscita a riempire di lavoratori e giovani, preoccupati per il futuro, insoddisfatti per il continuo attacco ai diritti sindacali acquisiti con anni e anni di lotte, allarmati da un precariato dilagante, che rende ancora più incerte le pensioni di quanti entrano nel mondo del lavoro e dei più sfortunati che il lavoro non ce l’hanno.
 
E dovrebbero preoccupare il segretario del PD quei fischi al suo indirizzo da parte dei manifestanti a piazza San Giovanni quando Sandro Piano, applauditissimo presidente della Comunità montana della Val di Susa, ha fatto il suo nome.
 
Amarezza e incomprensione sono sensazioni espresse da Piano per il fatto che la sua presenza a questa manifestazione FIOM sembra essere la scusa per il PD di disertarela.
 
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Roma piazza San Giovanni, 9 marzo 2012
 
Ma c’è un filo rosso che collega l’intervento di Piano e quello conclusivo di Landini: no alle grandi opere, no alla corruzione che ci costa oltre 60 miliardi, sì agli investimenti nei trasporti pubblici locali e alla manutenzione del territorio. Si aggiungono altre due novità: sostenibilità ambientale degli investimenti e un nuovo modello di sviluppo.
 
Ma Piano ha anche voluto smentire la propaganda governativa sui comuni contrari al TAV che sarebbero solo due quando invece sono ben 23.
 
Per non parlare del fatto che se se a Lione sono operative ben cinque linee della metropolitana, Torino ne ha una sola il non senso di guadagnare qualche ora con un trasporto veloce quando occorre aspettare mesi per effettuare un’ecografia. E forse in qualche regione serve anche più tempo.
 
E mentre Piano si allontana con l’abbraccio di Maurizio Landini, intorno al palco si notano politici e giornalisti da Furio Colombo a Vincenzo Vita, poi Luca Telese e Flores d’Arcais e naturalmente i padroni di casa, Giorgio Cremaschi e Giorgio Airaudo.
 
Interventi di studenti, operaie e testimonial si succedono sul palco a portare il proprio contributo, la propria passione. Ma vero le 14, dopo un deludente Sergio Scudiere della segreteria nazionale CGIL, a tratti fischiato per gli accenni alla trattativa con il governo sul lavoro, dai 50.000 dell’arena di piazza San Giovanni, tocca a Maurizio Landini far risalire l’indice di gradimento della piazza.
E tutto il discorso del segretario FIOM ruota intorno un’analisi fatta di riscontri sulla realtà di tutti i giorni.
 
Comunque, per Landini, l’articolo 18 non è oggetto di scambio con nulla perché non è la causa della disoccupazione, anzi le garanzie si possono estendere anche a coloro che ne sono sprovvisti oggi.
 
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Roma piazza San Giovanni, 9 marzo 2012

 Ma è Marchionne, la minaccia non solo per la FIOM quanto per le regole democratiche sulla rappresentanza in fabbrica, dove si corre il rischio che le assemblee con i lavoratori le facciano i “capi” (ultimamente l’azienda ha addirittura preparato un kit per fornire le informazioni agli operai). Ed è sempre Fiat al centro delle critiche per la chiusura di Termini Imerese che veniva giustificata per i costi eccessivi di trasporto delle auto e dei pezzi da e per la Sicilia, quando ora si pensa di portare addirittura le auto negli Stati Uniti..Come mai qui non conta la distanza, chiede Landini?

 
Non manca la frecciata polemica su quei 20 miliardi di investimenti che Fiat aveva promesso ma che ancora non si sono visti e di cui il governo non ha chiesto spiegazioni. E per la verità in Italia manca da oltre quindici anni una politica industriale, oggi infatti la crisi si traduce in un attacco ai diritti dei lavoratori, e sono soprattutto le donne a pagare il prezzo più alto. Nel mirino c’è anche l’innalzamento generalizzato dell’età pensionabile, una scelta che penalizza i giovani e non tiene conto del fatto che non tutti i tipi di lavoro sono uguali. Così se Monti può fare il professore a settanta anni, chi fa i turni di notte o lavora a una catena di montaggio non è in grado di conservare la necessaria integrità fisica.
 
Roma piazza San Giovanni, 9 marzo 2012A questo punto lo spettro della mobilitazione e dello sciopero generale è l’ultima arma in mano al sindacato qualora da lunedì prossimo non parta una trattativa seria sul lavoro che dia risposte certe.
 
Ma Landini trova anche il tempo per un appello alla politica a riappropriarsi di un ruolo di rappresentanza cui sembra aver abdicato da troppo tempo, di cui si avverte l’assenza. 
 
Così anche questa manifestazione si avvia al termine non prima di aver dissolto quei timori di violenze che sembrava dovessero trasformare una protesta civile in una minaccia, in un fatto criminale.
 
Prima di ritornare a casa, i NO TAV, i metalmeccanici di Mirafiori, gli operai della Maserati  e dell’Iribus di Pratola Serra e le altre migliaia di partecipanti, intonano Bella ciao seguita dalla canzone di Rino Gaetano dove insieme c’é chi suda, chi lotta, chi prende assai poco, chi gioca col fuoco,chi vive in Calabria, chi vive d'amore, chi muore al lavoro. Ma, almeno per oggi il cielo è sempre più blu.
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Roma piazza San Giovanni, 9 marzo 2012

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