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Ebola: sono un cittadino della Liberia, non un virus

“Sono una persona, non un virus”, questo è il senso della campagna social lanciata su Twitter, con l'ashtag #IAmALiberianNotAVirus, per contrastare la discriminazione legata allo stigma dell'Ebola che colpisce interi paesi, mentre il panico si diffonde in Europa e Stati Uniti.

La fotografa liberiana Shoana Salomon, trapiantata negli USA, ha deciso di promuovere una campagna di sensibilizzazione per denunciare le discriminazioni e le pressioni che i cittadini provenienti dalle zone colpite dal virus stanno subendo in queste settimane negli Stati Uniti. Lo scopo è ricordare a tutti che anche i cittadini liberiani possono essere trattati come essere umani normali.

Un video spiega che l'iniziativa nasce dalle vicende personali della fotografa e della sua famiglia. La figlia e la nipote di Shoana, ragazzine di neanche 10 anni, avevano subito un trattamento discriminatorio a scuola a causa della psicosi Ebola, sempre più diffusa. Quando lo è venuto a sapere, la donna ha capito che il problema avrebbe presto riguardato tutta la comunità dell'Afria occidentale negli USA ed ha deciso che era giunto il momento di fare qualcosa.

Come ha denunciato alla ABC Charles Roberts, un cittadino liberiano residente nel paese: “Quando ti chiedono da dove vieni e tu rispondi Liberia, tutti ti girano le spalle”

La Salomon ha deciso di impegnarsi per combattere lo stigma prima che si imponga definitivamente su di lei, la sua famiglia e la sua comunità.

 

 

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