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 Home page > Tribuna Libera > Sono stato assai carino, ora tu puoi far lo stesso | Sapri vende

Sono stato assai carino, ora tu puoi far lo stesso | Sapri vende

I risvolti amari di una società che si taccia, s’imbratta, si cinge la fronte e molto altro di buonismi, visti, vissuti e goduti da chi si trova, suo malgrado, a sostenerla quella parte d’un barbone, d’un disgraziato, d’un nullatenente (salvo sé stesso in fondo al cuore), pure senza tetto e sulla panchina, sempre lei, in quel parco d’una stazione a Sapri in provincia di Salerno: un fermoimmagine, un dipinto, una fotografia. Nulla più, per il momento.
Ciascuna di loro, le società, bell’e brutte, sol fantoccio d’una mente ignara e dalla stessa trama di un fuoco fatuo, si compongono d’un elemento, quell’Uomo in genere e già disperso, che sì schiavo dell’illusione mai si nutre d’un Amore, dichiarato e glorificato, ma piuttosto dell’abuso, palesato in ogni forma e parto della stessa mente che del limite ha fatto un’arte.
Già la base ha inquinato, quello scambio elementare e vera arte divin natura, vestendo i panni d’un mercenario, sempre servo del tornaconto - anche, e proprio sì creativo, quando si tratta di far del bene.
Accade oggi in quel di Sapri (pure il mondo emulando), nel contesto di una stazione, di un parco, di una donna senzatetto, disgraziata e pur barbona. Il via prendon gli abusi, dalla prima ora d’uno sbarco, con gli occhi puntati addosso, lo sguardo incollato, spudorato e affamato che già ti vuole penetrare senza il garbo d’aspettar l’invito. E' lo sguardo di quell’uomo detto maschio, dal più giovane all’ottantenne, che
d’esser meglio
d’esser buono
d’esser ganzo
già s’illude, cercando in lei la sola carne, diffamando l’Altro in sua presenza.
Dallo sguardo il passo è breve alla caccia e al pedinamento, ovunque lei si sposti, a mo’ di ombra cupa e infausta in attesa di risucchiarti. Mai pago di nulla nella sua vita pur tanto ricca, quest’uomo detto maschio non si fa scrupolo di piazzarsi, maleducato e ingombrante, a due metri da lei assorta nelle attività vuoi quotidiane d’ogni essere nella sua natura, fingendo malamente di farla quella telefonata all’amico immaginario campando storie su quei tanti soldi, spesi bene per viaggi e case, in giro per il mondo intero. Tutta piena sta sceneggiata, in sé già pietosa, è ripetuta ossessivamente, in ogni momento della giornata, a ogni presenza d’una lei nel parco e nei dintorni, se giovanissima tanto meglio.
Inarrestabile nella sua avanzata questo stesso uomo detto maschio si accosta a lei - e ogni volta è la stessa storia - fingendo d’essere in forza al Corpo di Polizia d’uno stato non più sovrano, italiano e pur campato, mostrando fiero un distintivo, di plastica da quattro soldi, per chi almeno lo distingue. Segue in un sol fiato, in stile imbonitore da mercato, l’illustrazione d’uno stato patrimoniale pur gonfiato che termina con la manifestazione tal esplicita del desiderio di trovar compagna per quei momenti di solitudine, da venerare come una regina. A rifiutarla la sua offerta, seppur in toni assai cordiali, cambia l’aria sull’istante: lei assurge a dea puttana da maledire a ogni tappa.
Ora è lui, quello stesso uomo detto maschio, commerciante purosangue, qui già sulla settantina, così buono, in fin dei conti, da covar sempre il desiderio di aiutare lei in difficoltà. Nientemeno si presenta, disinvolto e spontaneo, una sera sulla panchina per offrire libero alloggio - ha già chiaro l’esigenza - in quel d’un appartamento di proprietà e pure sfitto solo in cambio di una cena, di un pranzo in compagnia, di amici sì per bene e cotanto acculturati, da goderne già il preannuncio d’un gusto sano di conversazione. Anche lui lo digerisce male il rifiuto pur cordiale di un offerta sì allettante, salvifica e confacente, tanto da lasciargli quell’acidità cronicizzata e giusta causa d’ogni sputo sì livoroso.
A salire in su d’età è ancora lo stesso uomo detto maschio che in nome d’un cuor puro e buono a tal punto da apparire lui, al mondo intero, sempre il povero sì ingannato da colei già nata Circe, si prodiga in offerte di piatti, i più abbondanti, da spiazzare pur la famiglia. Non pago si esalta a sostenere anche certe spese, in sue veci e a sua insaputa, senza che gli fosse fatta in merito una richiesta… tutto solo assai spontaneo ad assecondarlo quel raro cuore generoso e in cerca dell’amicizia, unica e vera cosa sacra. Vuol la sorte che anche qui, implacabile e perentorio, giunga pio il momento di richiedere ciò che spetta. E così lui generoso sussurra a lei or bell’oggetto d’un desiderio assai carnale tal parole inaspettate: tu lo sai qual sacrificio, gran piacere senza dubbio, è per me qui aiutarti, non sono certo ricco. Sono stato assai carino, ora tu puoi far lo stesso, lasciando che ti lecchi il sesso, son sicuro che ti farò godere, voglio solo il tuo bene.
Nel rispetto d’una sua grand’arte, anche qui l’epilogo è vecchio - al rifiuto pur cordiale dell’offerta sì profusa, quel bel volto si fa disprezzo: mi hai deluso, ti tolgo tutto, non ti voglio più nemmeno bene.
Da non scordare c’è anche lui, uno stesso uomo detto maschio, ben più giovane e intraprendente (vuoi l’età a consolarlo), meno attento ai preliminari e più avvezzo ad arrivare al sodo, che la segue e poi l’attende, quella lei sì bisognosa, alle otto già di mattina (orario noto, va a prendere il pane), in quel d’un vicolo non sospetto. Vuoi scopare, che ne dici, c’ho appartamento, siamo amici. Non desiste e va avanti in questo modo fino a sera, quando a forza e minacciando, sono costretti a intervenire i compagni d’una sorte lì nel parco cittadino.
Vien la nausea a raccontarla ancora la realtà di quest’uomo insano detto maschio e tanto buono in quel di Sapri, nel contesto di una stazione, di un parco, di una donna senzatetto, disgraziata e pur barbona. Tutti sanno e qui è normale che a far del bene s’ha d’aver in cambio. Al paradiso dopo morto non ci crede più nessuno, e all’inferno condannati siamo già abituati.
Perché allora esser fessi e regalarlo quel mantello, che magari è firmato e tiene pure caldo?
Ci vendiamo giusto il bene, a guardare intorno pur conviene e ci appropriamo di tutto il resto. Un grand’affare per colui ch’è buono (sì diffuso il sedicente), la fa franca in ogni caso, tanto a farlo quell’Altro fesso ci ha pensato già lei, la vita.
#senzatetto #senzatettosapri #sapri #abusi #molestie #violenza
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