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Solidarietà e vicinanza a Maurizio Belpietro

Bastano poche righe, parole essenziali, determinate e determinanti, in un sistema saldamente democratico, che a tutti riconosce il libero diritto d'espressione.

Un sistema che tutela la diversità d'idee e che non è disposto a perdere la ragione.

L'amore per Il confronto, la vis polemica, la rivendicazione della propria appartenenza o della propria autonomia, la difesa - anche veemente - delle proprie idee e di quelle altrui (anche non condivise), il diritto/dovere di critica, devono spingere ciascuno di noi a condannare fermamente l'atto di intimidazione, di aggressione e di violenza subito la scorsa notte dal direttore di "Libero".

Esprimo piena solidarietà a Maurizio Belpietro e a tutta la sua famiglia.

Siamo tutti chiamati a dimostrare vicinanza: da posizioni affini e da posizioni distanti.

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.210) 1 ottobre 2010 17:43
    Se si trattasse di un attentato, rivendicato da una precisa parte politica, sarei d’accordo a esprimere solidarietà.

    Ma nella più plausibile delle ipotesi si tratta del gesto isolato di uno squilibrato, quindi non ne farei una tragedia, puo’ capitare a tutti di essere aggrediti da uno squilibrato. Non ha senso esprimere vicinanza alla vittima e distanza dall’autore se l’autore e’ un folle.

    Infine non e’ escluso che si tratti di una messa in scena. La parte politica appoggiata da Belpietro e’ maestra nella strategia del terrore. Piazza Fontana e’ esattamente questo: un attentato di destra fatto per incolpare e mettere in cattiva luce la sinistra.

    Dunque prima di esprimere vicinanza preferisco aspettare quei 20-30 anni che saranno necessari alla magistratura per chiarire la matrice del gesto. 
    • Di Giovanni Maria Sini (---.---.---.133) 1 ottobre 2010 19:06
      Giovanni Maria Sini

      Si tratta d’un diverso punto di vista.
      Il mio, ferma restando la diversità di opinioni e se vogliamo anche l’antipatia, non si nutre di sentimenti d’odio, nè di pregiudizio.
      Il contrasto delle idee deve sempre manifestarsi e restare in un ambito di civile confronto.
      E, partendo da questi presupposti, non posso sottoscrivere questo permanente clima da guerra civile latente.
      I teoremi, da qualsiasi parte provengano, devono sempre trovare riscontro.
      Chi pensa alla simulazione si pone sullo stesso piano di chi, in preda ad altrettanto delirio, punta il dito su presunti mandanti morali.
      Certo non si è arrivati al peggio, non c’è nessun martire da santificare: c’è solo il richiamo ad una dialettica responsabile.
      Anche da parte di chi non ha particolarmente brillato, in questi anni, in termini di correttezza e ha frequentemente utilizzato la crociata contro l’avversario.

    • Di alessandro tantussi (---.---.---.252) 1 ottobre 2010 23:24
      alessandro tantussi

      MA COSA C’ENTRA LA MATRICE DEL GESTO, cosa vuuol dire -prima di esprimere vicinanza preferisco aspettare quei 20-30 anni che saranno necessari alla magistratura per chiarire la matrice del gesto-. Tutta la violenza deve essere condannata senza se e senza ma, a prescindere dalle matrici e dalle vittime. Tu per non dire che ti dispiace ti arrampichi sugli specchi.

  • Di Michele Antonelli (---.---.---.241) 2 ottobre 2010 11:09
    Michele Antonelli

    Ho molti dubbi e perplessità su questo "presunto" attentato. Capita nel momento peggiore per il governo e solo dopo due mesi di martirio a "Fini". Mah, poi che razza di attentatore è?. Se ne sta sulle scale ad aspettare cosa? era più logico pensare che l’aspettasse all’uscita dell’ascensore. Non so che dirvi. Ma se fosse genuina la cosa è da condannare in ogni caso. Speriamo non sia una trovata di quelle a cui siamo abituati da sempre.

    • Di Giovanni Maria Sini (---.---.---.122) 2 ottobre 2010 19:25
      Giovanni Maria Sini

      Può certamente esserci spazio per i dubbi, soprattutto in un’Italia dove, a orologeria(?), scattano gli allarmi per i puntuali gruppi anarco-insurrezionalisti e gli altrettanto puntuali terroristi.
      Analogo episodio, secondo quanto riportato dall’AGI, avvenne nel 1995: http://www.agi.it/news/notizie/2010...
      Al di là delle congetture rimane ferma la nostra condanna verso qualsiasi forma di violenza.
      E resta, altrettanto, inequivoca la nostra forte contrarietà e tutto il nostro disappunto davanti a quelle strumentalizzazioni di chi ha intenzione di far leva sulla paura, di chi addita responsabilità verso qualcuno, di chi manipola l’episodio con improvvisati parallelismi e rispetto a tutto quanto si presta ad alimentare il marasma.

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