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Società di rating super partes?


Mi sono “preso la briga e di certo il gusto” di analizzare le interdipendenze finanziarie tra gli interessi dei grandi speculatori (non solo banche d’affari ma soprattutto) e le società di rating. Ho cercato infine di capire se e quanto possano essere indipendenti le società di rating.

Ma facciamo un passo indietro per cercare di capire chi siano e cosa facciano queste società. Innanzi tutto il mercato oggi è coperto nella quasi totalità da Moody’s, Fitch Ratings e Standard & Poor’s. Esse sono un’invenzione del XX secolo. Standard & Poor’s, che in realtà trova la sua origine in un libro finanziario pubblicato da H.V. Poor in USA nel 1860, iniziò ad operare nel 1906, Moody’s venne fondata a New York nel 1909, Fitch Ratings a New York nel 1913.

La prima anomalia balza subito agli occhi, le tre società di rating che si dividono più del 90% del mercato, sono tutte e tre statunitensi. Forse per questo è sembrato molto sospetto che il giorno prima del fallimento di Lehman Brothers il rating per questa banca d’affari fosse assolutamente lusinghiero, naturalmente con buona pace di chi ha visto sublimare il proprio denaro.

La funzione propria di tali società è quella di classificare il debito di un determinato soggetto. Nel caso degli Stati, le società classificano in base a molteplici parametri riassumibili in solidità economica, il debito pubblico. Ad esempio la Grecia è costretta a pagare 8 punti percentuali a chi sia disposto ad investire sul suo debito, esattamente 5 punti percentuali più della Germania.  

Il declassamento assegnato alla Grecia e le “minacce” di declassamento costantemente paventate nei confronti di altre nazioni, soprattutto meridionali, dell’Eurozona hanno avuto l’effetto di indebolire l’Euro a discapito del Dollaro. Molti dei più grandi speculatori, tutte le banche d’affari incluse, hanno avuto un vantaggio sostanziale da tale situazione. La questione è che pertanto i clienti più importanti delle società di rating hanno avuto un vantaggio enorme dall’attacco generalizzato all’Eurozona.

In sostanza le banche d’affari USA riescono a controllare, direttamente o indirettamente, l’operato delle società di rating.

Una soluzione credibile, a tale situazione a dir poco anomala, potrebbe essere quella di costituire un organismo sovranazionale dove siano chiamati ad operare i migliori specialisti da tutti gli atenei del Mondo, che operi senza fini di lucro. In tal caso il rating non sarebbe più emanazione del potere dell’alta finanza USA nel mondo. 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.53) 21 gennaio 2012 22:09

    il 7 dicembre 2011 l’agenzia di rating cinese DAGONG ha abbassato il rating di Francia e Italia.
    l’agenzia DAGONG non e’ sicuramente collusa con le banche o con le multinazionali USA.
    il downgrade in europa e’ passato inosservato dalla stampa e dai media,poi quando la stesso
    downgrade e’ comunicato da un’agenzia angloamericana si grida allo scandalo.
    sono la stampa e i media europei che sono che collusi con le cancellerie europee.
    aldo

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