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Smettere di fumare con un social network

Per chi cerca di abbandonare le sigarette, anche le interazioni online possono contribuire al successo del tentativo. Lo suggerisce una ricerca che ha seguito una comunità online di fumatori pentiti.

di Francesca Camilli 

Per chi decide di smettere di fumare è fondamentale ricevere il sostegno della rete sociale: non solo offline ma anche online. Lo afferma uno studio pubblicato sulla rivista PLOS ONEcondotto dai ricercatori dell’Università dell’Iowa, in collaborazione con la Truth Initiative, un’organizzazione non profit anti tabacco.

La ricerca ha coinvolto 2600 fumatori che hanno partecipato alla comunità di BecomeAnEX.org, un programma online sviluppato in collaborazione con la Mayo Clinic. Il sito di BecomeAnEX comprende una sezione che consente di pianificare la propria strategia per smettere di fumare, fornisce strumenti e guide interattive per accompagnare l’utente durante il percorso, offre consigli elaborati dagli esperti della Mayo Clinic, e, soprattutto, permette ai membri di condividere informazioni e supporto attraverso blog, forum e messaggi. Da quando è nato nel 2008, più di 800 000 utenti si sono registrati al sito, che oggi può contare su un nucleo molto attivo di ex-fumatori.

Nello studio pubblicato su PLOS ONE i ricercatori hanno costruito una rete sociale su larga scala a partire dall’analisi del clickstream, cioè della sequenza dei click eseguiti dai 2600 utenti. Come spiega in un comunicato Kang Zhao dell’Università dell’Iowa, autore della ricerca, i risultati hanno mostrato come le interazioni online siano in grado di predire i comportamenti offline. Il ruolo assunto all’interno della comunità è, infatti, risultato un buon indicatore della probabilità di smettere di fumare: coloro che hanno interagito di meno con gli altri utenti, hanno abbandonato più velocemente il programma. Il 21% dei membri che erano stati classificati come “attivi” hanno riferito di essere riusciti a smettere di fumare tre mesi dopo la registrazione iniziale. Tra gli utenti passivi questa percentuale è scesa all’11%, mentre tra coloro che non hanno frequentato il sito solamente l’8% ha abbandonato l’abitudine al fumo. I ricercatori non hanno ancora chiarito per quale motivo un maggiore coinvolgimento possa avere un effetto così positivo, ma pensano che potrebbe dipendere dall’influenza della rete sociale.

In Italia gli ex fumatori sono 6,6 milioni, in prevalenza uomini. Più di 7 milioni sono invece gli italiani che hanno provato ad abbandonare questa abitudine senza riuscirci, il 65% del totale dei fumatori. Solo lo 0,1% di loro si è rivolto a un centro antifumo. Negli ultimi anni è aumentato il numero di chiamate effettuate verso il Telefono Verde Antifumo, il primo canale di accesso per i centri antifumo, ma i numeri sono ancora bassi (7767 telefonate ricevute in tutto il 2016).

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.103) 12 novembre 2017 19:03

    MENO sventolii >

    Primo. L’aumento del prezzo delle sigarette induce alla riduzione del consumo individuale non più che ad un maggior ricorso ai contrabbandieri.

    Secondo. La CARITAS di ROMA scrive di avere sempre più bisogno di “risorse” per poter fare fronte alla continua crescita del popolo, locale, dei senzatetto.

    Ancora. I SOLDI assumono difforme “valenza” a seconda dello scopo del loro impiego.


    Ciò premesso.

    DECIDERE di vietare la “vendita” (a prezzi scontati) ai dipendenti ed ai pensionati del Vaticano vorrebbe servire a “convalidare” l’assunto che una tale fonte di profitto “non può essere legittima, se mette a rischio la vita delle persone”.


    In compenso.

    Le relative decine di migliaia di euro, così “cassate”, se fossero invece devolute a mo’ di beneficienza proprio alla CARITAS di Roma, farebbero tanto comodo per la sua quotidiana opera di assistenza alle migliaia di potenziali “morti di fame”.


    OLTRE a non offrire nuovi spazi di mercato a certi contrabbandieri limitrofi.

    Non è certo Tutta colpa di Carosello se sventolano bandiere …

  • Di Doriana Goracci (---.---.---.247) 14 gennaio 2018 12:27
    Doriana Goracci

    Sono un’ ex fumatrice che si è guadagnata sul campo un’invalidità per asma bronchiale e questa è la premessa. Da anni ho smesso dopo tentativi anche lunghi ma miseramente falliti, anzi fumando ancora di più anche se capivo che stavo "ammazzandomi". Io ce l’ho fatta con un corso di 6 ore della Easyway http://www.easywayitalia.com/ , le sedi sono in tutta Italia. Sicuramente chi annuncia ad esempio su Facebook che ce la sta mettendo tutta per uscirne, può essere supportato dalle persone amiche sia pure virtualmente, è molto importante. Per me è ancora più importante la gioia che ho avuto nell’ essermi LIBERATA da questa oppressione fisica e mentale, dal giogo delle multinazionali, dalla dipendenza che dopo 48 ore non è più fisica ma solo mentale...Altri commenti sul costo e contro gli aumenti del costo o a vantaggio,li trovo del tutto sterili. Buona Liberazione e internet può darci una mano, come ogni rete di supporto e non per finirci dentro come un povero pesce che ha abboccato a un vuoto sfruttamento, che oltretutto, puzza.
    n.b. io ho un nome e cognome reali e scrivo anche per questo sito, credo quindi di non poter essere accusata di favorire nessuno, se non chi ci sta male e vorrebbe uscirne. Buona Fortuna, fatta da noi
    Doriana Goracci

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