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Slitta l’appello per Maikel Nabil, blogger egiziano in sciopero della fame

Egitto: Maikel Nabil Sanad, venticinque anni, blogger detenuto per aver espresso le sue idee. È in sciopero della fame dal 23 agosto. Ieri, 4 ottobre, doveva essere giudicato in appello, in seguito alla condanna comminatagli ad aprile. Il processo è stato aggiornato all'undici ottobre

Nabil è stato arrestato il 28 marzo 2011; l’accusa è quella di aver postato sul suo blog un intervento critico nei confronti dello SCAF (Supreme Council of the Armed Forces), il Consiglio Supremo Militare. Il titolo dell'articolo era molto eloquente: The people and the army were never one hand, il popolo (quello della rivoluzione egiziana) e l’esercito (che ha preso il potere dopo le le dimissioni forzate di Hosni Mubarak) non hanno agito nello stesso interesse, come una sola mano. Il 10 aprile viene condannato a tre anni di reclusione. Attualmente è rinchiuso nel carcere di El Marg, mentre aspetta la sentenza d'appello della Corte Militare.

Maikel Nabil Sanad è pacifista e attivista convinto, ha fondato nel 2009 un movimento contro il servizio militare obbligatorio, non crede nell’uso della violenza, nei totalitarismi e non ha paura di pagarne le conseguenze.

Per continuare a manifestare il proprio dissenso, anche dal carcere dove si trova, Maikel è entrato in sciopero della fame, ha cominciato rifiutando il cibo e poi anche l’acqua. Dopo oltre quaranta giorni di digiuno è intervenuta anche Reporters sans Frontières che ha denunciato: “Maikel soffre ora di problemi renali gravi, scabbia e anemia”, e la sua sitazione si aggrava ogni giorno di più.

Questo quello che scriveva il 21 ottobre 2010: “Ho pensato molto e la mia decisione è che mi rifiuterei di fare il servizio militare in Egitto e voglio sopportare le conseguenze di quello che sarà”. Il collega di Maikel, il blogger Islam Hussein, scrive in difesa del giovane: “L’oppressione per le proprie idee aiuta solo a rinforzare la pessima immagine che l’Egitto e in generale il Medio Oriente ha acquistato negli ultimi sessant’anni. L’Egitto e gli egiziani hanno bisogno di più persone come Maikel Nabil Sanad”. E se la prende con i suoi connazionale “indifferenti” al destino del ragazzo arrestato; quello stesso popolo sceso in piazza con la rivolta del “25 gennaio”, “la rivolta dei bloggers e della rete” (come gridavano i più entusiasti interpreti delle sommosse egiziane).

Molti attivisti e rivoluzionari si sono riuniti ieri fuori la corte militare, per manifestare solidarietà per Maikel e dissenso nei confronti dello SCAF, tra loro c’è anche il fratello, già messo sotto controllo dal Consiglio Supremo Militare, e prossimamente chiamato a rispondere delle sue azioni in tribunale.

L’undici ottobre Maikel Nabil Sanad, di anni venticinque, sarà giudicato per le sue idee critiche nei confronti del nuovo organo di potere dell'Egitto post Mubarak. Se dovesse essere ancora vivo, l’undici di ottobre saranno per lui cinquanta giorni di digiuno.

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