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Signornò: la solita Europa

Nel centenario del primo grande massacro bellico mondiale che la storia ricordi, tragico antipasto del secondo episodio, sembra che l'Europa abbia deciso di dimenticare le cause e gli effetti di quei terribili anni.

Muri eretti, firme non fatte, accordi non mantenuti, populismi e nazionalismi in crescita, diritti in evidente difficoltà. Il prossimo voto europeo diventa quindi il più importante della storia sinora vissuta: sancirà se il popolo europeo vuole proseguire su questo declino o se si potrà legittimamente sperare in un futuro migliore.

Il mondo guarda all'Europa con molto interesse. Non c'è potenza mondale che non stia lavorando sul nostro continente per i propri interessi e, al contempo, cercare di osteggiare le possibilità di una vera unione europea. Non c'è alcun dubbio, e loro lo sanno molto bene, che un'Europa Unita diventerebbe, nel giro di pochi anni, il vero leader mondiale, quello con cui tutti dovrebbero prima o poi fare i conti, politicamente ed economicamente. Questo, per loro, non deve accadere. Meglio quindi la solita Europa, divisa dai suoi confini interni, dalle proprie ansie, dalle proprie paure. Un competitor debole, che può trasformarsi in alleato, anche se solo in parte. Tutti sanno che qualsiasi conflitto in Europa si terrebbe esclusivamente con mezzi convenzionali. I più potenti e moderni certo, ma sempre armati dal classico esplosivo.

Su ciò che ne resterebbe i grandi mondiali si spartirebbero le briciole, ed il loro rivale più potente sarebbe cancellato. Cose ne seguirebbe dopo non è dato saperlo al momento, ma credo comunque ci riguarderebbe ben poco, in questo scenario.

La scelta elettorale del prossimo maggio quindi non riguarda solo noi, ma l'indirizzo che avrà il mondo futuro.

L'Europa è già stata purtroppo faro e fulcro dei più grandi eventi bellici mondiali. Potrebbe esserlo ora anche per la pace e l'ordine mondiale.

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