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Sicurezza ospedali, ministro Grillo: "No allo status di pubblico ufficiale per i medici". Ma lo sono già per legge

Quasi quotidianamente veniamo ad apprendere dai media di continue minacce ed aggressioni (verbali e non) da parte di cittadini italiani ai danni degli operatori sanitari (medici ospedalieri, medici di medicina generale, infermieri, oss, ecc.). Come in molti altri campi, la politica finora ha fatto solo promesse, senza per il momento grossi risultati concreti. Tralasciando quindi il nulla di fatto del passato, guardiamo al presente con i tanti (troppi) proclami del sedicente Governo del Cambiamento. Nel caso specifico, è stata la ministra Giulia Grillo a cercare di occuparsi del problema. Purtroppo, a modo suo.

Nel Question Time in Parlamento sulla questione, la ministra Grillo si è detta contraria alla proposta di riconoscere lo status di pubblico ufficiale ai medici per non aggravare di ulteriori oneri i camici bianchi. L'alternativa proposta dal disegno di legge in atto, sarebbe un'aggravante della pena e una sorta di "Daspo sanitario" (come per i tifosi violenti), senza però specificare come verrebbe applicato. Vorrebbe forse dire che un paziente violento non può essere curato in quel determinato ospedale?

Ma ciò che lascia veramente esterefatti è un altro punto: il fatto che la ministra Giulia Grillo non sappia che i medici, nell'esercizio delle proprie funzioni, sono già dei pubblici ufficiali ai sensi degli articoli 357 e 358 del Codice Penale:

"Agli effetti della legge penale, sono pubblici ufficiali coloro i quali esercitano una pubblica funzione legislativa, giudiziaria o amministrativa. Agli stessi effetti è pubblica la funzione amministrativa disciplinata da norme di diritto pubblico e da atti autoritativi, e caratterizzata dalla formazione e dalla manifestazione della volontà della pubblica amministrazione o dal suo svolgersi per mezzo di poteri autoritativi o certificativi".

"Agli effetti della legge penale, sono incaricati di un pubblico servizio coloro i quali, a qualunque titolo, prestano un pubblico servizio. Per pubblico servizio deve intendersi un'attività disciplinata nelle stesse forme della pubblica funzione, ma caratterizzata dalla mancanza dei poteri tipici di questa ultima, e con esclusione dello svolgimento di semplici mansioni di ordine e della prestazione di opera meramente materiale".

A titolo esemplificativo, cito solo altre sentenze della Cassazione penale. La prima del 2000 (Sez. III, sentenza n. 1913): "Deve ritenersi corretta la qualificazione di incaricato di pubblico servizio attribuita al medico convenzionato con il servizio sanitario nazionale perché investito di funzioni di carattere pubblicistico aventi nel contempo natura sanitaria ed amministrativa, infatti una volta inseritosi nella struttura il medico non può scindere le funzioni di competenza. Momento di rilievo pubblicistico è non solo quello certificativo, perché questo non è altro che l'attestazione delle mansioni già espletate dall'agente come incaricato di un servizio avente certamente finalità pubblica, la cui parte più delicata non consiste nella certificazione, bensì nelle attività prodromiche alla stessa."

La seconda del 2007 (sentenza n. 35836): "Il medico convenzionato con il servizio pubblico svolge la sua attività per mezzo di poteri pubblicistici di certificazione che estrinsecano nella diagnosi e nella correlativa prescrizione di esami e prestazioni alla cui erogazione il cittadino ha diritto presso le strutture pubbliche o private convenzionate".

La terza del 2017 (sentenza n. 29788): "Affermato che il medico convenzionato con la ASL e quindi con il SSN riveste la figura di pubblico ufficiale e non quella di incaricato di pubblico servizio poiché svolge l'attività per mezzo di poteri pubblicistici di certificazione, che si estrinsecano nella diagnosi e nella correlativa prescrizione di esami e prestazioni alla cui erogazione il cittadino ha diritto presso strutture pubbliche ovvero presso strutture private convenzionate..."

Esiste anche un importante precedente giuridico nel 2016 a Trento: una condanna per minacce rivolte contro un medico di base, riconosciuto appunto come pubblico ufficiale in quanto rilascia certificati medici: https://www.laleggepertutti.it/130325_il-medico-di-famiglia-e-un-pubblico-ufficiale

Quindi, seppur non specificato esplicitamente negli articoli del Codice Penale, il medico ospedaliero è già un pubblico ufficiale, con onori e oneri (come l'obbligo di segnalare gli infortuni sul lavoro).

Non è la prima volta che il ministro Grillo fa confusione con le leggi e, cosa ancor più grave, non conosce le fonti del diritto del nostro sistema costituzionale: ha fatto già scalpore il caso dell'autocertificazione delle vaccinazioni, ove una sua circolare ministeriale si "contrapponeva" di fatto al DPR 445/2000, che specifica, all'articolo 49 comma 1,: "I certificati medici, sanitari, veterinari, di origine, di conformita' CE, di marchi o brevetti non possono essere sostituiti da altro documento, salvo diverse disposizioni della normativa di settore". Detto ciò e, senza volermi addentrare nei meandri del Diritto Costituzionale, vorrei solo ricordare che un DPR è una fonte di diritto cosiddetta di secondo livello.

Una circolare ministeriale, invece, è solo un atto interno ad un pubblico ufficio, diretto agli organi e dipendenti di quell’ufficio. Si tratta, in sostanza, di una direttiva comportamentale impartita dal vertice dell’amministrazione e che vincola il personale. Ma non crea, in alcun modo, un diritto né può limitare il cittadino. La circolare non ha alcun valore come fonte del diritto di conseguenza non essendo indirizzata al cittadino (ma solo al dipendente di quella determinata amministrazione), non lo vincola.

Quindi, nel caso della circolare ministeriale succitata, la ministra Grillo avrebbe dovuto presentare una proposta di modifica del DPR 445/2000.

Di conseguenza, bene hanno fatto i presidi a richiedere il certificato di vaccinazione per non incorrere in serie responsabilità anche penali, nonché chiedere alla ministra di rivedere la norma.

Personalmente, da medico mi preoccupa avere un Ministro della Sanità (peraltro medico legale!) che conosca le leggi meno di me e dei presidi. E l'ignorare l'esistenza della figura di pubblico ufficiale ai camici bianchi, nonostante le normative vigenti e le sentenze della Cassazione, è un segnale pericoloso che autorizza pazienti e parenti "irrequieti" ad arrivare all'apoteosi violenta della mancanza di rispetto nei confronti della categoria medica.

P.S.: Mentre scrivo queste parole, i ministri Grillo e Salvini fanno sapere che proporranno l'abolizione del numero chiuso alla facoltà di Medicina. Peccato che - tra la propaganda ed il fare - andrebbero prima risolti due urgenti problemi:

1. Mancano aule, laboratori e reparti ospedalieri per contenere così tanti studenti;

2. Se non vengono incrementate contestualmente le borse di specializzazione (tradotto: investire denaro), avremo solo un incremento di laureati disoccupati. La specializzazione è necessaria per lavorare in ospedale (dove appunto c'è la maggior carenza) e per fare il medico di base (corso a parte per MMG). Possibile che la Ministra Grillo non sappia neppure ciò?

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