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Si prepara la pastetta per Taranto

Vecchi soldi stanziati, ma mai messi a disposizione, bruscolini raccattati qui e la, Ecco da dove vengono i 336 milioni per il risanamento di Taranto. E intanto Vendola si prepara per il suo grande giorno. Gestire il tesoretto. Come si bonificherà? Ma alzando una rete di protezione per i parchi minerali, in modo da impedire, quando si leva il vento che la polvere si alzi e vada ad inquinare il rione Tamburi. (Una rete che protegge dalla polvere!) Misure per il risanamento ambientale e la riqualificazione di Taranto, in particolare del quartiere di Tamburi.

Non per non far inquinare più. Un pannicello caldo cioè. Diciamocela tutta. Secondo la legge che chi inquina paga. Infatti lo Stato (cioè noi) ne mette 329 milioni e Riva 7. Ma i soldi ancora non si trovano. Si prevedono "tesoretti" stanziati in precedenza e poi mai finanziati (come i 180 milioni recuperati da una precedente delibera definanziata del 2011 che destinava le risorse sempre alla Puglia). Si parlava dell'ipotesi di anticipare subito 70 milioni da mettere a disposizione del commissario straordinario, ma sul testo ieri sono continuati gli approfondimenti.

Si ha l'impressione de "A muina a muina", tipica messa in scena meridionale Soldi che passano di qua e di la sopra e sotto, ma sono sempre quelli e che sono finti. 

All’ordine Facite Ammuina: tutti chilli che stanno a prora vann’ a poppa e chilli che stann’ a poppa vann’ a prora: chilli che stann’ a dritta vann’ a sinistra e chilli che stanno a sinistra vann’ a dritta: tutti chilli che stanno abbascio vann’ ncoppa e chilli che stanno ncoppa vann’ bascio passann’ tutti p’o stesso pertuso: chi nun tiene nient’ a ffà, s’aremeni a ‘ccà e a ‘llà” .

Alla fine dei resti di questa "A muina", sarà che Taranto resterà con il suo inquinamento. I cittadini, giovani e meno giovani scapperanno dalla Città dei due Mari (dai 350 mila abitanti degli anni '80 i cittadini tarantini sono ormai 150 mila). Anziani, pensionati della vecchia Italsider, andati in pensione perché intossicati di amianto rimarrano a presido della Città. Una città di bonzi, lo è già ora, domani lo sarà ancor di più. Ogni giorno che passa un morto in più, un vivo che scappa.

Intanto quarantuno persone sono state denunciate dalla Polizia dopo quanto avvenuto il 2 agosto in piazza della Vittoria mentre era in corso la manifestazione sindacale. "Le 41 persone - si legge in una nota stampa della Questura di Taranto - sono state identificate e saranno denunciate in stato di libertà all'autorità giudiziaria per aver turbato a vario titolo la manifestazione in atto, determinando la temporanea interruzione dei comizi ufficiali. L'attività degli investigatori si è focalizzata in particolare su coloro i quali si sono resi responsabili di violenza sulle cose, abbattendo le transenne poste a protezione del palco al fine di accedervi, e di accensione di fumogeni in luogo pubblico".

Vi è, si dice, una denuncia per aver buttato carta straccia e per aver anche sputato. Il Processo si terrà a rito abbreviato, vista la gravità dell'accusa. Meno grave è per Ferrante, area pidiellina ex candidato del PD a Sindaco di Milano ed attuale A.D. dell'ILVA di Taranto la frase

"Dobbiamo legargli il culo alla sedia": è il contenuto di un'intercettazione telefonica, prodotta dalla Procura nell'udienza del Riesame sui ricorsi presentati dall'Ilva. La frase sarebbe stata pronunciata da un dirigente dell'Ilva in una conversazione con altri dirigenti e farebbe riferimento all'arrivo in fabbrica di funzionari regionali che dovevano compiere un sopralluogo sugli impianti ritenuti a rischio ambientale. Pagando e corrompendo i funzionari. Così si faceva la bonifica ambientale e rispettavano le leggi sulla Diossina. Non solo ispezione telefonate, ma anche corruzione ai tecnici che dovevano preparare l'Autorizzazione integrata ambientale (Aia) per conto del ministero dell'Ambiente, nonché un presunto episodio di corruzione del docente universitario ed ex preside del Politecnico di Taranto

"Clini è uomo nostro", dice Girolamo Archinà, uomo delle pubbliche relazioni del gruppo Riva, parlando, nel 2010, con un consulente del gruppo Riva, già funzionario del Cnr. "Insinuazioni inaccettabili. C'è bisogno di responsabilità', trasparenza e puntuale riscontro di fatti e dati". Così chiaramente il ministro che dovrebbe tutelare la salute degli italiani e dei tarentini. Si alza il firewall intanto da parte delle istituzioni. Il ministro della Giustizia Paola Severino si è recato dal Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per metterlo al corrente.

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