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Shalabayeva: chi sapeva e chi non sapeva. Ma cosa?

Così adesso lo sappiamo. E non lo sappiamo grazie a quello che è stato detto in aula da un Ministro della Repubblica, ma dalle confidenze rilasciate dal capro espiatorio prescelto per la vicenda Shalabayeva, il capo di gabinetto del Ministro degli Interni, Giuseppe Procaccini.

Scrive il Corriere: “Ho ricevuto l'ambasciatore kazako al Viminale perché me lo disse il ministro, spiegandomi che era una cosa delicata. L'incontro finì tardi e quindi quella sera non ne parlai con nessuno. Ma lo feci il giorno dopo, spiegando al ministro che il diplomatico era venuto a parlare della ricerca di un latitante. Lo informai che avevo passato la pratica al prefetto Valeri”.

Gli fa eco Repubblica: “Procaccini racconta di aver saputo dall'ambasciatore kazako della presenza di un "pericoloso latitante" del suo paese e di aver ricevuto l'ambasciatore su richiesta del ministro Alfano. Il capo di gabinetto racconta anche di aver poi informato di nuovo il ministro il giorno successivo, il 29 maggio”.

Ne parla l’Unità: “L'incontro (con l’ambasciatore kazako, ndr) era stato sollecitato dallo stesso Alfano: «Ero stato informato che l'ambasciatore doveva riferirmi una questione molto delicata». Poi al ministro dell'Interno riferì «verbalmente» il giorno successivo, il 29 maggio”.

Il Messaggero, invece, preferisce toni più sfumati: “Prefetto Procaccini, ha informato il ministro Alfano? «Nei giorni successivi gli ho accennato brevemente che era stato dato seguito ad un’operazione di cattura di un pericoloso latitante kazako, ma senza entrare nei dettagli»”.

E, sorprendentemente il Fatto Quotidiano scrive invece “Contestualmente al suo passo indietro, l’ormai ex capo gabinetto del Viminale, però, ha 'protetto' il vicepremier, assicurando che «il ministro non sapeva» dell’accaduto”.

Le notizie di stampa quindi sono un po’ contraddittorie anche se a monte di tutto ci si chiede a quale titolo un ambasciatore straniero viene accolto e ascoltato da un alto funzionario degli Interni anziché essere gentilmente dirottato sul Ministero degli Esteri? Forse perché "lì" avrebbe trovato un terreno già dissodato che "là" non avrebbe trovato ?

Insomma, forse Alfano sapeva, e ha passato la grana kazaka a Procaccini, forse Alfano sapeva che il blitz contro un pericoloso latitante aveva dato esito negativo, forse Alfano non sapeva. Forse Alfano non sapeva, in particolare, dell’improvvisa deportazione di moglie e figlia di “quel” pericoloso latitante kazako di cui invece “sapeva”.

"L’accaduto” di cui era all’oscuro - secondo il Fatto - potrebbe essere solo la seconda parte, il misterioso risvolto che ha interessato, contro ogni logica, la donna e la bambina che, con i reati a carico del “pericoloso latitante kazako”, di sicuro non c’entravano niente. Peggio che mai, quindi.

Chi può aver deciso e perché del "rimpatrio" forzato di Alma e Alua dopo aver fatto un buco nell'acqua con l'uomo? Il Ministro quindi ne uscirebbe mezzo colpevole e mezzo innocente, anche dalle parole irritate del capro espiatorio Procaccini.

Di sicuro si direbbe che Alfano non seppe della vicenda il 2 giugno quando un’allarmata Emma Bonino lo avvisò di quello che aveva saputo dagli avvocati della donna kazaka, ma in quell’occasione recitò la parte del "sorpreso-scandalizzato" perché in realtà, secondo Procaccini, era già al corrente. E allora perché sgranò gli occhioni sorpreso con il nostro Ministro degli Esteri?

Della questione kazaka sapeva, avendo passato lui la pratica a Procaccini; forse non sapeva del coinvolgimento delle due donne, che però è la madre di tutte le questioni. Dare la caccia, individuare e fermare un latitante inseguito da mandato di cattura internazionale (anche se, contemporaneamente, principale oppositore coperto dall’asilo politico riconosciutogli da un Paese europeo) è un aspetto legittimo, se condotto con tutta la cautela del caso. Coinvolgere moglie e figlia è invece immotivato ed illegittimo. Cos’è quindi che Alfano non sapeva? Del blitz contro l’uomo o della deportazione delle donne? Ma perché cascare dal pero con la Bonino?

La sua relazione al Senato non chiarisce appieno cos’è che esattamente non sapeva: sembra negare tutto e in questo sarebbe già un bugiardo benché, forse, parziale.

Nel frattempo il direttore del servizio segreto interno (AISI), generale Arturo Esposito, ha riferito oggi al Copasir, ed "è stata confermata la completa estraneità del nostro servizio alla vicenda, che è stata soltanto un'operazione di polizia attuata su richiesta di Interpol e Criminalpol. I servizi non se ne sono mai occupati”.

In sintesi in Italia - paese ad alto rischio di terrorismo interno e internazionale, a forti tensioni sociali, con una criminalità di stampo mafioso-camorristico spietata e organizzata, con gang di malavitosi cinesi, rumeni, moldavi, montenegrini, albanesi e compagnia cantando in piena attività, con residuali brigatisti e anarco-insurrezionalisti, più una gamma indistinta di “fuori di testa” bombaroli - abbiamo dei servizi di sicurezza interni che, di una faccenda in cui sono implicati ambasciatori che salgono le scale del ministero "sbagliato", di pressioni dirette di un paese asiatico sulle nostre forze di polizia, di spioni israeliani e italiani coinvolti, di uomini armati che agiscono di notte alle porte di Roma e di un aereo privato prenotato in fretta e furia con destinazione Kazakhstan, loro - i servizi "interni" - semplicemente “non se ne occupano”. Nemmeno dopo che un loro ex agente, ormai pensionato, viene in qualche modo coinvolto a spiare la villetta di Casal Palocco.

Curiosamente il motto dell’AISI, ironia della sorte, è “scientia rerum reipublicae salus" ("La conoscenza delle cose è la salvezza della Repubblica"). Stiamo freschi.

Ma non sembra che la faccenda sia finita qui: altre teste sono destinate a cadere e prima di cadere probabilmente avranno da dire la loro. Stiamo in campana.

 

Foto logo: Wikimedia

 

Commenti all'articolo

  • Di GeriSteve (---.---.---.40) 17 luglio 2013 19:05

    Leggo su Agoravox tre articoli sullo stesso argomento, in cui si delineano tesi diverse su ciò che sarebbe accaduto. Cosa sia successo davvero io non lo so e dubito che lo sapremo, ma è assodato che ci sono state dette diverse bugie e molto pesanti.

    Letta dichiara che sarebbe dimostrata l’estraneità di Angelino, ma trascura che il suo capo di gabinetto Procaccini testimonia invece di essersi occupato del caso su sua richiesta "Ho ricevuto l’ambasciatore kazako al Viminale perché me lo disse il ministro spiegandomi che era una cosa delicata. .. il giorno dopo, spiegando al ministro che il diplomatico era venuto a parlare della ricerca di un latitante. Lo informai che avevo passato la pratica al prefetto Valeri".

    Questo significa che Angelino era stato ben informato, ma inizialmente da chi? Dalla Bonino che istituzionalmente dovrebbe tenere i rapporti con gli ambasciatori? da Letta? da Berlusconi? da Scaroni che cura gli affari dell’ENI?

    E’ stato spergiurato che non si sapesse che la signora e la bambina fossero la moglie e la figlia di Ablyazov, ma in realtà erano state catturate nel "covo del pericoloso terrorista" e sostanzialmente al suo posto, quindi si è indiscutibilmente mentito.

    Da parte di Procaccini e della polizia si è sostenuto che i poverini sarebbero stati ignari del fatto che Ablyazov fosse un oppositore di Karzai e perseguitato politico, ma ciò era incontestabilmente chiaro dall’interessamento diplomatico e dalla messa a disposizione addirittura di un aereo privato, precedentemente noleggiato, per rimpatriarne moglie e figlia! Pansa (o forse Procaccini), con totale assenza di senso del ridicolo arriva a scrivere  che l’aereo è stato"generosamente messo a disposizione": addirittura le due poverette sono state consegnate -in territorio italiano !- ai funzionari kazaki. Non è certo una prassi di espulsione di clandestini, ma di consegna di  pericolosi latitanti o di preziosi ostaggi.

    In tanta confusione, una cosa è chiarissima: tutte le leggi sono state violate e sono in tanti a mentire. Tanti, e tutti che dovrebbero rappresentare lo stato italiano.

    GeriSteve

     

     

     

    • Di (---.---.---.93) 18 luglio 2013 02:22

      Da quello che ho potuto leggere - e che ho scritto, così come ha fatto Paolo Monarca nel suo articolo - per ora sembra chiaro (fino a nuova smentita e nuova versione dei fatti) che Alfano abbia incaricato il suo Capo di Gabinetto Procaccini di seguire la pratica kazaka. E che questi lo abbia poi informato dei fatti.

      Le cose non chiare quindi mi pare che siano

      1) da chi Alfano sia stato informato (dall’ambasciatore kazako stesso ? dalla Questura ? da altri ?) Non è del tutto chiaro.

      2) Perché il 2 giugno quando - e qui le versioni sembrano concordare - Emma Bonino avverte Alfano della questione (di cui era stata informata dagli avvocati della Shalabayeva) il Ministro degli Interni appare sorpreso e all’oscuro di tutto quando il Procaccini afferma di avergli parlato del caso almeno un paio di giorni prima ? Fingeva ? Si era scordato tutto ? Procaccini mente ? Non è chiaro. Ancora c’è da scavare.

      FDP

    • Di (---.---.---.93) 18 luglio 2013 02:31

      Interessante fra l’altro questo articolo http://notizie.radicali.it/articolo... che potrebbe chiarire anche da chi Emma Bonino ebbe la prima informazione (oltre che dagli avvocati della Sharabayeva).

    • Di (---.---.---.200) 18 luglio 2013 12:26

      PaoloM


      Ritengo la ricostruzione ed i conseguenti commenti puntuali e ineccepibili.
      Mi sembra che in generale si parli poco o nulla delle conseguenze che avranno le due vittime:
      spero (poco) che un’agenzia internazionale sia in grado di saperlo e soprattutto di impedire maltrattamenti dal parte del governo kazako.
    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.93) 18 luglio 2013 12:51
      Fabio Della Pergola

      Spero di peccare per eccesso di cinismo, ma temo che Alma Shalabayeva e sua figlia siano semplicemente un ostaggio del governo e anche del marito che potrà riscattarle (forse) solo consegnandosi. Nel caso non lo facesse dal momento che pure lui non sembra uno stinco di santo, temo che saranno vittime della rivalsa del governo. Credo che poco o nulla possa fare la comunità internazionale a cui - passato il gran polverone di questi giorni - sicuramente interesserà molto più il petrolio kazako che non la vita di due kazake.

      A meno che non si decida di rapire la moglie e la figlia (se ne ha una) di Nazarbayev e poi di proporre uno scambio. Incaricando della cosa le nostre forze di polizia saremmo senz’altro sicuri di un’eccellente riuscita dell’impresa. Oppure no.

  • Di GeriSteve (---.---.---.40) 17 luglio 2013 20:01

    segnalo anche questo bell’articolo di Barbara Spinelli:
    http://temi.repubblica.it/micromega...

    • Di (---.---.---.93) 18 luglio 2013 01:53

      Grazie della segnalazione. Lo leggerò al più presto.
      Quanto al resto credo che la cosa sia tutt’altro che chiara e tutt’altro che chiarita. Penso al contrario che le contraddizioni e i punti oscuri siano ancora più numerosi di quelli ormai assodati.
      La storia continua. Saluti. FDP

  • Di Giorgio Zintu (---.---.---.111) 21 luglio 2013 13:58
    Giorgio Zintu

    Non so davvero cosa ci sia da chiarire, in questa vicenda: il Ministro degli interni è responsabile del suo ministero, il Ministro degli esteri non ha gradito che l’ambasciatore kazako disertasse la convocazione alla Franesina, non ha fatto nulla però ha stretto la mano a Alfano, Letta ha detto che nulla sarebbe andato impunito. Risultato, nessuno è punito e donna e figlia sono a Astana o chissà dove nelle mani di un dittatore con cui l’Italia fa affari, anche dopo Berlusconistan.

    Affari appunto: questi spiegano il baciamani di Berlusconi a Gheddafi, questa storia brutta e tante altre americane.

    In realtà, oltre le responsabilità evidenti politiche e morali di un apparato di governo è chiaro che nulla cambia. Il ministro Bonino sinora non ha neanche affermato che l’ambasciatore era sgradito e quindi se ne tornasse a casa sua e il Presidente del Consiglio dovrebbe, meglio deve, pretendere che le persone rapite grazie alla nostra, italiana, complicità e sudditanza o stupidità conclamata, vengano restituite senza perdere tempo.

    Poi ci si augura che la magistratura non insabbi come al solito questi affari puzzolenti di un paese putrido in nome dello Stato inesistente.

    Mi aspettavo di più da Emma Bonino. Alla prova dei fatti condivide lo spessore del governo di cui fa parte.

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