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Sgominata banda dedita al traffico di rifiuti tossici dalla Campania al foggiano

Foggia, Mafia – Operazione “Black Land” della DIA di Bari.

Sono state emesse 14 misure di ordinanza cautelare in carcere verso 14 indagati accusati del reato ex art. 260 D. L. vo 152/2006 (attività organizzate per il traffico illecito di rifiuti). Uno di questi personaggi residente nel foggiano risulta latitante. Pare che nell'elenco dei nomi risulti anche un personaggio citato nella lista consegnata in data 7 ottobre 1997 dal collaboratore di giustizia Carmine Schiavone alla “Commissione Parlamentare d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti”, come titolare di un'impresa coinvolta nelle dinamiche dell'ecomafia campana. I particolari dell'inchiesta sono stati illustrati, stamani presso la Prefettura di Foggia alla presenza del Procuratore Distrettuale Antimafia di Bari, Dott. Pasquale Drago.

In particolare, l'operazione chiamata “Black Land” è scaturita dalla complessa azione investigativa del coordinamento interforze che ha coinvolto più di 150 investigatori del Comando Provinciale Carabinieri di Foggia, del Nucleo Operativo Ecologico di Bari del Comando Carabinieri Tutela per l'Ambiente e della Direzione Investigativa Antimafia di Bari. Le indagini hanno messo in luce il coinvolgimento delle province di Foggia, Barletta-Andria-Trani, Avellino, Caserta, Salerno, Benevento, Potenza e Campobasso.

Nel corso dell’operazione oltre all'emissione delle 14 misure di ordinanza cautelare, sono state poste sotto sequestro: aziende, stabilimenti, automezzi pesanti, discariche abusive per un valore totale di euro 25 milioni di euro, sia in relazione al reato ambientale che agli illeciti amministrativi conseguenti previsti per gli enti.

L'attività, iniziata nel marzo 2013, grazie a una serie di accertamenti preliminari, effettuati mediante l’utilizzo di sofisticati programmi informatici di monitoraggio ambientale del territorio.

Le successive indagini, costituite da intercettazioni telefoniche, rilevazioni satellitari, servizi di osservazione (con videoriprese effettuate a distanza mediante telecamere ad infrarossi), acquisizioni documentali e consulenze ambientali hanno consentito di fare piena luce su sodalizio criminoso dedito ad attività organizzate per il traffico illecito, consistenti:

  • nel tombamento di rifiuti speciali non trattati (cd. frazione umida), derivanti da un apparente impianto di compostaggio in un enorme cratere presente su un terreno agricolo ubicato in Ordona (FG);
  • nello smaltimento illecito di rifiuti speciali derivanti da trattamento meccanico, (cd. frazione secca), provenienti da un impianto di stoccaggio ubicato in Foggia. I rifiuti speciali, illecitamente smaltiti, tutti provenienti da impianti di raccolta e stoccaggio ubicati in Campania, nelle province di Salerno, Caserta e Avellino, ammonterebbero ad un quantitativo non inferiore a 12.000 tonnellate.

Quanto alle modalità di gestione del traffico illecito, i rifiuti speciali, prodotti in diversi comuni delle province di Salerno e Caserta, dopo essere stati trasportati presso i siti di stoccaggio della SELE AMBIENTE di Battipaglia (SA) e della ILSIDE di Bellona (CE) venivano gestiti con il seguente schema:

  • i rifiuti della cd. frazione umida venivano dapprima conferiti all’impianto di compostaggio della BIOCOMPOST IRPINO di Bisaccia (AV), quindi, senza subire alcun trattamento, accompagnati da falsa documentazione, venivano trasportati e gestiti come se si trattasse di ammendante, per essere definitivamente smaltiti mediante "tombamento" in un enorme cratere ricadente su un area agricola sita in Ordona, gestita dall’EDIL C., ove vi era una autorizzazione al ripristino ambientale;
  • i rifiuti della cd frazione umida venivano invece conferiti alla SPAZIO VERDE PLUS di Carapelle (FG) e, dopo essere stati trasportati presso un capannone di stoccaggio sito in località Santa Cecilietta di Foggia, venivano illecitamente sversati in aree diversificate ricadenti nelle regioni di Puglia, Campania, Basilicata e Molise, talvolta anche nei pressi di zone lacustri e corsi d’acqua di grande rilevanza paesaggistica e faunistica, protette. In taluni casi i rifiuti venivano incendiati subito dopo lo sversamento. Per gli smaltimenti illeciti veniva utilizzata come base operativa l’area di parcheggio di Carapelle (FG) della ECOBALL BAT di Cerignola.

I nomi - Sono 14 le persone destinatarie delle ordinanze di custodia cautelare firmate dal gip del Tribunale di Bari, per altre 3 il gip ha rigettato la richiesta dei pm: 13 al momento le persone arrestate. Disposto il carcere per Gerio Ciaffa, 41 anni di Ordona, amministratore di fatto della «Edil C» e della «Pl trasporti»; Erminio Arminio, 36 anni, Bisaccia, amministratore della «Biocompost Irpino»; Pasquale Martino Di Ieso, 45 anni, Avellino, responsabile dei flussi della «Biocompost»; Giuseppe Zenga, 27 anni, Carapelle, autotrasportatore; Gianluca Cantarelli, 32 anni, Aversa, autista; Giuseppe Francesco Caruso, 28 anni, Ordona, autista; Donato Petronzi, 37 anni di San Paolo di Civitate, titolare dell’omonima ditta di trasporti; Giuseppe Gammarota, 33 anni, Carapelle, dipendente della coop «Spazio verde plus»; Francesco Di Leno, 54 anni, Carapelle, autista; Donato Del Grosso, 47 anni, autista; Claudio Durante, 38 anni; Stornarella e Francesco Pelullo, 38 anni di Cerignola, proprietari di terreni messi a disposizione per sversare i rifiuti della frazione secca; Giuseppe De Nittis, 36 anni di Castelluccio dei Sauri, legale rappresentante della «Edil C». Il quattordicesimo destinatario del provvedimento di cattura sarebbe un altro foggiano.

 

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Foto: Jes /Flickr


 

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