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Seconda generazione: stranieri a casa loro

Li definiscono immigrati nonostante non siano emigrati da nessun paese. Sono i cosiddetti ragazzi di seconda generazioni, figli di immigrati, nati in Italia o arrivati qui da minorenni.

Sappiamo quanti sono, quanti anni hanno e in che percentuale frequentano le scuole. Un lungo elenco di numeri che però, non parla del loro disagio, del loro essere esclusi da una legislazione e altre volte dalla stessa società dove abitano.

Lunedì 11 novembre, presso la Sala Consiliare del Comune di Bellizzi, istituzioni, associazioni, famiglie e comunità religiose, si sono date appuntamento intorno a questo tema per raccontare prospettive, criticità, vuoti normativi e buone pratiche sul tema delle nuove italianità.

L’incontro nasce nell’ambito dell’Osservatorio Regionale sulle Nuove Italianità, progettato e realizzato da una rete di associazioni impegnate in vari ambiti sul territorio campano, con la onlus Operatori di Pace come capofila, promosso e finanziato da FBNAI e dalla Regione Campania, in partenariato con l’Osservatorio politiche sociali UNISA e il Coordinamento Nazionale delle Nuove Generazioni Italiane.

“Lo scopo di questo convegno è quello di valutare se e quanto le politiche di inclusione sociale godano di buona salute, ha spiegato Bahia Lahboub presidente di UBUNTU Nuove Generazioni Italiane, l’associazione che ha curato l’organizzazione dell’evento dal titolo Nuove italianità: la condizione di seconda generazione. Se esistono evidenti differenze tra giovani con background migratorio e il resto della popolazione, – ha aggiunto Lahboub – significa che qualcosa non funziona nel modo in cui la società gestisce il presente e sta costruendo il proprio futuro.”

Il dibattito, moderato da Giuseppe Grimaldi ricercatore e presidente di Frontiera SUD, altro partner della rete ONI, è stato scandito da un susseguirsi di interventi sulla condizione e la partecipazione delle G2 nei vari ambiti: dal lavoro alla scuola, dal terzo settore alle istituzioni.

Domenico Volpe, sindaco di Bellizzi, ha aperto il dibattito, sottolineando l’importanza di una politica virtuosa impegnata a costruire coesione sociale, che guardi ad un bene comune più ampio dove le differenze siano valore aggiunto e non discrimine.

Un concetto ribadito dall’assessore alla cultura Antonella Capaldo, che trova concretezza nelle numerose attività che il territorio comunale ospita, come i laboratori tematici e i corsi di lingua d’origine dedicati, curati dall’associazione UBUNTU e attivati grazie alla sensibilità e alla lungimiranza politica dell’amministrazione.

Il Vice Presidente Nazionale del CONNGIIreneo Spencer, ha portato agli intervenuti il saluto del direttivo nazionale del Coordinamento delle Nuove Generazioni Italiane, stimolando la riflessione politica e arricchendo il dibattito col racconto delle numerose attività e dell’impegno che, da Milano a Palermo, le oltre trenta associazioni che compongono il coordinamento nazionale, mettono in campo per creare spazi di incontro e scambio.

Il tema del lavoro, è quello che ha fatto emergere più criticità rispetto alla condizione di precarietà, in molti casi in deroga agli standard normativi, dei giovani di seconda generazione. Dati emersi da una ricerca curata dall’IREF, Istituto di ricerca delle ACLI, presentati da Gianluca Mastrovito – presidente provinciale delle ACLI di Salerno – che ha posto l’accento sulla necessità di azzerare qualsivoglia discrimine, proprio in quel mercato del lavoro che resta un strumento imprescindibile per costruire una società più equa, sostenibile e solidale.

E’ altrettanto innegabile quanto la realizzazione di una società coesa e a basso livello di conflittualità, passi dalla scuola, il luogo principale di realizzazione per bambini e ragazzi. Un concetto ampiamente declinato i tutti i suoi aspetti dalla prof.ssa Maria Luisa Albano, docente del Liceo Perito-Levi di Eboli, nonché presidente dell’associazione Mediterranea Civitas, che ha sottolineato quanto un sistema di istruzione realmente inclusivo e di qualità è il modo più efficace per contrastare e prevenire l’esclusione sociale delle giovani e dei giovani con background stranieri.

L’opportunità di vivere l’incontro, ascoltare diverse storie di vita e riscontrare se e come la società abbia maturato un nuovo concetto di identità, è privilegio dell’Ufficio Diocesano Migrantes. Un osservatorio territoriale importante, oltre che laboratorio di esperienze positive, guidato da Antonio Bonifacio che ha posto la riflessione sulla necessità di guardare alle G2 non come a nuovi migranti ma come nuovi cittadini, italiani ed europei, con i quali condividere valori, promuovere interazione e limitare la ghettizzazione etnica e religiosa.

Caratteristiche che tracciano l’identikit dell’ultimo relatore, Andreea Pascuta, giovane studentessa di origine rumena, in Italia da oltre 15 anni, impegnata nel sociale e membro del direttivo dell’associazione OPEN. Andreea, con la sua testimonianza ha ripercorso incontri e confronti, difficoltà e reazioni, di chi è stato costretto a vivere inizialmente il mix di culture, non come risorsa di inestimabile valore, ma come diversità limitante e a tratti escludente.

Emerge quindi, quanto il modello di integrazione secondo il quale, attraverso una progressiva acculturazione, gli immigrati perdano progressivamente i tratti culturali del paese di origine, sembra finalmente superato.

Le traiettorie di assimilazione, che la maggior parte degli studiosi avevano ipotizzato lineari, appaiono del tutto imprevedibili e smentiti dalla realtà tangibile: i tratti etnici della cultura di origine sembrano non scomparire, ma piuttosto rigenerarsi in forme inedite, dando vita a nuove modalità di integrazione dove l’alterità non solo è ammessa, ma è riconosciuta come positiva.

Queste le conclusioni di un incontro partecipato, che ha stimolato riflessioni, tessuto nuove relazioni e motivato cooperazione per organizzare il futuro di un Italia migliore.

Eugenio Mastrovito dell’Associazione UBUNTU Nuove Generazioni Italiane

Per ascoltare la puntata della Radio Antenna Migrante con un piccolo contributo scritto cliccate qui.

 

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