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Second Life: la Torre di Asian

Second Life è il metaverso che pur in una fase discendente di popolarità continua ad essere fecondo di sperimentazioni intorno a tutto ciò che è semplicemente immaginabile. Mondi nuovi e possibili dove Identità singole o collettive trovano dimensioni diverse, accresciute o “aumentate”, come dice Granieri. E’ qui che nasce un progetto ideato da Lorenza Colicigno (Azzurra Collas) che dopo aver visto, in Second Life, la Torre realizzata dall’architetto Fabio Fornasari (Asian Lednev), ne trae l’ispirazione per l’inizio di quel racconto che diventerà il romanzo collettivo “La Torre di Asian”. Tante storie, intrecci e soluzioni narrative diverse e a volte contrastanti che tendono, in modo univoco, verso l’ironia e il romanzo d’investigazione. Spazio rilevante è riservato al personaggio/lettore/autore che orienta e da senso alla storia.

La torre di Asian è in parte già un libro, nel senso che l’ottavo e il nono capitolo sono stati interamente pubblicati nel Concept Book "La torre di Asian-In viaggio" curato da Fabio Fornasari, Lorenza Colicigno e Giuseppe Iannicelli (William Nessuno/MacEwan Writer), con la prefazione di Mario Gerosa (che è possibile reperire on-line qui); ma è anche un cd musicale stampato dalla Borgatti con il brano “Diapason”, composto da Albamarina Cervino (Sunrise Jefferson) che si può ascoltare qui, ed è anche un video multimediale "Tower to Tower" realizzato da Elisa Laraia.

Ecco gli autori (avatar) del romanzo: Azzurra Collas, Susy Decosta, AtmaXenia Ghia, Sunrise Jefferson, Asian Lednev, Margye Ryba, Piega Tuqiri, Aldous Writer e MacEwan Writer alla maggior parte dei quali ho posto un po’ di domande in modo asincrono nel tentativo di mettere su l’unica intervista possibile a un autore collettivo.

La torre di Asian è il titolo del romanzo ma è anche, soprattutto, il luogo nel quale avete iniziato a pensare a questo esperimento di scrittura collettiva. Perché intitolare il romanzo con il nome di quel posto?

Azzurra - C’è un nesso indissolubile tra spazio della torre e spazio della scrittura, la stessa torre ne è rivestita. E’ il luogo in cui è nata l’idea del romanzo, ma è anche il luogo in cui si è generata una potente sintesi di storie e di linguaggi.

Susy - Sono entrata nel romanzo che era già iniziato da quattro capitoli, non mi sono posta il problema del perché avesse quel titolo, mi è sembrato naturale che luogo e romanzo si compenetrassero e quindi non potessero che chiamarsi allo stesso modo.

Sunrise - Credo sia stato quasi fisiologico. Il fascino di questa Torre, creata in Second Life da Asian Lednev aka Fabio Fornasari e approdata nella realtà sotto varie forme, è molto sentito.

Asian - Prima che una scelta per me è stata un’opportunità. Una domenica mattina ricevo una mail da Lorenza Colicigno (Azzurra Collas) dove in allegato c’è il primo capitolo del romanzo ambientato nello spazio che avevo costruito in Second Life. Questo portava già il titolo la Torre di Asian e non l’ho mai messo in dubbio. Forse perchè Asian sono io?

Piega - Il titolo coincide con il luogo di ambientazione della storia perché SL è innanzitutto un mondo (e di conseguenza un luogo) in cui il Tempo e sopratutto lo Spazio (meglio sarebbe forse dire gli spazi) sono, un po’ kantianamente magari, i fondamenti, la misura quindi di tutto ciò che in essi accade. Certo le regole che governano lo spazio, il movimento, le dimensioni, non sono sempre qui sovrapponibili a quelle di RL, ma in comune tra i due mondi esiste pur sempre il fatto, la legge secondo cui ogni realtà che esiste è innanzitutto una realtà collocata in un luogo, unico per ognuna ma comune a tutte.

Aldous - Il titolo nasce da una suggestiva torre costruita realmente (dovrei dire virtualmente perche’ e’ avvenuto in SL) da Asian

MacEwan - Il motivo è abbastanza semplice: La creatrice dl progetto-romanzo, Lorenza Colicigno ha avuto ispirazione proprio dal "manufatto"-Torre creato da Fabio Fornasari e ha dato inizio ad un testo che poi ha pensato di rendere un esperimento collettivo. Gli altri Autori si sono aggiunti poco alla volta, creando un gruppo abbastanza fluido, con ingressi di alcuni ed uscite di altri dal percorso di scrittura.

 

Come e quanto a contribuito Second Life nell’ideazione di questo romanzo, al di là, ovviamente, dall’avervi fatto incontrare?

Azzurra - SL è la patria, forse meglio dire la “matria” del romanzo, è proprio dalla sua natura di luogo “altro”, nel quale uomini e donne si raccontano reciprocamente la straordinaria storia di un’umanità in cerca di sé stessa, condannata fortunatamente a vivere di incompletezza e quindi sempre alla ricerca di frammenti di identità perduti, dimenticati, o solo addormentati. In questa ricerca uomini e donne sovrappongono e confondono le loro storie, le inventano, le annullano, le confrontano, in un mix continuo di finzione e verità. Nei miei corsi di scrittura creativa in SL avevo intuito la straordinaria potenza di SL come luogo del racconto nello stesso tempo vissuto e detto, non ho avuto difficoltà a coinvolgere un gruppo di avatar in questo esperimento. La torre, per la sua forza evocativa, ha tenuto insieme per circa due anni un gruppo di persone che si è incontrato per avventura, e di quest’avventura ha avuto la piena consapevolezza di essere i protagonisti.

Susy - SL è il luogo di eccellenza del romanzo e, al di là del fatto che è l’idea sia nata in SL da una scrittrice (i suoi corsi di scrittura creativa sono stati quelli che mi hanno portato nel/verso il romanzo) penso che ’vivere’ in SL significhi scrivere e riscrivere la storia dei molti se stessi nei quali ci si scinde ed attraverso i quali ci si rappresenta. SL è, anche, un grande affresco narrativo.

Sunrise - La costruzione e le varie trasformazioni della Torre, le suggestioni proprie del metaverso, l’attenzione tutta rivolta a sensazioni, parole e trame, senza la distrazione della fisicità, hanno fatto di questa esperienza qualcosa di strettamente legato a SL.

Asian - Totalmente legato ad un’esperienza di un luogo di Second Life.

Piega - SL ha contribuito al romanzo nel senso di fornire il substrato in cui la vicenda si svolge e nello stesso tempo l’oggetto della descrizione. E’ ciò su cui, ma anche ciò di cui si narra.

Aldous - Senza Second Life questo romanzo non sarebbe esistito. Anche se ormai cammina nei mondi suoi: nel metaverso, un’evolutione tecnologica di SL che permette maggiori contatti con il mondo reale e con i mondi futuri.

MacEwan - Direi che senza Second Life il romanzo non potrebbe esistere. Comunque io per esempio prima di entrare nel progetto-romanzo avevo conosciuto su Second Life pochi degli altri Autori, e in realtà avevo instaurato una frequentazione (soprattutto in Post Utopia) solo con Asian Lednev. Ricordo in particolare -perché si ricollega abbastanza al progetto fantascientifico del romanzo collettivo- quella volta che, nel corso di un happening in SL, Asian, io e un altro avatar (del quale non ricordo bene il nome, sono passati ameno due anni) indossammo una tuta da cosmonauta sovietico, disegnata proprio da Asian stesso, da sempre appassionato di viaggi nello spazio.

 

Second Life è il luogo del racconto?

Azzurra: Sì, SL è il luogo del racconto, ma il racconto ha anche voluto sconfinare da SL. Come accade in ogni mondo abbiamo incontrato l’emarginazione, la peregrinazione, l’esilio e l’avventura. Uscire da SL è stata la più naturale condizione di internet-nauti, passando da una land all’altra, da un mondo virtuale ad un altro, da un blog ad un altro, da una rivista ad un’altra, la torre e il romanzo hanno scoperto che antropologicamente, pur cambiando gli strumenti, l’umanità è destinata ad un cammino senza sosta. Noi abbiamo cercato di interpretare tutto questo, e per farlo si è dovuto compiere anche il passo più difficile, verificare quanto questo progetto reggesse nel mondo reale. Alcuni avatar/scrittori ancora rifiutano di comparire con il loro nome reale, sono in Real Life come dei clandestini. E questo non è privo di fascino narrativo.

Susy: In gran parte sì ma non in toto ci sono anche incursioni in RL, reale o trasfigurata.

Sunrise: No, è uno dei luoghi.

Asian: Diciamo che è il fil rouge che tiene insieme. Personalmente non l’ho mai voluto scrivere esplicitamente. Ma si sente che c’è.

Piega: la risposta è sostanzialmente la stessa. Aggiungerei ad essa il fatto che comunque qui i limiti sono assai meno "forti", meno vincolanti rispetto a quelli di RL

Aldous - E’ uno dei luoghi. Sicuramente importante, ma che acquista valore solo nel suo continuo confronto con il mondo reale.

MacEwan: Non solo. In parte sì, ma ogni Autore ha le sue ambientazioni preferite, tra SL e RL. Io per esempio faccio muovere spesso il mio personaggio Lorenzo MacEwan in una sorta di Second Life del futuro, chiamata Metaverse 7.0, naturalmente molto più immersiva e realistica della Second Life attuale.

 

Come si mettono insieme tanti autori e come si fa a scrivere in tanti? Come fa un autore a sentire proprio un racconto scritto da tante mani?

Azzurra: E’ evidente che le sinergie che si sono create nascono da un amore per la scrittura, da una disposizione per lo sperimentare che appartengono a ciascuno, questo gruppo si è creato da un corso di scrittura, allargandosi poi ad altri di tempo in tempo, e come accade in ogni gruppo ha conosciuto forti simpatie, antipatie più o meno celate, accoglienza e insofferenze che si sono manifestate in uscite ed ingressi nel progetto che oggi conta 9 scrittori che intendono portare a termine il romanzo. Sinceramente credo di aver avuto un ruolo in questa continuità di lavoro, lavoro se vogliamo anche faticoso e soggetto a regole abbastanza rigide, nonostante la grande libertà inventiva che come ideatrice e curatrice del progetto ho cercato di garantire a tutti. Ma, come si suol dire, ho avuto anche fortuna, nell’incontrare belle persone, begli avatar. La scrittura collettiva ha una sua storia e tradizione notevoli, sul ning è riportata una bibliografia che dà l’idea di questo, l’elemento innovativo è l’ambiente, SL appunto, e alcune regole specifiche nella costruzione del romanzo che forse qui non val la pena sottolineare, perché troppo tecniche. Si scrive i tanti perché si ama il confronto, le storie si generano l’una dall’altra, si generano per allontanarsi e avvicinarsi, ma tutto ruota intorno alla Torre, come un potente faro narrativo ci ha convinti ad andare fino in fondo. Non sono mancati i conflitti, né gli abbandoni. Ma come sempre, dov’è il confine tra la scrittura e la vita?

Susy: Questa è un’alchimia molto difficile da spiegare, in parte è venuta da sé ma in larga parte credo sia dovuta all’abilità di Lorenza che ha lasciato a tutti la libertà di esprimersi nei modi che ciascuno preferiva e soprattutto con i propri tempi; questo ha consentito la massima libertà ed anche la massima collaborazione. Inoltre ogni lunedì si partecipava ad un incontro in SL per raccontare e raccontarsi il progredire del romanzo e trovare elementi di confronto e coordinamento.

Sunrise: Per scrivere in tanti basta essere in tanti. :) E’ creare una coerenza negli intrecci che è complicato... E non ha senso sentire il possesso o le paternità in un progetto collettivo, a mio parere.

Asian: Darei un titolo a questa risposta: IL CONDOMINIO. La risposta onesta è questa: se nella definizione dello spazio ho cercato l’unione con le storie - come dirò nelle risposte seguenti - nella scrittura del racconto la mia storia è in qualche modo autonoma ma con continue citazioni delle altre storie. Ma come se le sentissi attraverso le mura che ci separano. I plot non sempre si sono uniti e toccati. Le storie non sempre combaciano. Diciamo che il mood è lo stesso e ci sono elementi che si ripetono ma non sempre c’è una storia conseguente. Io la vedo un poco come un condominio dove c’è come un destino comune ma nel privato ognuno ha i propri sogni e i propri desideri. Per me questo è un valore non perché esalta un individualismo ma perché è sintomo di ricchezza.

Piega: gli autori non sono "messi insieme", non formano un blocco unico ed uniforme; ognuno di noi è semplicemente il proprio avatar che casualmente (il che non significa necessariamente sminuire l’importanza del legame) è giunto in prossimità (sincronica o diacronica poco conta) di altri avatar, ognuno dei quali opera (scrive) accanto ad altri, mantenendo intatta la propria singolarità distinta dalle altre.

Aldous - Si mettono insieme gli autori, si aggiunge uno schizzo di tabasco per amalgamare il tutto, e si shakera per bene. :-) Il romanzo e’ un lavoro di squadra, c’e’ un pezzetto di ciascuno di noi li’ dentro. Non possiamo non sentircene parte.

MacEwan: E’ difficile, molto difficile. E richiede molta pazienza, specie per un individualista come me. Ci sono stati momenti un cui gli Autori hanno compiuto uno sforzo notevole per favorire l’integrazione con le storie e i personaggi altrui. Questo a mio parere ha avuto i suoi pro e contro. Per esempio, nel mio caso Lorenzo MacEwan è un personaggio che ho creato negli anni ’90, molto ben definito da parecchie storie precedenti, che però non posso pretendere i mie colleghi conoscano. A volte sono stati necessari interventi "in scivolata" per riportare in carreggiata la storia che avevo in mente e che altri Autori stavano (del tutto involontariamente) "depistando".

 

Qual è stato il tuo contributo specifico alla realizzazione del romanzo?

Azzurra: Ho ideato il progetto, l’ho portato avanti, ma il mio ruolo specifico è quello di scrivere, oltre ai capitoli collettivi, tre capitoli unici, il 1°, l’8° e l’ultimo, come luogo di sintesi delle diverse storie.

Susy: Ho scritto nove capitoli ed ho patecipato a quella costriuzione collettiva di cui ho appena parlato

Sunrise: In termini concreti, nove capitoli. Spero che il contributo umano e amicale sia stato più consistente.

Asian: Innanzitutto la costruzione della torre. Poi seguire le storie e suggerire attraverso la costruzione delle location degli inidirizzi. Diciamo che ho scritto lo spazio con le parole del racconto.

Piega: il mio personaggio non è altri che lo stesso Asian che costruisce la torre, visto però in un tempo anteriore e in uno spazio diverso ma parallelo a quelli in cui operano gli altri personaggi.

Aldous - Personalmente ho rappresentato la figura del lettore "Reader" che si confronta con il testo. Ne esplora gli intrecci e immagina evoluzioni possibili. La cosa divertente e’ stata farlo da dentro il libro stesso, partecipando alle sue storie.

MacEwan: Il mio personaggio, Lorenzo MacEwan, il "netective" italo-scozzese, a quanto pare è abbastanza piaciuto e le sottotrame che ho creato legate a lui sono diventate elementi portanti del romanzo. Non posso che esserne contento. Per il resto, ho dato una mano alla realizzazione del libro d’arte curato magistralmente da Fabio Fornasari, occupandomi con Lorenza Colicigno dell’editing.

 

C’è stata una sorta di selezione tra gli autori? Ci sono state persone escluse?

Azzurra: Ci sono state autoesclusioni durante la scrittura del romanzo. La selezione, quindi, è stata naturale!

Susy: Assolutamente no, ma c’è stato chi si è auto-escluso, nel senso che ha iniziato, scritto alcuni capitoli e poi per vari motivi ha preferito non continuare.

Sunrise: No, non volontaria. Lorenza è molto accogliente e saprebbe guidare una mandria di tori imbufaliti come fossero una nuvola di lucciole, con grazia e competenza. Si vede molto che le vogliamo bene? :)

Asian: Lorenza Colicigno non ha operato nessun tipo di selezione. E’ stato la scrittura a selezionare le persone e il tempo.

Piega: non credo si possa parlare di selezione, non almeno se si pensa ad un’azione operata da qualcuno nei confronti di qualcun altro. Certo molti dei partecipanti si sono fermati lungo il tragitto, a volte sostituiti da altri, a volte semplicemente lasciando sfumare sempre di più le loro storie fino a nasconderle dietro gli sviluppi delle altre.

Aldous - Nessuno e’ stato escluso, anche se qualche autore che aveva iniziato ha smesso, mentre altri autori (io, per esempio) si sono aggiunti successivamente.

MacEwan: L’ideatrice del romanzo, Lorenza Colicigno, è una persona di estrema dolcezza e in questo modo ha voluto gestire l’intero progetto. Quindi massima apertura, nessuna esclusione, nessun "esame di ammissione". Certo il materiale magmatico e difforme che scaturisce da un simile metodo richiederà, al momento dell’editing finale, un grosso lavoro di taglia e cuci che sono certo la nostra ideatrice saprà realizzare egregiamente.

 

Puoi raccontarci in poche righe cosa è fondamentale in questo romanzo? E Qual è il suo clou?

Azzurra: Il romanzo contiene nove storie in via di completamento, più due interrotte dall’uscita dal progetto delle autrici, i cui spunti però sono stati ripresi dal gruppo in alcuni punti delle loro storie. Il romanzo è andato progressivamente a convergere verso tre storie principali che valorizzano tre elementi narrativi, in cui ha un ruolo anche la nostra Basilicata: la Torre, i Phononi, il Dossier. Non posso dire altro, tranne che nella storia si è voluto dare molto spazio al lettore, quindi, non devi far altro che leggere.

Susy: Ci sono molte storie che si intrecciano è difficile trovare un solo clou, per sua propria natura è un romanzo a molti rivoli, va letto per scoprirlo ed interpretarlo. Il lettore, ci isegna Eco, è anche autore no?

Sunrise: In questo romanzo è fondamentale la coralità degli autori, pur essendone allo stesso tempo problema. Un’altra risposta possibile è che la Torre stessa è fondamentale. Il clou non si svela nemmeno sotto tortura. Ammesso che ce ne sia uno solo...

Asian: Al di là delle forme retoriche del volersi bene e della condivisione dell’esperienza credo che la cosa più affascinante sia stato per me costruire lo spazio del racconto che non è solo di natura verbale; lo spazio del racconto è stato costruito da tutti noi. Poi in qualche modo io lo traducevo in forme geometriche, oggetti, in luoghi.

Piega: con un’espressione un po’ vaga direi che il romanzo è una specie di partenogenesi letteraria, in cui ogni storia si evolve in modo autonomo, senza necessitare nessuna fecondazione esterna, ma neppure senza escludere la possibilità che questa possa avvenire anche attraverso l’incontro, l’incrocio casuale fra due diversi itinerari individuali.

Aldous - In un romanzo collettivo, anche questo e’ soggetto a visioni alternative. Personalmente trovo particolarmente importante il rapporto tra il mondo reale e i mondi possibili. Il manufatto della Torre, oltre a un simbolo potente nel suo contenere la storia e i personaggi, e’ anche uno strumento di esplorazione e di azione nel romanzo.

MacEwan: Il romanzo è un esperimento di scrittura coraggiosissimo. Questo è il suo aspetto fondamentale. Qual è il suo clou? Beh, non ho mai visto un Autore che dica in anteprima quale sia il clou della sua ultima opera. In realtà secondo me non lo sappiamo bene nemmeno noi, ancora si discute su questo punto. iI clou sicuramente sarà costituito dall’identità e dal significato della Torre di Asian.

 

Come può un romanzo collettivo mantenere la coerenza letteraria pur fondendo linguaggi e stili diversi?

Azzurra: In effetti il progetto ha sempre visto una doppia interpretazione, io ho sempre lasciato grande libertà di invenzione, accentuando gli elementi della diversità, come una sorta di ricchezza narrativa, William Nessuno (nel romanzo MacEwan Writer), che nel corso del progetto ha assunto anch’egli il ruolo del curatore, ha invece sempre sostenuto che rischiavamo così di non trovare una sintesi. Credo che il risultato sia una mediazione giusta. Stili e linguaggi diversi sono parte integrante della scrittura La Torre e la parola sono state delle grandi madri.

Susy: E’ quello che siamo sforzati di fare, a volte forse non riuscendoci ma non credo fosse l’obiettivo principale.

Sunrise: Credo sia la sfida più ambiziosa e il problema concreto più pressante. Forse la coerenza letteraria, nel nostro caso,sta nel non cercarla per forza.

Asian: Solo attraverso il lavoro onesto e senza pregiudizi dell’editing si potrà ricercare una coerenza laddove non c’è.

Piega: su questo punto, a differenza di altri tra noi la cui opinione credo sia molto diversa pur nella sua totale legittimità, è francamente una cosa di cui non mi sono affatto preoccupato, complice il fatto che a mondi diversi possano (debbano?) corrispondere canoni estetici diversi.

Aldous - Penso che alcune discrepanze debbano obbligatoriamente far parte del romanzo. Ma naturalmente dovremo rimboccarci le maniche e limare le difformita’ non pertinenti in sede di revisione.

MacEwan: Questa è un domanda cruciale. A mio parere l’esperimento è proprio quello: far stare insieme linguaggi e stili diversi. Con che esito è presto per dirlo, ma sono fiducioso. Dato il mezzo usato per la discussione e il coordinamento (la chat di Second Life, che come sanno i miei colleghi odio sinceramente) non sarebbe stato possibile altro sistema se non quello di lasciare ad ognuno la sua identità di Autore. Wu Ming -per esempio- può permettersi di raggiungere l’amalgama poiché il metodo di lavoro è diverso, basato su una interazione diretta e personale e sulla limatura dei testi fatta collettivamente. L’immagine dei Wu Ming seduti attorno a un tavolo è stata evocata da loro stessi nel corso di "Libri Come" qualche mese fa all’Auditorium di Roma.

 

Un problema comune di molti avatar in Second Life è quello di esportare fuori dal metaverso quanto realizzato al suo interno. Il vostro esperimento credo che abbia a che fare anche e soprattutto con questo problema. Come possono essere tradotti verso un mondo altro quei pensati e prodotti in SL?

Azzurra: La torre di Asian è in tour in Real Life già da molto tempo. Il concept del romanzo, che è già un libro, e l’antologia di Gerosa sulla web letteratura, hanno portato il romanzo e la Torre a Bologna, Firenze, Milano e Roma, siamo inoltre citati e commentati in riviste cartacee, come ottagono, AD e Exibart on paper, oltre che in numerosi blog. E’ stato naturale per il romanzo e per la torre il passaggio da Sl a RL.

Susy: Questo non è stato per noi affatto un problema, la Torre di Asian ha già avuto molte uscite in RL e molte altre terze e quarte vite. Il romanzo, anche se ancora in divenire, è stato presentato, raccontato, letto e visto attraverso un concept book in varie città, Bologna, Firenze, Roma e penso continuerà ancora il suo tour.

Sunrise: Con le parole, con le installazioni del nostro Fabio Fornasari, con le descrizioni, con le suggestioni. E con l’apertura mentale del lettore, condicio sine qua non.

Asian: Molto semplicemente con il ricordo e il raccondo da una parte e la trasmissione delle nuove abilità acquisita sulle cose di ogni giorno.

Piega: Anche qui la mia posizione è assolutamente radicale: l’obiettivo per me non è mai stato quello di rendere "appetibile" il romanzo per il palato di un pubblico di massa. Se nuova strada deve essere non può essere facilmente percorribile da carovane di fans.

Aldous - Paradossalmente, questo non e’ un problema per noi. SL e’ parte della trama, ed e’ anche stato il punto di origine. Ma il romanzo e’ stato realizzato al di fuori di SL e numerosi interventi in RL e in ambito multimediale fanno parte integrante del materiale di base del romanzo stesso. Mi limito a citare i numerosi esempi di modelli di torri realizzati da Asian, o il materialle collaterale allegato al concept book (augmented reality in primis), o le musiche della Torre composte dalla nostra autrice Sunrise o dal musicista Paolo Valente, e non ultimo il video multimediale "Tower to Tower" di Elisa Laraia.

MacEwan: Non bisogna dimenticare che Second Life è un mondo di sintesi, e sintesi significa anche mettere dei materiali preesistenti in un alambicco per ottenerne qualcos’altro. Nel nostro caso non vedo il problema. Noi produciamo del materiale scritto che comunque non "nasce" su Second Life" ma dalle nostre idee e dai nostri wordprocessor. Second Life è solo lo sfondo. Per quanto riguarda la Torre, Asian ha realizzato la famigerata "valigetta dello spacciatore di mondi": non è altro che un kit di oggetti "materiali" realizzati in base ai presupposti nati in SL. E la "Torre di bicchieri illuminati" è stata una felice realizzazione fisica, tanto semplice quanto efficace. Poi non dimentichiamo il cartoncino di "augmented reality" contenuto in tutti i volumi d’arte realizzati.

 

Cosa mancherà al lettore ignaro di un mondo immersivo come SL?

Azzurra - Credo che SL apparirà al lettore come un altro mondo da visitare, da conoscere, questo non farà male ad SL, anzi spero che stimolerà molti a rivitalizzare un’avventura certamente singolare, anche difficile, se vogliamo, proprio per la sua immersività. Il romanzo sarà un gioco, un e-book, un libro di carta. Sarà quello che decideranno i lettori. E’ stata certamente una sfida contro la difficoltà del nostro tempo a “comunicare” tra persone, ed è singolare che la sia vinta questa sfida, proprio usando uno spazio di avanzata tecnologia come SL, è stata una sfida contro il rischio del silenzio più profondo, quello della propria interiorità, come tutto ciò che l’uomo inventa. Per questo chiudo con il principio che ho sempre voluto comunicare agli scrittori collettivi: scrivere bene stando bene insieme, dovunque.

Susy - Mi chiedo spesso cosa un lettore che non ha mai frequentato SL possa ’capire’ di SL, ma francamente non so darmi una risposta. E’ come riuscire ad immaginare cosa possa provare uno che non ha mai visto il Colosseo la prima volta che ci si trova davanti; io ci passo molte volte alla settimana e non ho il privilegio di poter sentire lo stupore nel vederlo.

Sunrise - Non credo possa mancare ciò che non si conosce.

Asian - Lo leggerà come un racconto, come una storia dove le cose che sembrano di fantascienza in realtà sono le più normali di chi viaggia la rete. Sai, è come la fantascienza anni ’70 e ’80: le macchine volano ma si telefona a gettoni dalle cabine telefoniche. Ironia della storia: le macchine non volano ancora ma le cabine telefoniche non servono più e i gettoni sono oggetti da collezione.

Piega - Mancherà tutto e niente. Mancherà SL, nel senso che se si parla di Giove bisogna almeno avere un’idea di massima di ciò che sta dietro il nome. Ma potrebbe anche non mancare niente, a patto che si rinneghi la pretesa di dare un impatto "razionale" a ciò che è più vicino all’Arte che alla Scienza.

Aldous - Non dovrebbe mancargli niente. La stessa Second Life, anche se per molti e’ entrata nella sua fase di decadenza, e’ entrata a far parte dell’immaginario collettivo. Parlarne e utilizzarla, non puo’ non trovare delle risonanze adeguate nei futuri lettori, come l’hanno trovata nel lettore odierno, cioe’ nel mio alter ego Aldous il lettore.

MacEwan - Nulla. Il lettore è preparato a questo lavoro di immaginazione, non voglio dire dai tempi di Ubik di Philip K. Dick ma quantomeno da quelli di William Gibson e Bruce Sterling. A pensarci bene, direi che è preparato fin dai tempi di Omero...

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