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 Home page > Tempo Libero > Satira > Se proprio vogliamo fare un selfie a Renzi

Se proprio vogliamo fare un selfie a Renzi

Troppo clamore per le “profondissime” citazioni multimediali di Renzi durante il discorso di inaugurazione del semestre europeo dell’Italia.

In fondo era abbastanza prevedibile: se l’atteggiamento di Fonzie è mutuato da una versione tarallucci e vino di Obama e l’aplomb si ispira a un casereccio Tony Blair antecedente al suo “attacchiamo l’Iraq perché ha le armi chimiche”, il sistema operativo non poteva non essere che un evidente tarocco del Ios.

In fondo ci ha visto lungo l’europarlamentale Mélenchon sul suo profilo facebook, che così ha commentato il discorso di Renzi: "Matteo Renzi fait le beau au Parlement européen. Il renouvelle l’art de parler pour ne rien dire" [Matteo Renzi si fa bello al Parlamento europeo. Rinnova l'arte del parlare per non dire niente]."

Ma Mélenchon è stato ingeneroso, è vero che Renzi si è fatto bello autocelebrandosi come sempre – cioè immotivatamente -, ma nel suo logorroico fiume di parole qualcosina l’ha detta: innanzitutto ha risposto per le rime al capogruppo tedesco del Ppe Manfred Weber che intimava all’Italia di fare i compiti a casa; infatti Renzi ha ribadito che ha nessuno deve fargli lezioni perché ha preso bene gli appunti quando regalò la maglia di Gomez alla Merkel.

In quel frangente del discorso Matteo è stato eccezionale: ha messo in bella mostra i muscoli per dare ragione al suo interlocutore; se fosse stata la strega di Biancaneve avrebbe assaggiato la mela avvelenata per sincerarsi “personalmente” dell’effetto.

In fondo lui è così, è abitato da inutile virilità dialettica, le spara grosse esercitando una certa decisione per generare un effetto autoritario ma è solo ridondanza scenica: è il classico stregone che nel bel mezzo di una siccità la fa controvento e poi dice a tutti che è riuscito a far piovere.

La solita trafila degli “uomini della provvidenza in Italia”: si comincia sempre in sordina, casomai posando tutto figo su un giornale (anche se senza una pistola sulla scrivania, ma di questi tempi anche un pettine a serramanico può generare fondati timori) e in men che non si dica ti ritrovi prima trovare ispirazione nel capo del partito sbagliato, poi a credere che D’Alema sia di sinistra mentre Vespa ti fa fare una visita guidata nel plastico di Cogne e infine non riesci a scollare il culo dalla sedia neanche se ti mandano in villeggiatura a Cesano Boscone.

A tal proposito è stata illuminante l’affermazione dell’europarlamentare Belga Verohfstadt, il quale ha giustamente dichiarato che con Berlusconi si sono persi dieci anni a parlare di calcio e donne. Come dargli torto? Ha ragione da vendere! Ma quel che Verohfstadt ignora è che con Renzi in Europa passeranno i prossimi dieci anni a parlare solo ed esclusivamente di calcio: in pratica altri due mondiali e tre europei, con annesse dieci coppe e dieci campionati, e le uniche ammicanti distrazioni saranno offerte da Schultz, Junker e Tajani quando andranno a prendere birre fredde per tutti con addosso camice legate alla vita e minishorts succinti e provocanti! È proprio vero, con Renzi cambia tutto!

Sul fronte interno il patto di governo tiene e le riforme vanno avanti: in Italia avremo un senato non elettivo e senza poteri però corredato dall’immunità, strumento essenziale – se fossimo in un paese normale – per la libera espressione dei parlamentari, ma che negli ultimi trent’anni è servito per salvare dalla galera i nostri incliti rappresentati. Ma è meglio non aver pregiudizi e conservare l’irritante “ve lo avevo detto” quando scopriremo che nel nuovo senato verranno piazzati “amici impresentabili” in attesa di tempi giudiziari favorevoli!

Per Silvio le porte di palazzo Chigi sono sempre aperte: entra, esce, incontra per ore il presidente del consiglio, che intanto incassa anche l’apprezzamento di Piersilvio – già solo questo basterebbe ad inchiodarlo -, mentre i nuovi amichetti del Movimento cinque stelle non riescono a trovare un buco libero nella sua agenda.

Per loro Matteo è sempre occupato. Che peccato, proprio adesso che vogliono essere collaborativi e costruttivi. Purtroppo per loro, in questo caso non vale il detto “meglio tardi che mai”, perché nessuno mai saprà cosa sarebbe accaduto se Grillo avesse detto di sì a Bersani un anno fa. Ma è inutile piangere sul Pierluigi trombato: allora fu solo il segretario del Ps ad essere umiliato da un narcolettico Crimi e dall’invasata Lombardi, oggi è l’intero paese a subire continue mortificazioni da una torma di pericolosi e presuntuosi dilettanti allo sbaraglio!

Dunque Renzi preferisce Silvio a Grillo, ed anche in questo caso dimostra di essere un uomo dai sani principi: ama più stare in famiglia che andare in giro con nuovi amici. In fondo fa bene, si deve stare lontani dalle cattive compagnie: meglio un pregiudicato al tramonto che fa l’assistente sociale di tanto in tanto (e se ne ha voglia) che un gruppo di fanatici senza arte e ne parte.

Povero Renzi, ovunque si giri è circondato da brutti ceffi, e nel peggiore dei casi potrebbe addirittura incrociare uno specchio

 

Foto: Fran De Martino/Fanpage

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.153) 5 luglio 2014 19:07

    ARTIFICI retorici >

    RENZI a Strasburgo tira fuori l’esempio di Telemaco. Nel merito.


    Il Telemaco di Omero non mostra né volontà, né capacità di riscattare la dignità della sua casa (leggasi Europa). La sua sola ambascia è di non perdere i diritti di successione e con essi la regale eredità del padre Ulisse. Ci vuole l’intervento di una dea (Atena) perché si metta sulle tracce del prestigioso padre.


    Proprio nulla a che vedere con l’aspirazione Renziana di “rottamare” tutti i suoi predecessori per conquistarsi il merito di “giusto erede” dei fondatori dell’Europa.

    Di più. Il Parlamento europeo non è una platea propensa ad “ingerire” da un leader politico l’eco di fascinose elucubrazioni (pseudo)psicologiche di fonte letteraria (tipo Recalcati).


    Anche in Europa vale una regola di fondo. Quella di andare avanti con il passo di un Ritorno alla Meta

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