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Scontro Governo-Ue: salute e ambiente rientrano nella «difesa dell’interesse nazionale» di Renzi?

Mentre prosegue lo scontro tra Renzi e istituzioni europee in nome di una «difesa dell’interesse nazionale», vero o presunto e che non è nostra competenza giudicare, EcoRadicali - Associazione Radicale Ecologista ricorda al Presidente del Consiglio come le classi politiche di questo paese (attuali e passate) abbiano posto l’Italia nelle condizioni di sorvegliato speciale per le continue violazioni del diritto comunitario, soprattutto nel settore ambientale.
L’Italia detiene da anni il triste record di procedure di infrazione: una condizione che sicuramente non gioca a favore della credibilità del nostro paese e delle sue classi dirigenti.

Su 90 procedure d’infrazione aperte dalla Ue a carico dell’Italia, 21 riguardano direttamente l’ambiente e 10 sono ad esso connesse: dalla gestione dei rifiuti urbani all’inquinamento dell’aria, dalle acque reflue ai trasporti. Da ultimo, l’Unione europea ha aperto una nuova procedura d’infrazione per violazione della Direttiva Habitat, perché - dal 1992 ad oggi - le Regioni non sono state in grado di completare le procedure di classificazione delle aree protette che costituiscono la rete ecologica europea (Europa Natura 2000).
Un caso clamoroso che, certamente, non può essere imputato né a Juncker, né alla Merkel.

Attraverso una petizione popolare, EcoRadicali ha promosso un piano di rientro nella legalità indirizzato al Presidente Renzi e al Ministro dell'Ambiente Galletti, articolato in tre punti e immediatamente applicabili che permetterebbero all’Italia di evitare multe milionarie e di promuovere politiche attive per la tutela degli habitat, nonché sostenere le economie locali.

La condizione di illegalità a danno del territorio e della salute ha ormai travalicato anche i confini giuridici. Il “caso Italia” è ormai certificato da istituzioni mediche e scientifiche internazionali, come l’Agenzia europea dell’ambiente, secondo la quale il nostro paese nel 2012 ha registrato 84.400 decessi prematuri connessi a inquinamento, sottolineando come delle 30 città più inquinate d’Europa, 23 siano italiane; oppure dalla EFSA, che ha certificato come le acque italiane siano tra le più inquinate d’Europa, anche per l’uso fuori legge di diserbanti e pesticidi: uso che, ancora una volta, non rispetta le normative europee.

Renzi valuti quindi l’opportunità di considerare anche la salute dei propri connazionali come punto qualificante della «difesa dell’interesse nazionale».
Non solo perché «ce lo chiede l’Europa», ma perché dal rientro nella legalità dipende la salute, e quindi la vita stessa, dei cittadini italiani.

 

Foto: H. Pinera/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

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