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Prete scomunicato perché “troppo” aperto verso omosessuali e donne

Secondo quanto riportato da National Catholic Reporter, un prete australiano, il reverendo Greg Reynolds sarebbe stato scomunicato dalla Chiesa Cattolica. La ragione? L'attivismo dell'associazione condotta del reverendo in difesa dei diritti degli omosessuali e favorevole all'ordinazione sacerdotale femminile.

Una lettera da parte dell'Arcidiocesi di Melbourne ha raggiunto in maggio il rev. Greg Reynolds, dell'Associazione Inclusive Catholics

Queste - secondo il NCR - le accuse: "La lettera [...] accusa Reynolds di eresia (Canone 751) e determina il fatto che egli sia in corso in scomunica latae sententiae per aver gettato l'ostia consacrata o averla conservata "a scopo sacrilego" (Canone 1367). Si fa riferimento anche al Canone 1369 (parlare pubblicamente contro gli insegnamenti della chiesa)". Sulla stessa onda Protect the Pope parla di messe illecite nelle quali "un cane ha ricevuto la Sacra Comunione". 

Il giornale australiano The Age, però racconta una storia un po' diversa, che potrebbe far vacillare l'immaginario del "prete impazzito" che battezza i cani: si parla prete che vuole la propria chiesa dissidente e aperta a tutti gli uomini, e quindi anche ai loro cani. E fa riferimento anche al "fattaccio" citato da Protect the Pope, in cui l'ostia sarebbe stata gettata nelle fauci di un pastore tedesco. Il giornale parla di "Consacrated bread". 

E a meno che il dizionario non sbagli, la definizione comune dell'inglese standard per ostia dovrebbe risultare come "host" o "wafer". A chiarire l'andamento dei fatti poi è di nuovo The Age: "Un visitatore arrivò tardi al servizio di Inclusive Catholics in South Yarra con un grande e ben addestrato pastore tedesco. Quando il pane consacrato e il vino passarono, il fedele prese un po' di pane e nutrì con esso il proprio cane". 

Di fronte al Cristianesimo, "pane consacrato" e "ostia" hanno lo stesso significato, o almeno su questa interpretazione sembra vertere l'accusa mossa a Reynolds.

Sia l'Arcidiocesi di Melbourne, rappresentata dall'arcivescovo Denis Hart, sia il reverendo John Salvano che ha istruito la pratica, hanno scritto delle lettere a Reynolds nelle quali si contestano, appunto, queste deviazioni - probabilmente reiterate - del cerimoniale cattolico (le lettere le trovate qui). 

Le ragioni per pensare che in realtà sotto questa decisione ci sia ben altro ci sono.

A "voler pensar male" sono il Telegraph e la versione britannica dell'Huffington Post. I due giornali propendono per considerare la terza causa di scomunica, quella di aver contrastato pubblicamente gli insegnamenti della Chiesa, come l'accusa decisiva. Da tempo infatti Reynolds portava avanti, tramite Inclusive Catholics, un'idea di Chiesa piuttosto aperta: "La congregazione include omosessuali, ex-preti, vittime di abusi e molte donne che si sentono private dei diritti civili". 

La ragione della scomunica - tuona Tim Stanley sul Telegraph - sarebbe "implicita ma ben comprensibile": Papa Francesco non sarebbe "liberale come i media lo vorrebbero".

Ad oggi mancano le informazioni necessarie per definire alcuni aspetti del ruolo di Reynolds. Il reverendo potrebbe aver manipolato i propri fedeli, caratterizzati da difficoltà di vario genere. Al momento però l'ipotesi che si tratti solo di una scomunica "politica" rimane la più probabile.

A sostenerla, i casi di Roy Bourgeois e Roberto Francisco Daniel, citati da Patheos come ulteriori esempi d'intolleranza verso tali aperture. E sono proprio le massime cariche della Chiesa a doverne rispondere. In primis il pontefice.

 

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Foto: Tânia Rêgo/ABr/AgenciaBrasil

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