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Sarebbe meglio una patrimoniale. Parola di banchiere

Pietro Modiano è uno dei (ex) banchieri top in Italia.

Uno con un curriculum di livello davvero alto: oggi è presidente di Nomisma - il centro studi fondato fra gli altri da Romano Prodi - ieri è stato vicinissimo a Profumo in Unicredit e a Passera in Banca Intesa, ed è anche uno che non vive lontano dalla politica. Non fosse altro perché è il marito dell'onorevole Barbara Pollastrini, deputata del PD.

In sintesi è uno che sa di cosa parla ed anche uno che non è, così sembra, attaccato ai valori del “tutto mio” di berlusconiana (ma non solo) memoria.

Ne ho parlato due anni fa quando la crisi mordeva già come una iena affamata e i conti pubblici non accennavano a tornare sotto controllo (Berlusconi era appena stato defenestrato e Mario Monti aveva appena iniziato il suo deludente cammino di controllore “tecnico”); a quei tempi Modiano se ne uscì con una proposta che era nello stesso tempo sensata e democratica, sufficientemente populista (nel senso che andava incontro alla sete di equità del popolo bue) e abbastanza piccante da far intravedere perfino un bagliore di speranza in fondo al tunnel cupo in cui viveva il Paese.

In poche parole parlò di redistribuzione reale dei redditi attraverso una patrimoniale.

Oggi è tornato alla carica, con parole se possibile ancora più chiare. Ce lo racconta il Fatto Quotidiano di lunedì, citando un editoriale della newsletter di dicembre di Nomisma: “Si stima che la ricchezza liquida delle famiglie italiane - al netto di attività reali, titoli di stato e partecipazioni in società di persone - sia pari a circa 2.400 miliardi. Si può, inoltre, stimare che Il 47,5% di questo ammontare, ovvero 1.130 miliardi, sia posseduto dal 10% più ricco delle famiglie italiane (...) Un prelievo una tantum del 10% su questa fascia darebbe luogo a un gettito di entrate per lo stato di 113 miliardi di euro, 7 punti percentuali di PIL, da distribuire a favore delle famiglie più povere e delle imprese”.

Notare che quel 10% più benestante delle famiglie italiane, che possiedono (lecitamente, sia chiaro, sui patrimoni di provenienza illecita non basterebbe scrivere un articolo) quasi la metà della ricchezza complessiva del paese, negli ultimi dieci anni ha visto crescere costantemente, crisi o non crisi, la sua privata ricchezza. Come non si stanca di ripetere Bankitalia nei suoi report regolari come un orologio svizzero.

Tenete conto che l’annosa e scandalosamente vergognosa questione dell’IMU (si paga, non si paga, se ne paga un po’, non si paga nemmeno quel po’) che ha asfaltato gli zibidei degli italiani da almeno un anno a questa parte, rendendo il dibattito politico un’assurda, incredibile e inguardabile farsa cacofonica tra decerebrati, ebbene tutta la questione verteva su un paio - dicasi due - miliardi di euro. Pari allo 0,2 per cento dei redditi italiani di fascia alta. Questione risolvibile in quindici secondi, ad averne la volontà politica.

Roba da non credere. Chissà se la bella Pollastrini si ricorda di ricordare al suo partito che uno come suo marito potrebbe essere parecchio utile per dare a questo paese la speranza - e quindi anche la forza - di rimettersi in piedi senza dover necessariamente aspettare il pungolo di qualche forcone autoritario nelle chiappe.

Toccare le ricchezze di chi si è arricchito mentre il restante 90% si è impoverito e tira la carretta sempre più faticosamente non dovrebbe essere moralmente inaccettabile. Né politicamente controproducente. In fondo il Cavaliere, rappresentante politico di quella fascia di italiani capace di arricchirsi negli anni bui della crisi più lunga e pesante dagli anni ’30, conta sempre meno ed è a un passo dalle patrie galere. Acclarato evasore fiscale di portata massiccia, accusato di induzione alla prostituzione minorile, di compravendita di parlamentari eccetera non dovrebbe (ma con lui è sempre meglio usare il condizionale) avere più a disposizione i grandi spazi politici cui era abituato.

Se poi si sfruttassero anche i ripetuti proclami pauperistici di Papa Bergoglio per cogliere l’occasione - visto che "...circa il 20% del patrimonio immobiliare in Italia è in mano alla Chiesa..."- di far pagare l’IMU anche alla Chiesa, che deve essere povera come dice il suo rappresentante ufficiale, potremmo cominciare a mettere insieme le risorse per alleviare le sofferenze di molti e nello stesso tempo ridare vita all’economia paludosa in cui tutti stiamo affondando.

Se c'è una speranza di farcela sta qui, dove ci sono i soldi e le ricchezze. Non può stare nelle tasche ormai vuote dove invece si continua a razzolare.

 

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.241) 24 dicembre 2013 17:56

    CONDIVIDO PERFETTAMENTE LA VISIONE DELL’ESPERTO; SPECIAL MODO LA QUESTIONE SULLA CHIESA CATTOLICA, CHE GODE DEI PRIVILEGI SPROPOSITATI NON SOLO SULL’IMU, MA ANCHE SULLE DONAZIONI DELL’OTTO PER MILLE, INFATTI, SE NON ERRO, L8 PER% NON DICHIARATA NON VA SOLO ALLO STATO MA ANCHE ALLA CHIESA. SIAMO RITORNATI AGLIINCIUCI DEL C.A.F. (LETTA ALFANO NAPOLITANO)
    DIEGO
    BUONE FESTE, SE E’ POSSIBILE

  • Di GeriSteve (---.---.---.94) 29 dicembre 2013 10:39

    articolo e tesi interessanti, ma che mi lasciano moolti dubbi:

    il principio di far pagare più tasse a chi ha di più è un principio giusto, ma che in Italia si traduce quasi sempre nel fare pagare più tasse a chi già ne paga tante e non evade
    , oppure evade meno degli altri.

    Ci sono straricchi che non appaiono tali, che hanno i capitali all’estero, che evadono e che eludono.
    Le grandi elusioni sono innanzitutto della chiesa cattolica, ma anche altri non scherzano: berlusconi non paga tasse sulle sue tante ville, perchè non appartengono a lui ma a sue società che risultano in perdita.

    Ci sono ricchi disonesti (e sono la maggioranza), ricchi onesti (e sono una ristrettissima minoranza) e tante fasce intermedie.
    Una tassazione sui partimoni visibili sarebbe altamente punitiva dell’onestà: creerebbe ingiustizie così clamorose da incitare i pochi onesti a ficcarsi nel gran mucchio dei "così fan tutti". Questo darebbe un colpo forse definitivo ad ogni speranza di rinascita dell’Italia.
    Sarebbe, secondo me, una toppa ai conti dello stato che ucciderebbe la possibilità di una fiscalità equa e onesta, che è invece ciò di cui c’è bisogno in prospettiva.
    Una toppa provvisoria (alzare le tasse di chi già paga) che impedirebbe la soluzione giusta, stabile ed equa: far pagare meno tasse, ma a tutti.

    Aggiungo: io so poco di Modiano e Pollastrini, ma mi risulta che siano persone che campano di politica, e in Italia questo è decisamente un indice di scarsissima affidabilità: l’Italia è in bancarotta proprio perchè la sua clase dirigente e, soprattutto la dirigenza politica, è di pessimo livello e ha sempre curato i propri interessi personali e mai quelli del paese. Una proposta come quella di Modiano non aiuterebbe l’Italia, ma potrebbe favorire la sua carriera poltica e, certamente, piacerà agli evasori.

    GeriSteve

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 29 dicembre 2013 11:04
      Fabio Della Pergola

      Tutti dubbi più che leciti, ma che - lasciando le cose come stanno - non farebbero che far sprofondare il paese nelle attuali sabbie mobili e/o continuare a far pagare la crisi alle fasce più deboli. Per quanto un benestante di fascia alta sia onesto (e non c’è alcun motivo - salvo verifica - di dubitarne) resta il fatto che una patrimoniale del 10% non lo lascerebbe probabilmente in mutande né gli impedirebbe di continuare ad avere un tenore di vita più che dignitoso. Mentre è assolutamente certo che oggi chi perde il lavoro o non lo trova in mutande c’è già.

      Oltretutto rilanciare l’economia nazionale, che si può fare solo avendo risorse disponibili, aprirebbe una prospettiva futura di ’recupero’ di quanto esborsato abbastanza intuibile.

      Restano tutti i problemi, dovuti all’incuria di un cinquantennio, che impediscono al catasto di funzionare, ad esempio, e quindi di rendere ’visibili’ tutte le ricchezze. Solo in questi anni siamo arrivati alla trasparenza bancaria, ma esistono ancora i paradisi fiscali che occultano ricchezze spropositate. E questo è un problema serio.

      P.S. Che Pollastrini sia una politica professionista è un fatto, ma Modiano viene dal mondo bancario, non da quello politico.

    • Di GeriSteve (---.---.---.94) 29 dicembre 2013 11:39

      Infatti, non mi risulta che Modiano facesse di queste uscite quando era un banchiere.
      Io ho detto che fa di queste uscite adesso che si interessa di politica: la carica di presidente di Nomisma è sostanzialmente politica e la prossima potrebbe essere quella di ministro di un governo Renzi. Il mio sospetto è che le sue dichiarazioni -anche nelle sue intenzioni- non servano affatto a risolvere i problemi italiani, ma a facilitare la sua carriera.
      Ti sembra un sospetto infondato?
      Io resto della mia idea che la crisi italiana si possa risolvere soltanto combattendo la illegalità, di cui l’evasione è un aspetto importante.
      Un atto punitivo dell’onestà, secondo me è devastante e va in direzione contraria: per questo io sospetto del proponente
      e sospetto che sia funzionale alla sua carriera di politico che promette ma fa invece i suoi interessi.
      Non sopetto che tu abbia sporchi interessi politici a sostenere le tue tesi, però ribadisco che tu punti l’attenzione su un problema contingente ma piccolo: evitare il tracollo (risparmiaci l’illusione della ripresa), mentre trascuri il problema grande: cambiare direzione di marcia della politica italiana, che non governa niente e lascia spazio all’illegalità.

    • Di Fabio Della Pergola (---.---.---.161) 29 dicembre 2013 12:00
      Fabio Della Pergola

      Non saprei come risponderti. Modiano faceva questa proposta già nel luglio 2011 e non saprei dire se Modiano aveva già interessi politici o meno a quei tempi. In ogni caso sostenere che la proposta sia solo motivata da interessi politici personali mi sembra un processo alle intenzioni che potrebbe valere per qualsiasi proposta, fatta da chiunque e in merito a qualsiasi argomento. In altre parole nessuno potrebbe più dire niente per non essere accusato di perseguire interessi politici personali.

      Quanto a "Non sopetto che tu abbia sporchi interessi politici a sostenere le tue tesi (grazie, è il minimo, non sono iscritto a nessun partito né frequento politici a nessun livello), però ribadisco che tu punti l’attenzione su un problema contingente ma piccolo: evitare il tracollo (non mi sembra un così piccolo problema) (risparmiaci l’illusione della ripresa) (qui rimando alle parole di Modiano stesso: " Se noi riusciamo nell’operazione di trasferire risorse da chi ha una bassa propensione al consumo, che sono i ricchi, a chi ha un’alta propensione al consumo, possiamo far ripartire l’economia" che è un discorso tutto sommato ovvio: chiunque è in grado di produrre oggi, ma se non vendi...) mentre trascuri il problema grande: cambiare direzione di marcia della politica italiana, che non governa niente e lascia spazio all’illegalità (questa è una forzatura; non lo trascuro, non sono problematiche che si elidono l’un l’altra; rilancio dell’economia, battaglia contro l’evasione e l’illegalità e trasformazione della politica dovrebbero essere tutti obiettivi da perseguire. Resta da capire come...ma questo è argomento per altri diecimila o centomila articoli).

  • Di (---.---.---.98) 29 dicembre 2013 20:35

    chissà perchè io alla storia della redistribuzione ai poveri e alle imprese non credo e invece credo che,se fatta,la patrimoniale andrà a ingrassare stato parassita e affini.

    Ormai lo stato e i partiti sono nello stato in cui vista l’impossibilità di mungere ulteriormente gli italiani

    incominciano a macellare la mucca italia.

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