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Santanchè, Brambilla, Bernini: le donne Pdl alla scuola di formazione Berlusconi

Scuola pubblica?
Scuola privata?
No grazie... io voglio il meglio!

Altro che disputa tra scuola privata e scuola pubblica. Se volete assicurare un futuro “vincente” per i vostri figli la vostra scelta deve essere un’altra.

Nessuna delle due è, infatti, in grado di formare persone qualificate e dotate di grande capacità oratoria come quella che il nostro presidente del consiglio è riuscito a creare. Una capacità dialettica che potrebbe far impallidire Cicerone in persona.

Illustri discepoli che fanno scudo attorno al loro unico e solo mentore. E il bello che i migliori tra loro sono tutte donne, pomo della discordia e miccia dello scandalo.

Qualche esempio?

Daniela Santanchè, ospite fissa di tante dibattiti politici che non si esime mai da rilasciare dichiarazioni pro Berlusconi. Ho letto, appunto, le sue parole rilasciate in un’intervista al “Giornale”.“Dopo la vicenda della piccola Yara i magistrati dovrebbero dimettersi» perché «se avessero impiegato per le ricerche le stesse risorse e tecnologie che hanno speso per indagare sulle ragazze dell'Olgettina forse Yara sarebbe ancora viva».

E che dire di Anna Maria Bernini? Frangetta sempre in ordine che sta salendo in maniera preponderante nella scala di preferenze del Cavaliere per le comparsate nei talk-show politici. E non sbaglia un colpo: mai una parola contro Silvio, ma sempre e comunque in difesa.

E la lista è lunga, se si considerano poi le “evergreen”, come Mariastella Gelmini, Michela Brambilla, etc…

Tutte molto convinte, aggressive e indignate. E tutte con le stesse argomentazioni che si possono articolare in 4 punti fondamentali:

- Silvio è un perseguitato da parte della magistratura

- I media diffondono solo menzogne

- le intercettazioni violano senza ritegno

- la presunzione di innocenza da rispettare fino a che non ci sarà una sentenza in tribunale

Che dire. Chapeau davanti a tale bravura! Neanche un fedigrafo incallito, forse, riuscirebbe a fare di meglio. Parola d’ordine: negare, anche e soprattutto davanti all’evidenza!

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