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Salute mentale

La salute è una cosa seria, ed all’approssimarsi del 5\12, il giorno dedicato alla “salute mentale”, bisogna stare attenti, molto attenti, perché come ben sappiamo, “la salute costa”.

 
Voi direte: “ma sei scemo?”. Si!


Di Nando Dicè

Siamo in un’ epoca nella quale si paga tutto, la mutua, la malattia e pure la salute, figuratevi che le industrie pagano il “diritto ad inquinare”, di conseguenza un giorno noi pagheremo il diritto a respirare.

Ma per godere della “salute mentale” bisogna pagare?
Certo, vi risponderanno i politici servi delle banche, perché c’è il debito pubblico. Anche se poi nessuno ci dice con chi l’abbiamo contratto questo debito pubblico (…e non ve lo dico neppure io, altrimenti mi arrestano).
La cosa più assurda, però, è che al debito pubblico, corrisponde un creditore privato. Quindi se la salute mentale è la festa di noi scemi, voi siete tutti degli “infermi mentali” e non lo sapete.
Proprio da questi presupposti nasce l’esigenza della festa per la salute mentale, per comprendere l’insana mente che ha pensato di “farcela pagare”.

Ma andiamo con ordine.

Prima dell’unità d’Italia la carta-moneta (nota di banco - banconota) veniva stampata solo al nord, noi al Sud emettevamo monete in oro e argento.
Al Nord, per ogni lira-oro conservata dalla banca Nazionale degli stati Sardi (per colmo di brutalità anti-sarda, visto che i sardi furono i più bistrattati dallo stato Sardo) si emettevano tre lire-carta, in pochi anni, attraverso guerre e truffe private a danno pubblico, (in questa dinamica è ravvisabile l’embrione dell’Italia di oggi: Alitalia docet) già prima dell’invasione garibaldina i soldi del nord valevano un cazzo. Al punto che dopo il bombardamento di Gaeta, durante l’invasione del Regno, alla borsa di Parigi i soldi del Sud venivano acquistati ancora al 4,5 su 1.

Cosa fanno i liberali appena il Garibardo gli consegna noi del sud?
Per prima cosa si autodefiniscono Stato Italiano (per colmo di brutalità anti-italiana, visto che i nuovi governanti piemontesi parlavano e scrivevano leggi in francese) e, per seconda cosa, vietano al banco delle Due Sicilie di recuperare dal mercato le monete in oro e argento, le uniche messe in circolazione in quanto, a differenza dei Savoia e degli americani di oggi, noi al sud non facevamo circolare i “soldi falsi di stato”.

Perché? Vi chiederete voi.
Perché se il Banco delle Due Sicilie avesse recuperato quei “soldi veri” ed avesse applicato la nuova legge “italiana”, che valeva per tutti tranne che per noi meridionali, avrebbe potuto stampare tanti di quei “soldi falsi”, “coperti” dai “soldi veri”, che il nord ce lo saremmo potuti comprare senza neanche bisogno di invaderlo. Ma cosa successe quindi?

 
Per prima cosa divisero il Banco delle Due Sicilie in Banco di Napoli e Banco di Sicilia, vietarono il rastrellamento, ed al contempo trasformarono la Banca Sarda in Banca d’Italia. La neonata Banca, che fino a prima non risultava possedere riserve auree, dopo l’unità si trovò stracolma d’oro.

A questo punto, la mia salute mentale viene messa a dura prova.
Se eravamo tutti italiani perché lo stato fece due provvedimenti che dettero inizio alla povertà del Sud: l’autorizzazione alla Banca Nazionale di poter aprire filiali al Sud e il divieto al Banco di Napoli di aprire filiali al Nord?
Cosa ne fecero di quell’oro meridionale i nuovi padroni del Sud?
Crearono il Credito mobiliare di Torino, il Banco Sconto e Sete di Torino, la Cassa di Genova e la Cassa Sconto di Torino, strutture che di fatto permisero la creazione del “Nord industriale”.

Voi mi direte: “ma diventi scemo per delle cose del passato?”. Passato?
In pratica, saltando qualche passaggio minore, se voi “scavate” nelle grosse società italiane di oggi trovate, questa evoluzione progressiva: Bastoni, Fiat, Impreg. Quindi, quel passato è più presente che mai. Ma i liberisti sono avidi.
La loro avidità è smisurata come quella di un bambino innanzi alle caramelle e, mangiando mangiando (ogni riferimento a politici liberali è voluto), fecero subito un’indigestione che li costrinse, dopo appena 5 anni, a vietare la convertibilità in oro ed emanare, 1° maggio del 1866, il cosiddetto “corso forzoso”.

Li sentitè questi vagiti? ‘ngueeeee, ‘ngueeee. E’ appena nato il debito pubblico.
Da questo momento il Cavour comincia a chiedere carta moneta alla banca PRIVATA e le cede a nome e per conto nostro la SOVRANITA’ MONETARIA.

Se state ancora pensando che sto raccontando una “storia vecchia”, “superata”, fate un esperimento. Sostituite Cavour con Halliburton ed al posto dell’oro dei meridionali, metteteci il petrolio degli iracheni.
Voi direte: "Ma a fare l’Italia (stato), ci furono pure i meridionali!”.
Certo, anche il primo vicepresidente iracheno post americanizzazione, era iracheno, ma guarda caso, era anche un dipendente della Unocal del vicepresidente Cheney.

Che combinazione, eh? Un vero scenario da festa della Salute Mentale.
La mia festa differente!

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