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Russia, il primo sì alla legge sulle “organizzazioni straniere indesiderabili”

Il 20 gennaio la Duma, il parlamento russo, ha approvato in prima lettura una proposta di legge che mette al bando le “organizzazioni straniere indesiderabili”. Il provvedimento dovrà essere votato altre due volte prima di essere firmato dal presidente Vladimir Putin ed entrare in vigore.

Per Amnesty International, questa iniziativa parlamentare è un ulteriore pericoloso segnale dell’intenzione delle autorità russe di limitare lo spazio a disposizione della società civile per esprimere pubblicamente opinioni critiche.

La proposta di legge approvata dalla Duma introduce la vaga definizione di“organizzazione internazionale che pone una minaccia alla capacità difensiva e alla sicurezza dello stato, dell’ordine pubblico o della salute pubblica”. Attraverso la legge, secondo i proponenti, si difenderanno “le fondamenta dell’ordine costituzionale, della moralità, dei diritti e dei legittimi interessi di altre persone”.

“Dati i precedenti, abbiamo tutti i motivi per ritenere che questa legge sarà adottata e applicata contro la società civile internazionale e per compromettere l’indipendenza e la libertà d’azione degli organismi per i diritti umani che svolgono un’azione fondamentale in Russia” – ha dichiarato Sergej Nikitin, direttore dell’Ufficio di Amnesty International di Mosca.

La legge consentirà all’ufficio del Procuratore generale di decidere quali organizzazioni sono “indesiderabili” e di mettere effettivamente al bando le loro attività. Il modo in cui la proposta di legge è formulata lascia ampio spazio a un’applicazione arbitraria.

A un’organizzazione “indesiderabile” sarà vietato aprire un ufficio e i cittadini russi che vi prendono parte potranno essere pesantemente multati o, in caso di reiterata violazione della legge, condannati fino a otto anni di carcere. Al personale straniero potrà essere negato l’ingresso nel paese.

“La legge non fa riferimento a specifiche organizzazioni non governative, intergovernative o commerciali ma temiamo, proprio per questo, che potrà essere applicata a ognuna di esse costringendole a chiudere le loro sedi in Russia” – ha commentato Nikitin.

L’iniziativa parlamentare richiama alla memoria la draconiana “legge sugli agenti stranieri” entrata in vigore nel luglio 2012 ed emendata in modo ancora più restrittivo nel 2014, col risultato che alcune organizzazioni non governative russe hanno dovuto limitare il loro raggio d’azione o sono state costrette a chiudere.

 

Foto: Volna80/Flickr

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.15) 24 gennaio 2015 00:37
    Chissà? Forse cominceranno col buttare fuori i vari Standard & Poor’s, Moody’s, ecc. E magari anche il sig. Sergej Nikitin sarà invitato a trovarsi un’altra occupazione.
    Comunque, adesso mi è più chiaro chi è lei e chi e cosa rappresenta Amnesty International. E vedo anche con chiarezza i motivi per cui Peter Benenson a suo tempo fu costretto ad abbandonare la sua creatura, finita in mano ai soliti lupi feroci travestiti da agnelli.
  • Di (---.---.---.218) 25 gennaio 2015 01:23

    Gli articolo di Amnesty sono tutti così. Non riguardano la difesa dei più deboli ma sostengono l’espansionismo occidentale.

    Alcune organizzazioni occidentali sono solo cavalli di troia per fare avvenire ribellioni che destabilizzano un paese per cui Putin e la Duma fanno bene a tenersi le mani libere riguardo queste pseudo ONLUS.

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