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Rossana Casale, “Round Christmas”

(Autoprodotto, distribuzione Egea).

Il nuovo progetto discografico della cantante italoamericana, pur uscendo nell’imminenza delle festività, non è un disco con le più famose, plurinterpretate melodìe natalizie. E’ piuttosto una sorta di narrazione di storie vissute attorno al Natale, raccontate da autori celebri della musica mondiale del Novecento. Dopo una brevissima introduzione del pianista Emiliano Begni, parte la prima di dieci tracce, “Chocolate Jesus”, scritta dalla coppia artistica e familiare Kathleen Brennan-Tom Waits. Si respira un’atmosfera bluesy, sottolineata da tutti i musicisti : oltre a Begna, Gino Cardamone (chitarra e banjo), Ermanno Dodaro (contrabbasso), Francesco Consaga (sax soprano e flauto).

“Le Noël de la rue”, interpretata originalmente da Edith Piaf, è il primo di tre titoli dedicati alla “chanson française”. Narra di bambini poveri, infreddoliti, che incollano i loro nasi e i loro sogni alle vetrine dei negozi. Azzeccata la scelta del quartetto di lanciarsi in una lunga improvvisazione jazzistica nella quale il singolo strumento si ritaglia uno spazio virtuosistico. Ben più amaro il secondo pezzo, “Le Père Noël et la petite fille”, uno dei racconti crudi e poetici di George Brassens, che ispirò Fabrizio De Andrè sia per “la canzone di Marinella”, sia per la sua versione in italiano (“leggenda di Natale”). L’introduzione del sax soprano fa da trampolino ad un accompagnamento swingante, mentre la Casale parla di un “Papa gateau”, che porterà regali e morte ad una giovane, indifesa ragazzina. L’ultima canzone francese , la triste “C’est Noël Mamie”, di Henry Salvador (“E’ Natale e io sono lontano da te, Mamie” si legge nel testo) è eseguita dalla Casale, accompagnata soltanto dal pianoforte, acuendo così la malinconia di fondo.

Dalla Francia al Brasile per un omaggio a due artisti famosissimi, Gilberto Gil e Maria Bethania. Del primo, la Casale ha scelto “Se eu quiser falar com Deus”, una ballata intima. Della seconda, “Invocaçao”. Sono due canzoni di argomento religioso, in cui chi canta cerca di intrecciare un dialogo con la divinità.

Molto carina la versione inglese, in tempo di 6/8, di “Carol of the bells”, scritta da un terzetto di autori : Mykola Leontovych, Paul Mark Oakenfold, William King Ross. La canzone, in origine solo strumentale, fa parte del repertorio folkloristico ucraino. Bello l’assolo di flauto, alla maniera soffio-percussiva, resa famosa da Ian Anderson quando militava nei Jethro Tull, gruppo di “Progressive Rock”. E’ un brano che cresce gradevolmente, molto ritmato, percussivo anche nel pianoforte e in cui ci sarebbe stata bene la batteria, la cui assenza si fa particolarmente sentire in “Zat You, Santa Claus?”Si tratta di un brano di successo composto nel 1944 da Jack Fox, interpretato tra gli altri, da Louis Armstrong, che ne incise una versione nel 1953. E’ ricco di swing e di assolo – da quello alla chitarra elettrica dal timbro morbido tipico del jazz a quello del sax soprano -, con parecchi stop, sottolineati, nella formazione di Armstrong, appunto dal drum set. Nella sua versione, la Casale si lancia anche in un breve scat, prima di riprendere il tema finale.

Il CD si conclude con la simpatica “All I want for Christmas is my two front teeth”, scritta in trenta minuti nel 1947 da Donald Yetter Gardner mentre insegnava in una scuola pubblica a Smithtown, nello stato di New York e che gli procurò royalties fino alla fine della sua esistenza (15 settembre 2004). Il quintetto ha scelto un arrangiamento in uno stile “early Jazz”, rispettoso degli stilemi dell’epoca. Last but not least, a metà scaletta è collocato l’unico brano originale scritto dal quintetto, con l’eccezione di Cardamone, “Round Christmas”, un titolo indirizzato verso una pensosa malinconia, ispirato al celeberrimo “Round Midnight” di Thelonious Monk e in cui spesso il suono del sax soprano si inserisce nelle trame vocali.

 

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